Ventiquattresimo giorno del Tempo Ordinario – Anno B
Posté par diaconos le 7 septembre 2021
Inviato da diaconos il 6 settembre 2021
Tu es Petrus è una frase latina tratta dal Vangelo di San Matteo, capitolo 16, versetto 18. Le tre parole sono le prime del versetto che, secondo la Chiesa cattolica, Gesù Cristo affida all’apostolo Pietro il governo della sua Chiesa: « Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa ». Il verso, messo in musica sotto forma di mottetto o inno liturgico, è comunemente cantato nelle celebrazioni a cui partecipa il Papa.
Questo versetto del Vangelo di Matteo è l’argomento scritturale spesso presentato dalla Chiesa cattolica per attestare il primato di Pietro tra gli apostoli. Altri sono presi dal libro degli Atti (Atti , 15, 2, 14, 15:7) in cui è chiaro che Pietro aveva un posto speciale nella Chiesa primitiva. Da quando Pietro è diventato vescovo di Roma, la Chiesa cattolica assicura che i successori di Pietro nella sede episcopale di Roma godono dello stesso primato nel collegio dei vescovi della Chiesa. Per i cattolici, l’episodio della visita di Pietro e Giovanni alla tomba (Gv 20,3-8) conferma il primato del discepolo Pietro.
Mentre le varie Chiese cristiane nel loro insieme riconoscono il primato apostolico del successore di Pietro nella sede episcopale di Roma, il modo in cui questo ministero si è sviluppato nel corso dei secoli ed è esercitato oggi da Papa Francesco non è accettato da queste stesse Chiese e comunità cristiane non cattoliche. Alla base della cupola della Basilica di San Pietro a Roma si può leggere il Tu es Petrus e le parole di Gesù Cristo a Pietro riportate nel Vangelo di Matteo (Mt 16, 18,19). Le lettere sono molto grandi (due metri di altezza ciascuna) e sono nere su uno sfondo dorato.
Il versetto scritturale è illuminato dalle 16 vetrate della cupola, tipica opera architettonica di Michelangelo. Nel cristianesimo, le chiavi sono le chiavi del regno dei cieli per San Pietro: « E io ti dico che tu sei Pietro, e su questa pietra costruirò la mia chiesa. Ti darò le chiavi del regno dei cieli. Ciò che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e ciò che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo » (Mt 16,18-19).
Dal Vangelo secondo Marco
27 Gesù se ne andò con i suoi discepoli nei villaggi intorno a Cesarea di Filippo. Lungo la strada chiese ai suoi discepoli : « Chi dice la gente che io sia ? « 28 Gli risposero : « Giovanni Battista », altri « Elia », altri ancora « uno dei profeti ». 29 Ed egli chiese loro : « Che cosa dite ? Chi pensi che io sia ? Pietro rispose : « Tu sei il Cristo ». 30 Poi proibì loro con forza di parlare di lui a chiunque.
31 Egli cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo deve soffrire molte cose, ed essere rigettato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, ed essere ucciso, e dopo tre giorni risorgere. 32 Gesù disse queste parole apertamente. Pietro lo prese da parte e cominciò a rimproverarlo aspramente. 33 Ma Gesù si voltò e, vedendo i suoi discepoli, chiamò Pietro bruscamente : « Vattene dietro di me, Satana! I vostri pensieri non sono di Dio, ma di uomini.
34 Chiamando la folla con i suoi discepoli, disse loro : « Se qualcuno vuole seguirmi, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua ». 35 Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. (Mc 8,27-35)
Gesù riconosciuto come il Cristo da Pietro
Sulla strada per Cesarea di Filippo, Gesù chiese ai suoi discepoli delle opinioni che erano state espresse su di lui. Gliene hanno raccontate alcune. Gesù chiese loro cosa provassero per lui. Pietro lo proclamò come il Cristo. Gesù proibì ai discepoli di dirlo. Gesù iniziò allora ad annunciare categoricamente la sua morte e risurrezione. Pietro cercò di rimproverarlo, ma fu a sua volta rimproverato da Gesù.
Gesù chiamò la folla con i suoi discepoli e disse che per seguirlo bisognava prendere la propria croce: « Chi vuole salvare la propria vita la perderà. Ora l’anima è di tale prezzo che il mondo intero non può compensare la sua perdita, perché dobbiamo guardare al tempo in cui Gesù, venendo a giudicare, si vergognerà di chiunque si sia vergognato di lui. Molti non moriranno finché non vedranno il regno di Dio venire con potenza.
Dopo la confessione di Pietro, Gesù gli rivolse le parole che sono diventate famose nella storia della Chiesa: « Beato te, Simone, figlio di Jona ». Nella sua predicazione, Pietro non ha raccontato ciò che avrebbe potuto elevarlo agli occhi dei suoi ascoltatori. Piuttosto, ha ricordato ciò che lo avrebbe umiliato.
Qualunque sia il motivo di Marco per non menzionare la promessa di Gesù a Pietro, non possiamo non trovare molto giusta questa riflessione di Teodoro de Bèze : « Chi crederà che né Pietro né Marco avrebbero omesso il famoso Tu sei Pietro », se avessero considerato che la fondazione della Chiesa consisteva in queste parole ?
Pietro rimproverò Gesù e Gesù rimproverò Pietro. Mentre Gesù si allontanava da Pietro e si dirigeva verso i suoi discepoli, intuì l’impressione che essi potevano aver ricevuto dalle parole incaute di Pietro, e temeva che essi condividessero troppo i suoi sentimenti; così diede una severità salutare al suo rimprovero. Tutti devono perdere la propria vita per amore di Gesù e del Vangelo.
A che cosa servirebbe a ciascuno aver conservato la propria vita e aver vinto il mondo intero, se Gesù, il giorno in cui verrà nella sua gloria a regolare la sorte definitiva di tutti, lo dichiara indegno di avere una parte nel suo regno e lo esclude da esso ?
Diacono Michel Houyoux
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