Diciassettesima domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Posté par diaconos le 20 juillet 2021
Prendete e mangiate !
# La moltiplicazione dei pani è il nome dato a due « miracoli » compiuti da Gesù di Nazareth secondo i testi dei Vangeli: Matteo, capitolo 14, versetti 14-21, poi ancora 15, 32-38; Marco 6, 34-44, poi ancora Marco 8, 1-9; Luca 9, 12-17; Giovanni 6, 5-14. La prima moltiplicazione dei pani avviene dopo la morte di Giovanni Battista per volere di Erode Antipa, in risposta al desiderio di sua figlia Salomè, e la guarigione dei malati.
Più tardi avviene una seconda moltiplicazione dei pani che coinvolge un numero diverso di persone. Matteo e Marco sono gli unici evangelisti a registrarlo. Alcuni esegeti pensavano che fosse lo stesso evento raccontato due volte. Tuttavia, i due « miracoli » non hanno avuto luogo nello stesso luogo, in un caso c’erano cinquemila persone, nell’altro caso erano quattromila. Anche il numero di cesti di pane in eccesso era diverso.
Gesù più tardi si riferì ai due miracoli, distinguendoli chiaramente (Mt 16,9-11). Per il Dottore della Chiesa Giovanni Crisostomo, Gesù in questo miracolo si poneva effettivamente come il creatore del cielo e della terra. Ha incoraggiato la gente a pregare prima di mangiare e ha voluto mostrare l’importanza della condivisione. I teologi moderni direbbero che la moltiplicazione dei pani è il simbolo della Parola data da Cristo, una parola che ha nutrito gli uomini per secoli.
Per Sant’Efrem, Gesù ha dato generosamente senza contare il costo in questo miracolo. Ha dato così tanto che sono rimasti dodici cesti. Il santo ha anche paragonato Gesù a Mosè, che ha nutrito il popolo liberato dalla schiavitù con la manna dal cielo. Per Benedetto XVI, nell’Angelus del 31 luglio 2011, questo gesto messianico è un simbolo di condivisione fraterna, ma anche un simbolo del cammino che gli apostoli dovranno seguire, cioè trasmettere la Buona Novella.
Nell’Angelus del 29 luglio 2012, Benedetto XVI ha sottolineato che questa moltiplicazione è l’inizio dell’Eucaristia, che continua ancora oggi. Secondo alcune interpretazioni teologiche, prefigura l’Ultima Cena, l’ultimo pasto di Gesù con i suoi discepoli, stabilendo il rito dell’Eucaristia in cui il pane incarna il corpo di Gesù, dato in sacrificio sulla croce per salvare l’umanità. Per gli storici, gli eventi evocati dagli evangelisti con queste due relazioni rimangono enigmatici, anche se sono state avanzate alcune ipotesi
Dal Vangelo secondo Giovanni
01 Dopo queste cose, Gesù si recò dall’altra parte del mare di Galilea, il lago di Tiberiade. 02 Una grande folla lo seguiva, perché aveva visto i segni che egli compiva sui malati. 03 Gesù salì sul monte e lì si sedette con i suoi discepoli. 04 Or la Pasqua, la festa dei Giudei, era vicina. 05 Gesù alzò gli occhi e vide che una gran folla veniva a lui. Egli disse a Filippo: « Dove possiamo comprare del pane per farli mangiare? » 06 Disse questo per metterlo alla prova, perché sapeva quello che stava per fare. 07 Filippo rispose: « Duecento giorni di salario non basterebbero perché tutti abbiano un po’ di pane.
08 Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, gli disse: 09 « Là c’è un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci, ma cos’è questo per tanta gente? ». 10 Gesù disse: « Fate sedere il popolo ». C’era molta erba. Così si sedettero, circa cinquemila di loro. 11 Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente a tavola; diede loro anche tanto pesce quanto ne volevano. 12 Quando ebbero mangiato a sazietà, disse ai suoi discepoli: « Raccogliete i pezzi in più, perché nulla vada perduto ».
13 Allora li raccolsero e riempirono dodici ceste con i pezzi dei cinque pani d’orzo che erano avanzati per coloro che prendevano questo cibo. 14 Quando la gente vide il segno che Gesù aveva compiuto, disse: « Questo è veramente il Profeta che è stato annunciato, colui che viene nel mondo ». 15 Ma Gesù sapeva che venivano a portarlo via per farne il loro re; così si ritirò di nuovo sui monti da solo. (Gv 6,1-15)
Gesù nutre la folla
Quando Gesù ebbe attraversato l’altra sponda del lago di Tiberiade, salì sulla montagna e si sedette con i suoi discepoli. Era seguito da tutti i suoi fan, desiderosi di segni e guarigioni. Vedendo la grande folla che veniva da lui, Gesù provò un’immensa compassione e pietà per la gente, che si aspettava tutto da lui. Gesù vide i bisogni del popolo. Il miracolo che fece fu un atto d’amore. Gesù disse a Filippo : « Dove possiamo comprare del pane per farli mangiare ? »
Questa domanda è ancora attuale. Gesù ci chiede di guardare ai bisogni più naturali delle persone: che abbiano da mangiare! Sta dicendo : semplicemente per mangiare ! Gesù ci riporta alla nostra vita quotidiana, al nostro pane quotidiano. Amare… È lì, nei servizi ordinari dei nostri giorni, che dobbiamo amare.
In quella folla c’era un ragazzo che aveva cinque pani d’orzo e due pesci. Lui aveva delle provviste e gli altri non avevano niente da mangiare. Gesù fu colpito dalla miseria della folla e fece un miracolo. Prima di Saint Vincent de Paul, prima dell’Abbé Pierre, prima di Coluche, ha lanciato i primi Restos du Coeur. Servì alla folla un pasto gratuito: pane e pesce, senza lesinare sulla quantità: gli avanzi riempirono dodici ceste !
rima di nutrire la mente e il cuore, Gesù sa che dobbiamo prima nutrire i corpi. Non dobbiamo mai dimenticare questi bisogni primari: dare cibo! Questa priorità per i poveri, di cui parlava Papa Giovanni Paolo II, è un atteggiamento profondamente evangelico : « Vi do questo pane perché vi amo. »
Gesù vuole che scopriamo nella moltiplicazione dei pani l’annuncio dell’Eucaristia. Così, in questo racconto, eravamo vicini alla festa della Pasqua ebraica, la data dell’ultima cena e del sacrificio della croce : Gesù prese il pane e rese grazie (questa è la parola « Eucaristia » e lo distribuì come fece la sera del giovedì santo. L’ordine dato a Filippo di prendere del pane per sfamare la folla, e la presenza degli apostoli che riempiono dodici ceste con i pezzi rimasti, è un’allusione alla Chiesa che viene invitata a distribuire il Pane di Vita (l’Eucaristia) al popolo.
Tutti gli occhi sono rivolti a te : essi sperano e tu dai loro il cibo a tempo debito ; quando apri la tua mano, riempi e soddisfi tutti i viventi » (Salmo 144). In ogni celebrazione eucaristica, siamo invitati a questo stesso gesto di donazione che Dio può moltiplicare. Ci rendiamo conto che siamo ospiti alla tavola del Signore ? Questo racconto evangelico è una chiamata alla generosità e alla condivisione. Ma ci dice anche che nulla è insignificante, e che non dobbiamo mai scoraggiarci per la debolezza dei nostri mezzi. Offriamo le nostre piccole capacità al Signore, lui saprà come moltiplicarle.
Diacono Michel Houyoux
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