Domenica delle Palme e della Passione
Posté par diaconos le 5 avril 2022
Gesù davanti a Pilato
Sulla passione di Gesù Cristo
Gesù ha dimenticato se stesso, si è sacrificato completamente. Aveva solo una paura: che in mezzo alle imboscate dei suoi nemici, non sarebbe stato in grado di celebrare la Pasqua con il suo popolo e istituire la Cena del Signore. Gesù non è andato a sostituire l’agnello pasquale con l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo e che era il vero oggetto della cena ?
Possiamo concludere da queste parole, ‘Non berrò più dalla vite’, che Gesù non ha bevuto dal calice dell’ultima cena. Matteo pone queste parole dopo l’istituzione della Cena del Signore. I vangeli di Matteo e di Marco dicono: questo è il mio corpo; le parole: che è dato per voi, sono proprie di Luca, la cui relazione è in accordo con quella di Paolo (1 Corinzi 11:24), tranne che sostituisce la parola dato con quella di spezzato.
Quest’ultimo termine corrispondeva esattamente all’azione simbolica che Gesù stava compiendo in quel momento nello spezzare il pane; e annunciava che il corpo del Salvatore stava per essere spezzato nella sofferenza e nella morte. L’espressione di Luca equivale alla stessa cosa: dato per voi, significa consegnato alla morte, come indicano chiaramente il contesto e la situazione (Gal. 1 , 4 ; 1 Tim. 2 , 6 ; 1 Tim. 2, 14).
Queste ultime parole, omesse da Matteo e Marco, sono riportate anche da Paolo, che le ripete due volte, aggiungendo, a proposito del calice, « tutte le volte che lo bevete ». Questo rende chiaro che Gesù non intendeva celebrare la Cena del Signore solo con i suoi primi discepoli, ma che la stabilì nella sua Chiesa come « memoriale » della sua persona e della sua opera per tutti i tempi.
Gesù, separandosi dai suoi che amava, voleva rimanere e vivere tra loro. La dottrina zwingliana che la Cena del Signore è un ricordo di Cristo e della Sua morte è basata su una parola pronunciata da Gesù mentre distribuiva i simboli del Suo sacrificio, ma non esaurisce il significato di questo sacramento, come mostrano le altre parole dell’istituzione.
Il Nuovo Testamento contiene due resoconti dell’istituzione della Cena del Signore che, pur essendo in piena armonia di pensiero, differiscono per alcuni aspetti nella formulazione: da un lato, quelli di Matteo e Marco, che non usano espressioni identiche; dall’altro, quelli di Paolo e Luca, che non sono nemmeno una riproduzione letterale dell’altro. Questa unità nella diversità è una delle caratteristiche di tutto il Vangelo.
La tradizione apostolica non è mai stata fusa in uno stampo uniforme. Tra le due formule, quella di Paolo e di Luca è, per certi aspetti, la più completa, e che, d’altra parte, l’apostolo dichiara solennemente di aver ricevuto dal Signore ciò che scrive sull’istituzione della Cena del Signore.
Gesù vide nella sua morte, che fu causata dal crimine di Giuda, il compimento della volontà di Dio suo Padre. Questa disgrazia è accompagnata, nei primi due Vangeli, dalla dichiarazione della triste condizione in cui Giuda si trovava. Il traditore chiese, come gli altri discepoli: « Sono io, Rabbi? Al che Gesù rispose : « Sì, l’hai detto ».
Queste parole di Gesù furono pronunciate subito dopo che Giuda aveva ricevuto la Cena del Signore dalla sua mano! Tra i discepoli sorse una disputa sulla domanda : « Chi è il più grande ? » Gesù disse loro di non farsi guidare dall’esempio dei re delle nazioni e dal principio del trionfo della forza. Nella nuova società che stavano formando tra di loro, il più grande sarà come il più piccolo, secondo l’esempio dato loro da Gesù, che era tra di loro in atteggiamento di servo.
L’ambizione che li animava, in ciò che aveva di legittimo, riceverà comunque soddisfazione: a coloro che hanno perseverato con lui nelle sue prove, Gesù promette di disporre del regno in loro favore: mangeranno alla sua tavola e, seduti sui troni, giudicheranno le dodici tribù d’IsraeleGesù rivelò ai discepoli, e a Simone in particolare, la grande tentazione che stavano per attraversare.
Ha pregato per Pietro affinché la sua fede non venisse meno; gli ha comandato, quando è stato risuscitato, di rafforzare i suoi fratelli. Pietro si dichiarò pronto ad andare con Gesù in prigione e alla morte. Gesù allora gli disse che presto sarebbe caduto. Gesù ricordò loro i facili inizi della loro vocazione, quando li mandò fuori senza alcuna risorsa e tuttavia non mancò loro nulla.
Ora la loro condizione sarà cambiata: dovranno dotarsi di provviste e di mezzi di difesa, perché la parola che annunciava che il loro padrone sarebbe stato messo tra i malfattori si compirà e il suo destino terreno avrà fine. I discepoli presentarono a Gesù due spade. Gesù disse loro: « Basta così !
Non era la prima volta che i discepoli erano occupati da pensieri di orgoglio e ambizione. La ragione della nuova disputa, che sorse mentre si sedettero a mangiare, poteva essere il posto d’onore che ciascuno rivendicava, o il fatto che nessuno voleva occuparsi dell’abluzione dei piedi, che era consueta tra gli ebrei prima di ogni pasto.
Se questa era la causa della loro disputa, l’atto di profonda umiltà di Gesù nel lavare i piedi di tutti era ancora più probabile che li confondesse. Per tutta la sua vita Gesù fu come uno che serve; ma è probabile che abbia fatto un riferimento speciale al servizio da schiavo che aveva appena reso ai suoi, lavando loro i piedi. Tutte le persecuzioni, i disprezzi, gli odi, le sofferenze che ha dovuto sopportare dal mondo e che i suoi discepoli hanno condiviso con lui.
Il Figlio di Dio ha condiviso tutte le sue prerogative con i suoi discepoli. Sedersi alla sua tavola nel suo regno è un’immagine della comunione intima con lui e della pienezza della vita e della gioia celeste. Sedersi sui troni e partecipare al giudizio del mondo significa essere associati alla potenza e alla gloria del Salvatore stesso.
Il Diacono Michel Houyoux
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♥ Domenica delle Palme e della Passione del Signore
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