Verranno i giorni in cui lo Sposo sarà portato via da loro, e loro digiuneranno.
Posté par diaconos le 4 septembre 2020
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo San Luca
A quel tempo i farisei e gli scribi dicevano a Gesù : « I discepoli di Giovanni Battista spesso digiunano e pregano; così anche i discepoli dei farisei. Al contrario, i tuoi mangiano e bevono ! » Gesù disse loro: « Potete far digiunare gli invitati al matrimonio mentre lo Sposo è con loro ? Ma arriveranno i giorni in cui lo Sposo sarà portato via da loro; poi in quei giorni digiuneranno. Diceva loro anche in una parabola : « Nessuno strappa un pezzo da un nuovo indumento per cucirlo su un vecchio indumento ».
Altrimenti avranno strappato il nuovo, e il pezzo che viene dal nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette il vino nuovo nelle vecchie bucce; altrimenti il vino nuovo farà scoppiare le bucce, si rovescerà e le bucce andranno perse. Ma il vino nuovo deve essere messo in bucce nuove. Mai chi ha bevuto vino vecchio non desidera vino nuovo. Perché dice: « È il vecchio che è buono ». (Lc 5, 33-39)
Domande sul digiuno
I farisei, confusi dalla risposta di Gesù, portarono la discussione su un altro argomento: i digiuni prescritti dalla legge e le preghiere offerte in certi orari fissi. Per dare maggior peso alla loro obiezione, hanno invocato l’esempio dei discepoli di Giovanni. Così Matteo attribuì la domanda ai discepoli di Giovanni, che senza dubbio vi parteciparono, e Marco la mise in bocca l’uno all’altro : « Allora i discepoli di Giovanni vennero da Gesù e dissero: ‘Perché noi e i farisei digiuniamo, ma i tuoi discepoli non digiunano? « (Mt 9, 14).
La terza parabola, particolare di Luca, non sembrava a prima vista in armonia con le due precedenti. Che cosa ha avuto a che fare con i due precedenti? Letteralmente, il significato è abbastanza semplice. Tutti preferiscono il vino vecchio, che è più dolce, migliore, al vino nuovo, che è più forte, ma con un gusto più deciso. La vita nuova che Gesù porta alle anime e al mondo è incompatibile con le vecchie istituzioni teocratiche e con la vecchia natura umana; tutto doveva essere rinnovato per riceverlo e sopportarlo, o meglio era esso stesso a rendere nuove tutte le cose.
Ma non era naturale aspettarsi che uomini come i discepoli di Giovanni e quelli dei Farisei, abituati alle forme e allo spirito della vecchia alleanza, rinunciassero subito ad essa e abbracciassero la nuova vita che veniva loro presentata. L’abitudine, il pregiudizio e la naturale inclinazione dei loro cuori li faceva dire : « La vecchia religione era buona ». E così Gesù, con grande indulgenza, ammorbidì l’assoluto nelle prime due parabole, o almeno espresse il pensiero che coloro che non potevano improvvisamente allontanarsi dalle loro vecchie convinzioni ebraiche e abbracciare il Vangelo dovevano essere sopportati con pazienza.
Questo era un chiaro riconoscimento della carità di Gesù che « non ha rotto la canna accartocciata e non ha spento la luce che bruciava ». Questa misericordia è qui tanto più comprensibile, in quanto è stata esercitata soprattutto nei confronti dei discepoli di Giovanni Battista che, secondo Matteo, ha sollevato la questione del digiuno, occasione di tutto questo discorso.
Il diacono Michel Houyoux
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