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Ils observaient Jésus pour voir s’il ferait une guérison le jour du sabbat

Posté par diaconos le 7 septembre 2020

Ils observaient Jésus pour voir s’il ferait une guérison le jour du sabbat  dans comportements

Jésus guérit l’homme à la main désséchée

De l’Évangile de Jésus Christ selon saint Luc

Un jour de sabbat, Jésus était entré dans la synagogue et enseignait. Il y avait là un homme dont la main droite était desséchée. Les scribes et les pharisiens observaient Jésus pour voir s’il ferait une guérison le jour du  sabbat ; ils auraient ainsi un motif pour l’accuser. Mais lui connaissait leurs raisonnements, et il dit à l’homme qui avait la main desséchée : « Lève-toi, et tiens-toi debout, là au milieu.» L’homme se dressa et se tint debout.
Jésus leur dit : « Je vous le demande : Est-il permis, le jour du sabbat, de faire le bien ou de faire le mal ? de sauver une vie ou de la perdre ? » Alors, promenant son regard sur eux tous, il dit à l’homme : « Étends la main. » Il le fit, et sa main redevint normale. Quant à eux, ils furent remplis de fureur et ils discutaient entre eux sur ce qu’ils feraient à Jésus.  (Lc 6, 6-11)

Guérison de l’homme à la main sèche

Jean Chrysostome dit sur ce passage de la Bible que par ce miracle, Jésus voulut lutter contre l’aveuglement des cœurs. Il voulut montrer sa compassion, et aussi essayer de faire comprendre par ce miracle, par cette maïeutique que l’humain dut s’appliquer à faire le bien quel que soit le jour. Pour l’époque ce ne fut pas évident face à des règles strictes qui ne poussèrent pas les gens à écouter les vertus plus que la loi existante. Les vertus : la prudence, la tempérance, la force d’âme et la justice furent connues et louées par les philosophes avant le christianisme Ces vertus forment avec les trois vertus théologales de celui-ci les vertus catholiques.

La prudence est la sagesse qui dispose la raison pratique à discerner, en toutes circonstances, le véritable bien et à choisir les justes moyens de l’accomplir. La tempérance assure la maîtrise de la volonté sur les instincts et maintient les désirs dans les limites de l’honnêteté, procurant ainsi l’équilibre dans l’usage des biens. La force d’âme, elle, correspond au courage ou à la force morale, également appelée fortitude, qui est un trait de caractère qui s’illustre par une capacité à  résister à des douleurs, qu’elles soient physiques ou psychologiques.

La fortitude implique une grande bravoure face aux évènements subis. Exemple ; « Face au cancer, il a été d’une grande forfitude »  Finalement, la justice correspond à la constante et ferme volonté de donner moralement à chacun ce qui lui est universellement dû.

 

Jean Chrysostome, nacquit à Antioche (aujourd’hui Antakya en Turquie) entre  343 et  349, et mourut en 407 près de Comana, il fut archeveque de Constantinople et l’un des Pères de l’Église. Son éloquence fut à l’origine de son épithète grecque de χρυσόστομος (chrysóstomos), qui signifie littéralement  » à la bouche d’or « . L’anaphore qui constitue le cœur de la plus célébrée des Divines Liturgies dans les églises orthodoxes lui fut attribuée. Sa rigueur et son zèle réformateur le conduisirent à l’exil et à la mort.

À la fois saint, père de l’Église orthodoxe, docteur de l’´Église catholique romaine et de l’Église copte, Jean Chrysostome est fêté le 13 novembre, le 27 janvier (translation de ses reliques), le 30 janvier (fête des Trois Hiérarques) dans l’Église orthodoxe, le 13 septembre dans l’Eglise catholique.

Diacre Michel Houyoux

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Liens avec d’autres sites web chrétiens

◊ Regnum Christi : cliquez ici pour lire l’article → Ils observaient Jésus pour voir s’il ferait une guérison le jour du sabbat

◊ Diacre Jean)Yves Fortin : cliquez ici pour lire l’article → Ici, Jésus nous ramène à l’essentiel

David Richir : Jésus, maître du sabbat et source de repos

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Ventiquattresima domenica in tempo ordinario – Anno A

Posté par diaconos le 7 septembre 2020

Non vi dico di perdonare fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette

Ventiquattresima domenica in tempo ordinario - Anno A dans articles en Italien

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo

In quel momento Pietro venne da Gesù e chiese : « Signore, quando mio fratello commette una colpa contro di me, quante volte devo perdonarlo ? » Fino a sette volte ? Gesù gli rispose : « Non vi dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette ». Così il regno dei cieli è come un re che voleva saldare i conti con i suoi servi. Ha cominciato quando gli è stato portato qualcuno che gli doveva diecimila talenti (cioè sessanta milioni di pezzi d’argento).
Quando quest’uomo non aveva soldi da restituire, il padrone ordinò a lui, alla moglie, ai figli e a tutti i suoi beni di essere venduto per pagare il suo debito. Allora il servo cadde ai suoi piedi e si inchinò e disse : « Abbi pazienza con me e ti ripagherò di tutto ». Il padrone del servo, pieno di compassione, lo lasciò andare e gli perdonò il suo debito. Ma, uscendo, il servo trovò uno dei suoi compagni che gli doveva cento pezzi d’argento.

Si gettò su di lui e lo strangolò, dicendo: « Paga il tuo debito », e cadendo ai suoi piedi, il suo compagno lo supplicò: « Abbi pazienza con me e ti ripagherò », ma l’altro si rifiutò e lo fece sbattere in prigione fino a quando non avesse pagato ciò che doveva. Quando i suoi compagni lo videro, si rattristarono profondamente e andarono a raccontare al loro padrone tutto quello che era successo. Allora il loro padrone lo chiamò e gli disse: « Servo malvagio, ti ho perdonato tutto questo debito perché mi avevi supplicato. Nella sua rabbia il suo padrone lo consegnò ai carnefici fino a quando non ebbe ripagato tutto ciò che doveva. Questo è il modo in cui il Padre mio che è nei cieli vi tratterà, se ognuno di voi non perdona il fratello dal profondo del cuore. » Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori ! (Mt 18, 21-35)

Domenica del perdono

Questa ventiquattresima domenica in tempo ordinario potrebbe benissimo essere chiamata « Domenica del perdono ». La Parola di Dio di oggi ci mette a confronto con la realtà profondamente umana e autenticamente cristiana del perdono : ci fa riflettere sugli ostacoli al perdono e sulle vie che ci conducono ad esso. Prima o poi, nella tua vita, si pone la questione del perdono. Perché prima o poi qualcuno ti fa del male in un modo o nell’altro.

Risentimento e rabbia! Qui siamo su un terreno familiare e sulla strada della vita quotidiana. Il risentimento è una pianta ben curata i cui frutti di rabbia e vendetta sono di tutte le stagioni! Il risentimento e la rabbia delle persone, la rabbia per far pagare a caro prezzo l’offesa ricevuta o il danno causato.  Mai, non lo dimenticherò mai! Pagherà per questo!  Guai a chi ferisce la nostra vanità, getta un’ombra sulla nostra immagine, tocca i beni che si attaccano alla nostra pelle! Perdono impossibile !

Per un problema di chiusura, è la tensione . Quanti risentimenti si suscitano, risentimenti tra genitori, figli, coniugi, vicini e colleghi di lavoro… Anche alle soglie delle chiese vediamo persone che si rifiutano di salutarsi, ma cantano insieme il Padre nostro che li condanna : « Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori ». Due secoli prima di Gesù Cristo, Ben Sirach, il Saggio (Prima Lettura), che osservava a lungo la persona umana e contemplava a lungo Dio, venne rapidamente a identificare tre grandi nemici del perdono: il rancore, l’ira e la vendetta, e ricordò ai suoi lettori due verità profonde che sono ancora oggi molto rilevanti per la nostra generazione.

Primo, non tenete nel vostro cuore tutti quei sentimenti negativi chiamati odio, risentimento, desiderio di vendetta, rabbia, rifiuto di perdonare… Secondo, se tenete questi veleni nel vostro cuore, come potete contare sul perdono degli altri e come potete cercare il perdono di Dio ? A tutti questi nemici della pace interiore e della pace con gli altri, Ben Sirac ha una sola parola : « Perdona… se vuoi essere perdonato dal tuo Dio ». Perdona il tuo prossimo per il torto che ti ha fatto; poi alla tua preghiera i tuoi peccati saranno perdonati.

Nel Vangelo di oggi, la domanda di Pietro al Signore è più attuale e attuale che mai : « Quando mio fratello commette peccati contro di me, quante volte devo perdonarlo ?  » Pietro propone un numero al Signore : « Fino a sette volte ? ». Gesù si rifiuta di entrare nei suoi calcoli. Questo è il significato della sua risposta : « Fino a settanta volte sette volte sette ! « Gesù giustifica un perdono illimitato : « Dovete perdonare sempre ! «    Per quanto riguarda Dio, siamo tutti nella situazione di questo servo che deve al suo padrone una fantastica somma di denaro.

Attraverso un amore incomprensibile, Dio ci ha perdonato questo debito. E, cependant¸ quando dobbiamo perdonare, esitiamo e molto spesso decidiamo mercanteggiando o rifiutando. Tuttavia, nella Messa si canta : « Signore abbi pietà di noi », mentre troppo spesso si ha troppa poca pietà degli altri !  Dio perdona con la stessa pazienza e generosità di cui parla il re Gesù nella parabola. Il suo perdono, tuttavia, presuppone che la lezione porti frutto in noi. Spetta anche a noi comprendere e avere pietà, perdonare e perdonare i debiti dei nostri fratelli. « Perdonaci come noi perdoniamo chi ci ha offeso. « 

Diacono Michel Houyoux

Qualsiasi aggiunta da parte vostra, relativa a questo articolo, sarà benvenuta e sarà pubblicata. Scrivilo nella casella sotto l’articolo.

Link ad altri siti web cristiani

◊ Scuola di Canto gregoriano : clicca qui per leggere l’articolo →  ANNO LITURGICO ciclo A – Ventiquattresima in tempo ordinario, anno A

◊ Qumran : clicca qui per leggere l’articolo →   XXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)

Il commento del padre Fernando Armellini

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Twenty-third Sunday in Ordinary Time – Year A

Posté par diaconos le 6 septembre 2020

If he listens to you, you’ve won your brother.

If your brother or sister sins, go and point out their fault, just between the two of you. If they listen to you, you have won them over. -Matthew 18:15 Versets De La Bible, Site Web, Photos De Couple, Conseils, Affiche De Film

From the Gospel according to Saint Matthew

« If your brother has committed a sin, go and talk to him alone and show him his fault. If he listens to you, you will have won your brother. If he does not listen to you, take one or two more people with you so that the whole matter can be settled on the word of two or three witnesses. If he refuses to listen to them, tell it to the community of the Church ; if he still refuses to listen to the Church, consider him a pagan and a publican. Amen, I say to you, whatever you have bound on earth will be bound in heaven, and whatever you have loosed on earth will be loosed in heaven. Again I tell you, if two of you on earth agree to ask something, they will get it from my Father in heaven. When two or three are gathered together in my name, I am there in their midst ». (Mt 18 , 5-20)

Author +FATHER MARIE LANDRY C+MPS

Homily

Holy Trinity, I adore you and ask you to glorify yourself on this day with my thoughts, words and deeds. Lord, teach me to live fraternal correction in my family, in my work, in my community as a gesture of charity towards my neighbour. Today, the Gospel proposes that we reflect on Jesus’ recommendations to the disciples of his time and of all times. Even in the community of the first Christians there were faults and behaviours contrary to God’s will.

The last verse tells us how to solve all the problems encountered within the Church throughout its history : « When two or three are gathered together in my name, I am there among them » (Mt 18, 20). Jesus is always present in all periods of the life of his Church, his « mystical body » animated incessantly by the action of the Holy Spirit. We are always brothers, whether our community is small or large, and things are no easier today than when the church was smaller.

But if we reflect on things in dialogue with God our Father, He will give us light so that we can find the right time, place and words to do our duty and help. It is important to purify our heart. Saint Paul encourages us to correct our neighbour with righteousness : « Brothers, even if someone is at fault, you spiritual people, restore him in a spirit of gentleness, watching over yourself, for you too may be tempted » (Gal 6, 1).

Deep affection and humility will encourage us to seek gentleness. « But act with a maternal hand, with the infinite delicacy that our mothers used to heal the big or small wounds of our childhood games and falls » (Saint José marie). As the Mother of Jesus and Our Mother corrects us, inspiring us to love God and our brothers more.

Jesus, grant us the grace of true freedom, not to hurt, but to build and help our brothers and sisters. May your Word shape and inspire our way of thinking, speaking and acting. May we be attentive to our brothers and sisters with true brotherly zeal, may our words be right when it is necessary to bring them back to the right path, may our ears be attentive to the correction of our brothers and sisters. That together we may build this united community, in agreement, praying and asking with one heart, which gathers in your name with the certainty of your presence among us. Lord, may we be good brothers to others. Amen

Additional information at

◊ Deacon Michel Houyoux : click here to read the paper  → Twenty-third Sunday in Ordinary Time – Year A

Any additions from you, in connection with this paper, will be welcome and will be published. Write it in the box below the paper.

Links to other Christian Websites

◊ Catholic Reading  : click here to read the paper  →  23rd Sunday in Ordinary time, Year A

◊ A reflexion of the heart    : click here to read the paper  → Homily: Twenty-third Sunday In Ordinary Time (Year A)

Homily by Very reverend John Landkeit :  » Twenty-third Sunday in Ordinary Time – Year A »

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Vingt-troisième dimanche du Temps Ordinaire — Année A

Posté par diaconos le 6 septembre 2020

23ème dimanche du temps ordinaire

S’il t’écoute, tu as gagné ton frère

De l’Évangile selon saint Matthieu

«Si ton frère a commis un péché, va lui parler seul à seul et montre-lui sa faute. S’il t’écoute, tu auras gagné ton frère. S’il ne t’écoute pas, prends encore avec toi une ou deux personnes afin que toute l’affaire soit réglée sur la parole de deux ou trois témoins. S’il refuse de les écouter, dis-le à la communauté de l’Église; s’il refuse encore d’écouter l’Église, considère-le comme un païen et un publicain. Amen, je vous le dis: tout ce que vous aurez lié sur la terre sera lié dans le ciel, et tout ce que vous aurez délié sur la terre sera délié dans le ciel. Encore une fois, je vous le dis: si deux d’entre vous sur la terre se mettent d’accord pour demander quelque chose, ils l’obtiendront de mon Père qui est aux cieux. Quand deux ou trois sont réunis en mon nom, je suis là, au milieu d’eux». (Mt 18, 15-20)

Auteur +PÈRE MARIE LANDRY C+MPS

Homélie

Sainte Trinité, je vous adore et vous demande de vous glorifier en ce jour par mes pensées, mes paroles et mes actions. Seigneur, apprends-moi à vivre la correction fraternelle au sein de ma famille, de mon travail, de ma communauté comme un geste de charité envers mon prochain.Aujourd’hui, l’Évangile nous propose de réfléchir aux recommandations de Jésus aux disciples de son temps et de tous les temps. Même dans la communauté des premiers chrétiens il y avait des défauts et des comportements contraires à la volonté de Dieu.
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Le dernier verset nous indique comment résoudre tous les problèmes rencontrés au sein de l’Église tout au long de son histoire: «Quand deux ou trois sont réunis en mon nom, je suis là, au milieu d’eux» (Mt 18,20). Jésus est toujours présent dans toutes les périodes de la vie de son Église, son « corps mystique » animé incessamment par l’action du Saint Esprit. Nous sommes toujours frères, que notre communauté soit petite ou grande.Les choses ne sont pas plus faciles de nos jours que lorsque l’église était moins nombreuse.
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Mais si nous réfléchissons aux choses en dialoguant avec Dieu notre Père, Il nous donnera la lumière pour que nous puissions trouver le temps, l’endroit et les paroles opportuns afin d’accomplir notre devoir et aider. Il est important de purifier notre cœur. Saint Paul nous encourage à corriger notre prochain avec droiture: «Frères, même dans le cas où quelqu’un serait pris en faute, vous les spirituels, rétablissez-le en esprit de douceur, te surveillant toi-même, car tu pourrais bien toi aussi être tenté» (Gal 6,1).
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Une affection profonde et l’humilité nous encouragerons à rechercher la douceur. «Mais agissez d’une main maternelle, avec la délicatesse infinie que nos mères mettaient à soigner les grandes ou petites blessures de nos jeux et de nos chutes enfantines» (Saint Jose marie). Comme nous corrige la Mère de Jésus et Notre Mère, en nous inspirant d’aimer davantage Dieu et nos frères.
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Jésus, accorde-nous la grâce de la vraie liberté, non pas pour blesser, mais pour construire et aider nos frères. Que ta Parole façonne et inspire notre manière de penser, de parler, d’agir. Que nous soyons attentifs à nos frères avec un vrai zèle fraternel, que nos paroles soient justes quand il faut les ramener dans le droit chemin, que nos oreilles soient attentives à la correction de nos frères. Qu’ensemble nous puissions construire cette communauté unie, en accord, qui prie et demande d’un seul cœur, qui se réunit en ton nom avec la certitude de ta présence parmi nous. Seigneur, que nous soyons de bons frères pour les autres. Amen

Contact  Père arie Landry Bivina

Complément

◊ Diacre Michel Houyoux : cliquez ici pour lire l’article → Vingt-troisième dimanche du Temps Ordinaire — Année A

Liens avec d’autres sites web chrétiens

◊  Mouvement des francophones Cursillos du Canada : cliquez ici pour lire l’article →   Vingt-troisième dimanche du Temps de l’Église, Année A

◊ Bernard Vollerin  : cliquez ici pour lire l’article → 23ème dimanche du Temps Ordinaire - Année A

Paroisse Saint-Giniez : « Si ton frère a commis un péché contre toi… »

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