Trentesima domenica settimana del tempo ordinario
Posté par diaconos le 19 octobre 2021
Rabbouni, che io possa riacquistare la vista
# Il Vocabolario tecnico e critico di filosofia di André Lalande ha dedicato una sezione al termine miracolo. Rifiuta la definizione di allontanamento dalle leggi della natura proposta da David Hume, che rifiutava i miracoli, e cita Tommaso d’Aquino (quae praeter ordinem communiter statutum in rebus quandoque divinitus fiunt), Malebranche, secondo il quale un miracolo può essere inteso o come un evento che non dipende dalle leggi generali conosciute dagli uomini, o un effetto che non dipende da nessuna legge conosciuta o sconosciuta, e propone quella di un evento che non è conforme all’ordine abituale dei fatti della stessa natura.
Inoltre, dà ampio spazio alle proposte di Edouard Leroy, che si possono riassumere così: Fatto sensibile eccezionale straordinario, significativo nell’ordine religioso, inserito nella serie fenomenica ordinaria, privo di una spiegazione scientifica soddisfacente, non prevedibile né riproducibile volontariamente, che costituisce un segno derivante dalla fede, rivolto alla fede e compreso nella fede. Nei Vangeli, Bartimeo, il cui nome significa « figlio di Timeo » in aramaico, è il nome del cieco guarito da Gesù all’entrata di Gerico.
Questo episodio si verifica in tutti e tre i vangeli sinottici (Marco, Matteo e Luca), ma il nome Bartimeo appare solo in Marco. Bartimeo implorò: « Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me ». Questo episodio può essere letto come una parabola della scoperta della fede. Così, all’inizio, Bartimeo era cieco – seduto – al lato della strada. Alla fine, Bartimeo divenne un veggente e seguì Gesù sulla strada. Esegesi liberale di Renan e Strauss: Gerd Theissen riferisce che David Friedrich Strauss, nella sua Vita di Gesù (1836), vedeva i miracoli di Gesù come miti creati a scopo apologetico, intesi a superare i profeti del Vecchio Testamento nel presentare Gesù come il Messia promesso.
Gesù stesso sarebbe stato piuttosto riluttante, ma avrebbe dovuto soddisfare le aspettative. Allo stesso modo, nella sua Vita di Gesù, il primo volume della Storia delle Origini del Cristianesimo, Ernest Renan colloca Gesù come operatore di miracoli nel contesto culturale della società del primo secolo, che esigeva i miracoli : « Gesù avrebbe ostinatamente rifiutato di compiere prodigi se la folla li avesse creati per lui; il miracolo più grande sarebbe stato se non li avesse compiuti », poiché il miracolo era di solito opera del pubblico piuttosto che di colui al quale veniva attribuito. Analizzando l’episodio della resurrezione di Lazzaro come esempio, Renan propone la seguente ipotesi: « Stanchi della scarsa accoglienza che il regno di Dio trovava nella capitale, gli amici di Gesù desideravano un grande miracolo che colpisse l’incredulità gerosolimitana. La resurrezione di un uomo conosciuto a Gerusalemme deve essere sembrata la più convincente.
Dal Vangelo secondo Marco
48 Molti lo rimproveravano per farlo tacere, ma egli gridava più forte : « Figlio di Davide, abbi pietà di me! » 49 Gesù si fermò e disse: « Chiamalo ». Allora chiamarono il cieco e gli dissero : « Fidati, alzati; ti sta chiamando ». 50 Il cieco si tolse il mantello, saltò in piedi e corse da Gesù. 51 Gesù parlò e gli disse : « Che vuoi che faccia per te ? ». Il cieco gli disse : « Rabboni, fammi vedere di nuovo ! » 52 E Gesù gli disse : « Va’, la tua fede ti ha salvato ». Immediatamente l’uomo ricevette la vista e seguì Gesù sulla strada. (Mc 10, 46b-52)
Il cieco Bartimeo
« E giunsero a Gerico. E mentre usciva da Gerico con i suoi discepoli e una grande folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, un mendicante cieco, era seduto sul ciglio della strada. » (Mc 10,46) Solo Marco fece conoscere questo mendicante cieco con il suo nome e persino con il nome di suo padre. Bartimaeus significa figlio di Timeo; questi nomi patronimici, Bartholomew, Barjesus, Barsabas, erano usati come nomi propri. Il cieco guarito da Gesù divenne in seguito un noto cristiano nella Chiesa Apostolica, e così il suo nome fu conservato dalla tradizione.
« La grande fede di questo cieco, che invocava colui che il popolo proclamava essere il Nazareno come figlio di Davide » (Bengel), mostra quanto fosse diffusa tra la gente la convinzione che Gesù fosse il Messia. Gesù si fermò e disse: « Chiamatelo ». E chiamano il cieco, dicendogli Sii di buon umore, alzati ; egli ti chiama. (Mc 10,49) Queste varie parole di incoraggiamento furono sentite da varie voci nella folla, la stessa folla che voleva impedire al cieco di gridare.
Gesù si commosse e si fermò alla testa della sua numerosa processione quando sentì le grida di questo mendicante; questa compassione penetrò nei cuori. Niente è più contagioso del vero amore. Solo Marco ha dato questo dettaglio. E Gesù, rispondendo, gli disse : « Cosa vuoi che faccia per te ? (Mc 10,51) E il cieco disse : « Rabboni, fammi vedere di nuovo ! Il grido di Rabboni (il mio Maestro), che esce dal suo cuore, ci dice tutto sulla sua fiducia.
Il Diacono Michel Houyoux
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