Giovedì Santo
Posté par diaconos le 1 avril 2021
# Il Triduo Pasquale è un periodo di tre giorni durante il quale la Chiesa celebra la Passione, Morte e Resurrezione di Gesù, che si estende dalla Messa vespertina del Giovedì Santo ai Vespri della Domenica di Pasqua. La messa vespertina del giovedì santo commemora l’ultimo pasto di Gesù con i suoi discepoli, durante il quale stabilì l’Eucaristia e lavò loro i piedi. Non c’è messa il Venerdì Santo, ma verso le tre del pomeriggio si commemora la Passione. Inizia con la Liturgia della Parola, che include letture da Isaia, dal Salmo 30(31) e dalla Lettera agli Ebrei e dal racconto della Passione secondo Giovanni, seguita da una preghiera universale più lunga del solito.
La seconda parte è la venerazione della croce. La terza parte è la comunione data con le ostie consacrate il Giovedì Santo. Dopo la Messa, il Santissimo Sacramento viene trasferito nel deposito. La celebrazione della Passione del Signore inizia con l’arrivo del clero in silenzio, un momento di preghiera silenziosa senza saluto di benvenuto, e la preghiera di apertura senza « Oremus », e si conclude con l’invio di una preghiera (preceduta da « Bow for Benediction ») e la partenza del clero in silenzio dopo la genuflessione alla Croce
# La Chiesa vede nel gesto della lavanda dei piedi un simbolo dell’amore di Dio. Il gesto riassume tutta la vita di Gesù, il quale « non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la Propria vita in riscatto per molti » (Mc 10, 45). Il gesto che compie Gesù non è dunque da intendersi come un rituale di purificazione sullo stile di quelli giudaici, ma viene visto come il simbolo della purificazione che attuerà per coloro che Gli appartengono con la Sua passione, morte e risurrezione, gesto estremo di amore per noi. Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa per i cristiani fare memoria dell’amore che Gesù ha avuto per i suoi discepoli.
La Chiesa cattolica rivive il gesto della lavanda dei piedi durante la liturgia del Giovedì santo, nella Messa in Cena Domini. Questa memoria prende anche il nome di Mandatum. I cistercensi praticavano questo gesto settimanalmente, ogni sabato, all’interno della loro comunità. . A Giovanni Battista, che Gesù avrebbe poi definito il più grande fra i nati di donna, ma che non era chiamato da Cristo a far parte dei Dodici per battezzare in acqua e Spirito Santo, fu riservato il privilegio del Battesimo di Gesù in sola acqua.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo San Luca
In quel periodo Gesù venne a Nazareth, dove era stato allevato. Come era sua abitudine, il sabato entrava nella sinagoga e si alzava per leggere. Gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aprì il libro e trovò il passaggio in cui si dice: Lo Spirito del Signore è su di me perché il Signore mi ha unto. Mi ha mandato a portare buone notizie ai poveri, a proclamare la liberazione dei prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare un anno favorevole del Signore. Gesù chiuse il libro, lo restituì al servo e si sedette. Tutti nella sinagoga lo guardavano. Poi cominciò a dire loro: « Oggi si compie questo passo della Scrittura che avete appena ascoltato. « Lodiamo la Parola di Dio » (Lc 4, 16-21)
Giovedì Santo: Festa dell’Eucaristia
Quando Gesù si alzò, mostrò la sua intenzione di leggere e parlare. Di solito, era il presidente della sinagoga che invitava uno degli assistenti che riteneva adatto a svolgere questa funzione : « Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandavano da loro, dicendo : « Fratelli, se avete una parola di esortazione per il popolo, parlate. Paolo si alzò, agitò la mano e disse : Israeliti, e anche voi che temete Dio, ascoltate » (Atti 13:15-16) ; ma Gesù, pieno del senso della sua santa chiamata, si offrì di parlare, cosa che gli fu immediatamente concessa.
C’erano due porzioni delle Sacre Scritture stabilite per ogni giorno : una dalla legge (parasche), l’altra dai profeti (haphthah). Il libro del profeta Isaia fu dato da leggere a Gesù. Il testo da leggere veniva letto nelle sinagoghe alla festa dell’espiazione (settembre). Ma questo passaggio si presentò provvidenzialmente a Gesù mentre srotolava il libro.
« Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione per annunciare ai miserabili un lieto messaggio ; mi ha mandato a fasciare i cuori spezzati, a proclamare ai prigionieri la libertà e ai confinati l’apertura della prigione, a proclamare l’anno di grazia del Signore. È Gesù che ha parlato, è la sua opera di redenzione che si legge qui. Il resto del capitolo di Isaia ha predetto il ritorno dalla cattività e le benedizioni che il Signore ha riversato sul suo popolo. Ma lo spirito del profeta vedeva più lontano e più in alto; contemplava la presenza e l’opera del grande Redentore promesso a Israele. Ogni parola della sua profezia testimoniava l’autorità di Gesù Cristo.
Gesù ha dichiarato nel modo più solenne che lo Spirito del Signore, l’Eterno, riposa su di lui, perché l’Eterno lo ha unto con questo spirito. Portare buone notizie ai poveri. Questa parola povera, presa in prestito dalla versione dei Settanta, deve essere intesa sia nel suo senso letterale che in quello spirituale. Ma in ebraico la parola così tradotta significa anche umile, mite, afflitto, miserabile (Salmi 86:1 e spesso altrove). La buona notizia che veniva loro annunciata era la guarigione, la consolazione, le ricchezze della grazia.
Guarire il cuore spezzato. Per pubblicare la libertà ai prigionieri. Questa promessa si applicava in primo luogo agli israeliti prigionieri a Babilonia, ma aveva anche a che fare con la libertà morale che Gesù ha dato e che è la fonte di tutte le libertà : ai ciechi il recupero della vista. Questa parola presentava una promessa molto bella che si trovava già altrove nei profeti (Isaia 35:5), e che Gesù realizzò spesso sia fisicamente che spiritualmente per i ciechi del suo tempo.
Per rimettere in libertà coloro che sono stati schiacciati, calpestati, spezzati. Questa parola non si trova nell’ebraico o nella Septuaginta; è stata presa in prestito da Isaia 58:6. Infine, pubblicare l’anno favorevole del Signore. L’ebraico dice : « l’anno accettabile del Signore ». È « l’anno del giubileo, che ricorreva ogni cinquant’anni ; un anno di grazia e di gioia universale, quando il lavoro cessava, gli schiavi venivano liberati, i debiti pagati, i prigionieri amnistiati… Questo anno era un’immagine del regno benedetto del Messia.
Gesù ha letto tutto il capitolo. E c’era qualcosa nel suo modo di leggere che faceva penetrare la parola di Dio nel cuore di tutti. Da qui il vivo interesse con cui tutti aspettavano la sua spiegazione, e da qui gli sguardi di tutti fissi su di lui. Questa scena è stata presa da Luca da un testimone oculare.
Diacono Michel Houyoux
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