Dodicesima domenica del Tempo Ordinario-Anno B
Posté par diaconos le 15 juin 2021
Chi è che anche il vento e il mare gli obbediscono ?
# La tempesta calmata è un miracolo attribuito a Gesù Cristo. È citato in tutti e tre i Vangeli sinottici. È un simbolo che Cristo è venuto a portare la pace a un’umanità presa dalle onde tumultuose della vita. Si dice che questo episodio abbia luogo sul lago Genezareth o sul lago Tiberiade, o sul mare di Galilea o sul lago Kinneret.
È un lago d’acqua dolce con una superficie di 160 km2 situato nel nord-est di Israele tra le alture del Golan e Galilea Cristo dorme nella tempesta, è un olio su tela, 51 × 61 cm, di Eugene Delacroix circa 1853, conservato al Metropolitan Museum of Art di New York.
Delacroix ha dipinto almeno sei versioni di questo passaggio del Nuovo Testamento: svegliato dai suoi discepoli terrorizzati, Cristo li rimprovera per la loro mancanza di fiducia nella Provvidenza.
Questo episodio si chiama il Miracolo della tempesta calmata. Il lago di Genezareth o lago di Tiberiade, o mare di Galilea, lago Kinneret, è un lago d’acqua dolce con una superficie di 160 chilometri quadrati situato nel nord-est di Israele tra le alture del Golan e la Galilea. Nelle prime opere, il paesaggio marino è più importante; in quelle successive, come qui, la barca di Cristo è più importante.
Un’altra opera dello stesso periodo, di composizione simile, olio su tela, 46 × 54 cm, si trova al Portland Art Museum. Un’altra vista, più lontana, è nel Walters Art Museum. Anche questo è un olio su tela, 60 × 73 cm, prodotto nel 1854.
Dal Vangelo secondo Marco
35 Quel giorno, quando venne la sera, disse ai suoi discepoli: « Andiamo dall’altra parte ». » 36 Lasciando la folla, presero Gesù, così com’era, nella barca, e altre barche lo accompagnarono. 37 Si alzò una violenta tempesta. Le onde si infrangevano contro la barca, tanto che si stava già riempiendo. 38 Lui dormiva sul cuscino nella parte posteriore. I discepoli lo svegliarono e gli dissero: « Maestro, ci siamo persi; non ti importa? «
39 Svegliatosi, minacciò il vento e disse al mare: « Taci! « Il vento si placò e ci fu una grande calma. 40 Gesù disse loro: « Perché avete tanta paura? Non avete ancora fede? « 41 Essi erano molto spaventati e si dicevano l’un l’altro: « Chi è costui, che persino il vento e il mare gli obbediscono ? « (Mc 4, 35-41)
Non dobbiamo avere paura !
Quel giorno, quando si fece sera, Gesù disse ai suoi discepoli: « Passiamo dall’altra parte » (Mc 4,35). Quel giorno non era un giorno qualunque, Pietro lo ricordò per tutta la vita. Venne la sera, non solo la dolcezza della sera che scende, ma anche l’ora di tutti i pericoli, l’ora delle prove (Mc 14,17). L’altra riva, non solo la riva opposta del lago, ma anche quel grande passaggio all’altra riva, che è il destino di ogni persona, la sera della sua vita, e che è il suo grande giorno, il giorno di Dio, per il quale tutti gli altri giorni lo preparano.
Tu mi inviti, Signore, a passare dall’altra parte, a superare la mia timidezza per annunciare la Buona Novella del Vangelo, a impegnarmi al servizio dei miei fratelli, a rompere con le mie cattive abitudini.
Mentre attraversava il lago di Tiberiade, Gesù si addormentò nella parte posteriore della barca. Il vento si alzò e la forza del vento aumentò così fortemente che la loro barca era in pericolo di affondare: « Venne una violenta tempesta, con onde che si infrangevano sulla barca, tanto che già si riempiva d’acqua. » (Mc 4, 37)
Il lago di Tiberiade è famoso per le sue inaspettate e violente burrasche che scendono dalle alture del Golan. Ma non c’è bisogno di essere in mare per sperimentare le tempeste. Tutte le lingue del mondo usano questa parola per designare la prova improvvisa che colpisce qualcuno: beffa, incidente, fallimento e ricaduta, paura di perdere il lavoro, una malattia grave che viene diagnosticata….
I suoi compagni lo svegliano e gli gridano : « Siamo perduti; non ti importa ? » (Mc 4, 38b) Questa è una bella preghiera che potremmo pregare nei nostri tempi di prova. Quali sono le mie tempeste ? Dio li calmerà? Sembra che tu stia dormendo Signore, sto lottando da solo, questo non ti preoccupa ?
« Trasportati in cielo, ricadendo nell’abisso, erano malati di stomaco. Nella loro angoscia gridarono al Signore, ed egli li fece uscire dalla loro angoscia, facendo tacere la tempesta, facendo tacere le onde » (Sal 107, 26-29) Fu nel mezzo della tempesta che il Signore ricordò a Giobbe che Lui è il padrone, capace di porre limiti e fermare l’orgoglio delle sue onde. Allora Giobbe si inchinò nella fede.
I discepoli di Gesù, esperti pescatori, avevano il terrore di perdersi. In realtà, mancava loro solo la fede, cioè la fiducia dell’amore, avendo indubbiamente capito Cristo a modo nostro. (2a lettura) Non è una fede qualsiasi che calma le nostre tempeste interiori, è la fede in Gesù Cristo, morto e risorto. Gesù è vicino a noi, invisibile. Certo, non ci toglie le difficoltà, ma ci dà la forza interiore per sopportarle : « Dove abbonda il male, la mia grazia trabocca ».
Per tutta la sua vita, Gesù ci ha mostrato che la nostra condizione non lo lascia indifferente. Ci promette la felicità. Il nostro tempo è breve, non dimentichiamolo. Confidiamo che Gesù ci aiuti ad attraccare al porto dell’eternità, dove l’amore festeggia con gioia. Il grande messaggio di questo Vangelo è che in mezzo alla tempesta Gesù è lì con noi, con la sua Chiesa. Non ci abbandona mai, anche quando sembra addormentato e indifferente a quello che succede.
Per aiutarci a capire questo, ecco un commento di Sant’Agostino: « Quando diciamo che Dio dorme, siamo noi che dormiamo; e quando diciamo che Dio si alza, siamo noi che ci svegliamo. Infatti, il Signore dormiva nella barca, e se essa era scossa, era perché Gesù stava dormendo. La tua barca è il tuo cuore. E Gesù, nella barca, è la fede nel tuo cuore. Se ti ricordi della tua fede, il tuo cuore non è turbato, ma se dimentichi la tua fede, Cristo si addormenta e tu rischi di naufragare… «
Non esitiamo a chiamare con forza Cristo nel cuore delle nostre tempeste. I discepoli l’hanno fatto. Non dubitiamo mai della presenza del Signore anche quando tutto va male. Confidiamo! Non dobbiamo avere paura! Rendiamo grazie al Signore risorto che è sempre presente nel cuore della nostra vita e delle nostre tempeste.
Diacono Michel Houyoux
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