Preghiera in prova (Salmo di Davide)
Posté par diaconos le 16 janvier 2021
Dov’è Dio in questa pandemia ?
# Nel cristianesimo, questo Salmo è associato al pentimento e al perdono delle colpe. È spesso associato all’adulterio del re Davide con Batsabea. Allo stesso tempo, vediamo dei legami con la confessione della colpa insegnata in alcuni testi del Nuovo Testamento. Questi includono Giacomo 5:16 e 1 Giovanni 1:8-10. La lettura e la mediazione di questo salmo è incoraggiata quando abbiamo peccato, perché è di straordinaria importanza in questo periodo di epidemia. Le parole di Davide diventano allora le parole che lo Spirito di Dio pone nei nostri cuori pentiti che vogliono rimanere in comunione con lui senza cercare di nascondere le nostre colpe che egli conosce. La gioia della salvezza si rinnova per noi attraverso il perdono di Dio.
La confessione del nostro peccato ci cambia. Dio conosce le nostre colpe, ma ci invita a riconoscerle davanti a Lui, perché saremo noi a beneficiare della gioia del perdono. Tra i cattolici: fin dall’Alto Medioevo, questo salmo è stato tradizionalmente recitato o cantato nei monasteri la domenica mattina5 , secondo l’insegnamento di san Benedetto da Nursia6,7. Per quanto riguarda la Liturgia delle Ore, il Salmo 31 viene cantato o recitato nei Vespri della domenica mattina5 , secondo l’insegnamento di san Benedetto da Nursia.
Pregare nel calvario in questo momento di epidemia
(31,2) O Signore, mi rifugio in Te; non mi disonorare mai. Liberami nella Tua giustizia ! Inchinatemi l’orecchio, affrettatevi ad aiutarmi. Sii per me una roccia protettrice, una roccaforte, dove trovo la salvezza. (31, 4) Perché tu sei la mia roccia, la mia fortezza ; e mi guiderai nel tuo nome, mi guiderai. (31, 5) Tu mi farai uscire dalla rete che mi hanno teso, perché Tu sei il mio protettore.
(31, 6) Io metto il mio spirito nella tua mano: tu mi libererai, o Signore Dio della verità. (31, 7) Odio gli idolatri che si attaccano agli idoli vanitosi e confido nel Signore. (31:8) Mi rallegrerò e mi rallegrerò della Tua grazia, perché Tu hai visto la mia sofferenza e hai conosciuto l’angoscia della mia anima, 31, 9). E non mi consegnerai nelle mani del nemico, ma metterai i miei piedi in mare aperto.
(31, 10) Abbi pietà di me, o Geova, perché sono in difficoltà; il mio volto, la mia anima e il mio corpo sono logorati dal dolore. (31, 11) La mia vita è consumata dal dolore, e i miei anni dal sospiro: le mie forze sono spese a causa della mia iniquità, e le mie ossa appassiscono. Tutti i miei avversari hanno portato vergogna su di me, e grande vergogna sui miei vicini, e terrore sui miei amici; coloro che mi vedono fuggono da me. (31, 13)
Sono dimenticato dal cuore come un uomo morto, sono come un vaso rotto. (31, 14) Ho sentito le parole malvagie di molti, e il terrore che li circonda, quando cospirano contro di me: vogliono togliermi la vita. (31, 15) Ma io confido in te, o Signore. Io dico : Tu sei il mio Dio! (31, 16) Il mio destino è nella Tua mano; liberami dai miei nemici e dai miei persecutori! Lascia che il Tuo volto risplenda sul Tuo servo; salvami per la Tua grazia. (31, 18)
O Signore, non lasciarmi confondere quando ti invoco. Che i malvagi siano disonorati; che vadano a Sheol in silenzio. (31, 19) Che le loro labbra mute, che parlano arditamente contro i giusti, con arroganza e disprezzo, siano mute. Quanto è grande la tua bontà, che hai riservato alle persone che ti temono, di essere testimone di coloro che cercano rifugio in te, quando vedi i figli degli uomini! (31, 21)
Tu li proteggi nel rifugio del Tuo volto contro coloro che li perseguitano; tu li proteggi nella Tua tenda contro le lingue che li attaccano. Benedetto sia il Signore. Perché Egli mi ha mostrato la Sua misericordia, come se fossi in una città fortificata. Ho detto, nella mia fretta, che sono stato scacciato dalla tua vista. Ma tu ascolti la voce delle mie suppliche, quando ti ho gridato. Amate l’Eterno, voi tutti voi uomini divini. Il Signore protegge i fedeli e punisce i superbi con una severa punizione. Sii forte, e che il tuo cuore si stabilisca, tutti coloro che sperano nel Signore. (Sal 31, 2-25)
Il dolore si è trasformato in gioia
Troviamo in questo salmo un esempio del potere della preghiera di trasformare il dolore in una gioiosa fiducia nel cuore del credente, prima ancora che le circostanze esterne in cui soffre siano cambiate. Questo risultato non si otterrà senza una lotta spirituale che si riflette nei cambiamenti molto chiari nel tono del salmo.
Già nella prima parte il supplicante si sforza in preghiera di credere in un certo aiuto del Signore. Poi la tristezza lo afferra, esponendo a Dio lo stato miserabile a cui lo hanno portato i suoi nemici. Ma quando egli ha confidato tutto al Signore, la preghiera della fede diventa vittoriosa. Pertanto, l’ultima parte del salmo non è altro che un ringraziamento.
Il momento della vita di Davide in cui il lamento nei versetti da 10 a 14 sembra più appropriato è quando egli stava per fuggire per sempre dalla corte di Saulo. Egli ha sofferto a lungo ; le malvagità contro di lui sono diventate comuni; fuggono da lui, cospirano contro di lui, non gli resta che gettarsi da solo nell’ignoto, ma sa di essere con il Signore come in una città fortificata.
L’ultima parola pronunciata da Gesù sulla croce è tratta dal Salmo. Dio è veramente la nostra fortezza solo quando gli consegniamo il più intimo che c’è in noi, lo spirito che è il suo stesso respiro : « Allora il Signore Dio ha formato l’uomo dalla polvere della terra e gli ha soffiato il soffio della vita nelle narici, e l’uomo è diventato un essere vivente » (Sal 31, 6). »
Davide non ebbe pietà, ma disprezzò coloro che, conoscendo il Signore, lo rinnegarono per quella che era una menzogna. E la fede di Davide diventava sempre più forte; si vedeva liberato e se ne andava per la sua strada senza fare alcuna mossa falsa: « Restituisce la mia anima; mi guida per le vie della rettitudine per amore del suo nome. » (Sal 23, 3).
Davide poteva gioire di Dio solo distogliendo lo sguardo dal suo triste stato. Pensava, dopo averlo guardato in faccia alla presenza di Dio, che la sua fede avesse ottenuto una vittoria completa. Quando Davide si appellò alla giustizia di Dio e si definì giusto, non si fece illusioni sulla sua condizione di fronte a Dio. Le accuse dei suoi nemici erano false, ma il Signore aveva il diritto di accusarlo.
Il suo caso era così negato che la gente si vergognava di avere un qualsiasi legame con lui, che i suoi amici tremavano per essere confusi con lui, e che coloro che lo vedevano da lontano si precipitavano. Nulla è più difficile, quando vediamo che la nostra fede viene presa in giro da tutti, che rivolgere le nostre parole solo a Dio e fermarci alla testimonianza della nostra coscienza che Egli è il nostro Dio (Calvino).
Il salmista, come il cristiano, gioisce anche nelle prove, perché allora il tesoro nascosto della bontà di Dio gli viene rivelato in risposta alla sua preghiera. Che si è restii, sotto il velo delle avversità, a dispiegarlo al momento giusto e in pubblico (agli occhi dei figli dell’uomo) per coloro che, nonostante tutto, sanno credere.
Tutta la storia di David era in queste parole. Questa bontà di Dio era la manna nascosta di cui parlava : « Chi ha orecchio, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese » : « A colui che vince, io darò la manna nascosta, e gli darò una pietra bianca; e su quella pietra è scritto un nome nuovo, che nessuno conosce se non colui che la riceve. « (Apocalisse 2, 17)
Quali macchinazioni possono ancora danneggiare coloro contro i quali il Signore si è piegato con gentilezza ? L’ultimo ringraziamento e nello stesso tempo tutto il salmo ha portato a un ammonimento rivolto a tutti i credenti.
Il diacono Michel Houyoux
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