Mercoledì della terza settimana del tempo ordinario – Anno dispari
Posté par diaconos le 27 janvier 2021
Il seminatore uscì a seminare
# Le parabole del Nuovo Testamento si trovano nei tre vangeli sinottici. Sono racconti allegorici fatti da Gesù di Nazareth e presentano un insegnamento morale e religioso. Ce ne sono circa cinquanta. Seguendo una procedura radicata nella tradizione ebraica, questi racconti intendono presentare delle verità attraverso elementi della vita quotidiana o l’osservazione della natura, ma nel caso di Gesù si allontanano dalla forma semplicemente pedagogica di interpretazione della Legge da parte dei rabbini per evocare il Regno di Dio e i cambiamenti che stanno avvenendo al momento della sua venuta.
La parabola del seminatore è una parabola evangelica raccontata nei tre vangeli sinottici: Matteo XIII, 1-23; Marco IV, 1-20; Luca VIII, 4-15 (così come nell’apocrifo Vangelo secondo Tommaso). Il seminatore, che rappresenta Gesù, getta i semi, alcuni dei quali cadono sul ciglio della strada, sulle rocce e nei cespugli di spine, e il seme va quindi perduto; invece, quando cadono in terra buona, producono frutti fino al centuplo.
Vangelo di Gesù Cristo secondo San Marco
In quel periodo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare presso il mare di Galilea. Una folla molto numerosa si radunò intorno a lui, così che salì su una barca e vi si sedette dentro. Era sul mare, e tutta la folla era in riva al mare. E insegnava loro molte cose in parabole, e nel suo insegnamento diceva loro : « Ascoltate ! Ecco, il seminatore uscì a seminare.
E mentre seminava, il seme cadeva ai margini della strada, e gli uccelli venivano e lo mangiavano tut to. E il seme cadde anche su un terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito spuntò, perché la terra era poco profonda ; e quando il sole sorse, il seme si bruciò, e poiché non aveva radici, appassì.
Anche del grano cadde tra i rovi, e i rovi crebbero e lo soffocarono, e non produsse alcun frutto. Ma altri grani caddero nella buona terra, e diedero frutti crescendo e sviluppandosi, e ne produssero trenta, sessanta, cento, per uno. E Gesù disse : « Chi ha orecchi per udire, ascolti ».
Quando rimase solo, quelli che lo circondavano con i Dodici gli chiesero delle parabole. Disse loro : A voi è dato il mistero del regno di Dio; ma per coloro che sono fuori, tutto è in parabole. E così, come dice il profeta : « Potranno guardare con tutti i loro occhi, ma non vedranno ; potranno ascoltare con tutti i loro orecchi, ma non capiranno; altrimenti si convertiranno e riceveranno il perdono ».
Non capite questa parabola ? Allora come capirete tutte le parabole ? Il seminatore semina la Parola. Ci sono quelli che stanno ai margini della strada dove viene seminata la Parola : quando la sentono, Satana viene subito e porta via la Parola seminata in loro. E allo stesso modo ci sono quelli che hanno ricevuto il seme in luoghi sassosi : quando sentono la parola, la ricevono subito con gioia; ma non hanno radici in loro, sono il popolo di un momento ; se viene l’angoscia o la persecuzione a causa della parola, subito inciampano.
E ci sono altri che hanno ricevuto il seme tra i rovi: questi ascoltano la parola, ma le preoccupazioni del mondo, l’inganno delle ricchezze e tutte le altre concupiscenze li invadono e soffocano la parola, che non dà frutto. E ci sono quelli che hanno ricevuto il seme nel buon terreno : questi ascoltano la parola, la ricevono, e portano frutto: trenta, sessanta, cento, per uno. (Mc 4,1-20)
Gesù predica in parabole
Questo libro contiene: la buona notizia di Gesù Cristo. Matteo aprì il suo con un titolo simile ; ma in conformità al suo scopo, che era quello di annunciare agli ebrei il Messia di Gesù Cristo, lo chiamò « Figlio di Davide, Figlio di Abramo ». Marco diede al suo libro una destinazione più universale, nominando Gesù il Figlio di Dio, attribuendogli così fin dall’inizio la sua dignità divina.
Tischendorf omette queste parole Figlio di Dio, dal Codex Sinaiticus Ireneo, Origene, ecc. ; ma poiché possono essere lette in tutti gli altri manoscritti e in tutte le versioni più antiche, devono essere conservate. Diversi interpreti moderni, seguendo Bengel, hanno fatto delle parole « Inizio del Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio » il titolo di tutto il libro.
La Chiesa primitiva considerava il ministero di Giovanni Battista come il punto di partenza dell’opera della nostra redenzione : « Dal principio, al battesimo di Giovanni, fino al giorno in cui ci fu tolto. Uno di loro deve dunque diventare testimone della sua risurrezione con noi » (Atti 1,22).
Giovanni non solo predicò un battesimo, ma predicò la legge che doveva risvegliare nelle anime il sentimento del peccato e far loro desiderare quel battesimo, che era per loro un battesimo di pentimento, una parola che designa non solo il dolore e l’umiliazione del peccato, ma il conseguente cambiamento delle disposizioni morali : « Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino » (Mt 30, 2).
Questo battesimo di pentimento ha portato alla remissione o al perdono dei peccati. Non che Giovanni stesso fornisse il perdono dei peccati alle persone che battezzava, ma annunciava la venuta di Colui che aveva l’autorità di perdonarli e che battezzava nello Spirito Santo : « Io vi battezzo con acqua, per portarvi al ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più potente di me, e io non sono degno di portare i suoi calzari. Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco. » (Mt 3, 11)
Quanto più grande è la corruzione di questo secolo, tanto più importante è che i servi di Dio diano un esempio di abnegazione. Predicano con la loro vita ancor più che con le loro parole. Il vangelo di Matteo e quello di Luca riportano in modo più dettagliato la predicazione di Giovanni il Battista; il racconto di Marco, più abbreviato del loro e molto vicino nei termini che usa, contiene tratti caratteristici che gli sono propri.
Così questa parola : chinandosi, che dipinge così bene l’atteggiamento umile di Giovanni davanti a Gesù ; e ancora, annunciando che battezzerà con lo Spirito Santo. Questa profezia di Giovanni, relativa al battesimo dello Spirito Santo amministrato da Gesù, mostra che egli fu iniziato alla natura spirituale del suo regno; nessun segno esterno segnò la sua venuta.
Nel Giordano Gesù vide i cieli spaccarsi, e questa espressione energica dipinse la scena ; e in Marco come in Luca la voce divina parlò direttamente a Gesù : « Tu sei il mio Figlio prediletto ; in te mi sono compiaciuto.« In queste poche righe Marco ha raccontato la storia della tentazione, e Matteo e Luca ne hanno dato tutti i dettagli.
Così questa espressione energica: lo Spirito lo getta nel deserto; e anche quesa menzione delle bestie selvatiche, che dà a tutta la scena un carattere unico di solitudine, abbandono e pericolo. Marco, come Luca, riferisce che Gesù fu tentato per tutto il tempo in cui era nel deserto, mentre Matteo pone la tentazione alla fine dei quaranta giorni.
Durante le sue meditazioni solitarie, Gesù fu assalito da pensieri contrari alla volontà divina, dalle suggestioni di Satana, che si riassumevano e concentravano nei tre assalti supremi che Matteo e Luca ci hanno raccontato. Questo tempo era allora compiuto, annunciato dai profeti, sperato e desiderato dai credenti dell’Antica Alleanza, il tempo della salvezza : « Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da una donna e sottoposto alla legge di Mosè » (Gal 4, 4).
Fu allora che Gesù cominciò a fondare il regno di Dio sulla terra, disse : « Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino ». (Mt 3, 2) Solo Marco ha mantenuto questa caratteristica, che i due figli di Zebedeo lasciarono il loro padre nella barca con gli operai.
Diacono Michel Houyoux
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