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Si tu veux être parfait, va, vends ce que tu possèdes, donne-le aux pauvres, et tu auras un trésor dans les cieux

Posté par diaconos le 29 août 2022

Mc 10,17-30. Que dois-je faire pour avoir en héritage la vie éternelle ? -  Jardinier de Dieu

De l’Évangile de Jésus Christ selon saint Matthieu

En ce temps-là,  voici que quelqu’un s’approcha de Jésus et lui dit : « Maître, que dois-je faire de bon pour avoir la vie éternelle ? »Jésus lui dit : « Pourquoi m’interroges-tu sur ce qui est bon ? Celui qui est bon, c’est Dieu, et lui seul ! Si tu veux entrer dans la vie, observe les commandements. »  Il lui dit : Lesquels ? » Jésus reprit : « Tu ne commettras pas de meurtre. Tu ne commettras pas d’adultère. Tu ne commettras pas de vol. Tu ne porteras pas de faux témoignage.  Honore ton père et ta mère. Et aussi : Tu aimeras ton prochain comme toi-même. »  Le jeune homme lui dit : « «Tout cela, je l’ai observé : que me manque-t-il encore ? »

  Jésus lui répondit : « Si tu veux être parfait, va, vends ce que tu possèdes, donne-le aux pauvres, et tu auras un trésor dans les cieux. Puis viens, suis-moi »  À ces mots, le jeune homme s’en alla tout triste, car il avait de grands biens. (Mt 19, 16-22)

Doctrine sociale de l’Eglis

La doctrine sociale de l’Église propose des principes de réflexion ; elle dégage des critères de jugement  ; elle donne des orientations pour agir. Tout système suivant lequel les rapports sociaux seraient entièrement détournés par les facteurs économiques est contraire à la nature des personnes et de leurs actes. Dans son travail, toute personne exerce et accomplit une part des capacités inscrites dans sa nature. La valeur primordiale du travail tient à la personne, qui est l’auteur et le destinataire : le travail est pour la personne et non la personne pour le travail. L’accès au travail et à la profession doit être ouvert à tous sans discriminations injustes, hommes et femmes, bien portants et handicapés, autochtones et immigrés.

Sur le plan international, l’inégalité es ressources et des moyens économiques est telle qu’elle provoque entre les nations un véritable fossé. Il y a d’un côté ceux qui détiennent et développent les moyens de la croissance et de l’autre côté ceux qui accumulent les dettes. Les biens de la création sont destinés à, tout le genre humain. Cependant la terre est répartie entre les personnes pour assuré la sécurité de leur vie. l’appropriation des biens est légitime pour garantir la liberté et la dignité& des personnes, pour aider chacun à subvenir à ses besoins fondamentaux et aux besoins dont il a la charge. Elle doit permettre que se manifeste une solidarité naturelle entre les personnes.

Diacre Michel Houyoux

Complément

◊ Catéchèse : cliquez ici pour lire l’article → Tu ne tueras pas l’innocent et le juste (Exode 23,7)

Liens avec d’autres sites web chrétiens

◊ Sint Unum  (Milano)  : cliquez ici pour lire l’article → QUE DOIS-JE FAIRE DE BON POUR OBTENIR LA VIE ÉTERNELLE

◊ évangéliser.net   : cliquez ici pour lire l’article →  Que dois-je faire pour hériter de la vie éternelle ?”

Prédication du pasteur Marc Pernot  : »Avoir un trésor dans les cieux »

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Ventitreesima domenica del Tempo Ordinario dell’anno C

Posté par diaconos le 29 août 2022

Ascoltare, conoscere e seguire Gesù

Ascoltare, conoscere e seguire Gesù

# La torre incompiuta è una parabola scritta nel Vangelo di Luca. Affronta i temi della riflessione, della rinuncia e del perdono. Il Dottore della Chiesa Gregorio Magno ha dedicato la sua omelia 37 a questo passo della Bibbia. Ha intitolato il suo discorso « Le condizioni del discepolato ». « Se la nostra anima tiene conto della natura e dell’abbondanza di ciò che le viene promesso in cielo, farà buon uso di tutto ciò che possiede su questa terra », dice Gregorio Magno. « Ma queste grandi ricompense possono essere ottenute solo con grandi e laboriose prove… Dobbiamo far precedere tutte le nostre azioni da uno sforzo di riflessione…

… Lavate le macchie dei vostri peccati con le vostre lacrime, asciugatele con le elemosine, espiatatele con il santo sacrificio. Il santo conclude dicendo che bisogna riporre la propria speranza nel Redentore e non nei beni materiali. Il domenicano Giovanni Tauler precisa che per quanto riguarda il portare la propria croce, per quanto riguarda la rinuncia: « È quindi giusto che pratichiamo la piena rinuncia per acquisire il bene puro che è Dio, e che in questo modo seguiamo il nostro Capo. Per lui è necessario saper perdere tutto per Dio, e anche soffrire.

Il tesoro nascosto sono i Vangeli per Giovanni Crisostomo2. La cosa più importante per un uomo è avere fede. Ma non lasciandola sola, bensì alimentandola con azioni che seguano i valori difesi da Gesù, come la carità, il perdono e soprattutto l’ascolto, precisa. Ne parla citando un’altra metafora: la parabola della rete.

La parabola sul banchetto di nozze di Gesù Cristo si conclude con la frase che è diventata un famoso proverbio : « Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti ». Questa frase riassume da sola la spiegazione della metafora e ricorda molte altre parabole di Cristo: bisogna credere e seguire le virtù della Chiesa per essere scelti ed entrare in Paradiso, non nelle tenebre della dannazione. Jan Luyken: L’uomo senza abito nuziale, dalla Bibbia di Bowyer. Questa parabola compare anche nel libro dei Proverbi.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca

In quel tempo grandi folle andavano con Gesù, ed egli si voltò e disse loro : « Se qualcuno viene a me e non mi preferisce a suo padre, a sua madre, a sua moglie, ai suoi figli, ai suoi fratelli e sorelle e perfino alla sua stessa vita, non può essere mio discepolo ». Chi non porta la sua croce per seguirmi non può essere mio discepolo. Chi di voi, quando vuole costruire una torre, non si mette prima a calcolare il costo e a vedere se ha abbastanza per andare fino in fondo ?

Perché se getta le fondamenta e non è in grado di finire, tutti quelli che lo vedranno rideranno di lui : « Ecco un uomo che ha iniziato a costruire e non è stato in grado di finire ! » E quale re c’è che, andando in guerra contro un altro re, non inizia sedendosi per vedere se può, con diecimila uomini, affrontare l’altro che sta marciando contro di lui con ventimila ? Se non può, invia una delegazione quando l’altro è ancora lontano per chiedere le condizioni di pace. Quindi, chi di voi non rinuncia a tutto ciò che è suo non può essere mio discepolo. (Lc 14, 25-33)

Condizioni per seguire Gesù

Grandi folle seguirono Gesù. Gesù li avvertì che per essere suoi discepoli dovevano essere in grado di odiare i propri simili e portare la propria croce mentre lo seguivano. Due parabole per insegnare la previsione L’uomo che costruì una torre Gesù invitò chi decideva di costruire una torre a calcolarne il costo, per non essere deriso se non fosse riuscito a portare a termine la sua impresa. Il tesoro nascosto è costituito dai Vangeli per Giovanni Crisostomo. La cosa più importante per un uomo è avere fede. Ma non lasciandola sola, bensì alimentandola con azioni che seguano i valori difesi da Gesù, come la carità, il perdono e, soprattutto, l’ascolto, dice. Ne parla citando un’altra metafora: la parabola della rete. Che siano prudenti, come un re che va in guerra solo se si sente abbastanza forte da vincere.

Chi non rinuncia a tutto non può essere discepolo di Gesù. I discepoli avevano un ruolo bellissimo, quello del sale, ma se non lo svolgevano, la loro condizione era ancora più miserabile. Chi ha orecchie per ascoltare, ascolti. Dopo aver lasciato la casa del fariseo, Gesù tornò a Gerusalemme. Tra la grande folla che lo accompagnava c’erano anche i pellegrini che si recavano a Gerusalemme per la festa di Pasqua. C’era ancora una spinta entusiastica e carnale tra la maggior parte di loro; Gesù, per chiarire ogni equivoco e metterli in guardia da una professione affrettata, diede loro un avvertimento serio, persino severo.  »E chi non porta la propria croce e non mi segue, non può essere mio discepolo » (Lc 14, 27).

La rinuncia assoluta prescritta da Gesù non basta a fare di un uomo un suo discepolo; non ci sono solo affetti e beni da sacrificare, ci sono sofferenze da sopportare in quello spirito di obbedienza e di amore di cui Gesù stesso era animato e di cui doveva dare l’esempio fino all’ultimo respiro. Queste sofferenze avevano come emblema lo strumento usato per il supplizio di Gesù. Come Gesù, ogni discepolo ha la sua croce, che deve portare mentre lo segue. Ma la croce è sempre e per tutti uno strumento di ignominia, di sofferenza e di morte.

« E chi non porta la propria croce e non mi segue, non può essere mio discepolo » (Lc 14,27). (Lc 14,27). La rinuncia assoluta prescritta da Gesù non è sufficiente per fare di un uomo un suo discepolo; non ci sono solo affetti e beni da sacrificare, ci sono sofferenze da sopportare in quello spirito di obbedienza e di amore di cui Gesù stesso era animato e di cui doveva dare l’esempio fino all’ultimo respiro. Queste sofferenze avevano come emblema lo strumento usato per il supplizio di Gesù. Come Gesù, ogni discepolo ha la sua croce, che deve portare mentre lo segue. Ma la croce è sempre e per tutti uno strumento di ignominia, di sofferenza e di morte.

« Lo scopo di questa parabola, come della successiva, è quello di motivare l’esortazione, implicita nella regola precedente, a esaminare se stessi per vedere se si è in grado di soddisfare queste severe condizioni. Essere discepoli di Gesù, seguirlo, imitarlo in tutto, fino alla croce, fino alla morte, è un compito difficile, molto più al di sopra delle nostre forze di quanto la costruzione di una torre o di una fortezza sia al di sopra della fortuna di un povero; non è quindi con l’effimero entusiasmo di una prima emozione religiosa che si deve intraprendere questa difficile carriera.

Bisogna sedersi, riflettere, calcolare il costo, prima di fare un’alta professione di discepolo di Gesù. Senza questa precauzione, si corre il rischio di provocare lo scherno del mondo e di diventare causa di discredito per il Vangelo. La seconda parabola ha lo stesso significato della prima, con la differenza che la vita cristiana non è più paragonata a una torre che richiede grandi spese per essere costruita, ma a una guerra pericolosa contro un nemico la cui forza è di gran lunga superiore a quella che possiamo opporre da soli. Sarebbe meglio rimanere in pace con questo nemico piuttosto che esporsi a vergognose sconfitte.

« Preferirei rimanere un uomo onesto, religiosamente oscuro, piuttosto che diventare la cosa più triste del mondo, un cristiano incoerente. »  (Godet) Questa è stata la conclusione dell’intero discorso. C’è qualcosa che colpisce in questa parola ripetuta per la terza volta: non puoi essere mio discepolo.

Il diacono Michel Houyoux

Link ad altri siti web cristiani

◊ Psalite  : clicca qui per leggere l’articolo →  XXIII domenica del Tempo Ordinario – anno C 

◊ Qumran    : clicca qui per leggere l’articolo →  Testi – XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) 

♥  Video  Dom Leonardo Maria pompe’ : « Condizioni per seguire Gesù »

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Mardi de la vingt deuxième semaine du temps Ordinaire dans l’année C

Posté par diaconos le 29 août 2022

Peut être une image de texte qui dit ’<< «Silence! Sors de cet homme.» <Ah! que nous veux-tu, Jésus de Nazareth ? Es-tu venu pour nous perdre Je sais qui tu es: tu es le Saint de Dieu. w Lc 4, 31-37’

De l’Évangile de Jésus Christ selon Luc

En ce temps-là, Jésus descendit à Capharnaüm, ville de Galilée, et il y enseignait, le jour du sabbat. On était frappé par son enseignement car sa parole était pleine d’autorité. Or, il y avait dans la synagogue un homme possédé par l’esprit d’un démon impur, qui se mit à crier d’une voix forte : « Ah ! que nous veux-tu, Jésus de Nazareth ? Es-tu venu pour nous perdre ? Je sais qui tu es : tu es le Saint de Dieu. » Jésus le menaça : « Silence ! Sors de cet homme. «  Alors le démon projeta l’homme en plein milieu et sortit de lui sans lui faire aucun mal. Tous furent saisis d’effroi et ils se disaient entre eux : « Quelle est cette parole ? Il commande avec autorité et puissance aux esprits impurs, et ils sortent ! » Et la réputation de Jésus se propageait dans toute la région.  (Lc 4, 31-37)

Jésus commanda avec autorité et puissance

Jésus commanda avec autorité et puissance. Le mot autorité ainsi que des synonymes se trouvent plusieurs fois dans ce texte. Dans cette péricope, Jésus se montra en maître et même en chef de guerre. Il inspira même  la crainte. Les miracles de Jésus suscitèrent le sentiment d’admiration ou furent associés à la compassion et la miséricorde.   Jésus employa rarement ce ton, seulement lorsqu’il fut face au mal, c’est-à-dire  face à Satan. Il n’y eut aucune complaisance possible, aucune miséricorde, aucune nuance dans cette condamnation sans appel et tout de suite mise à exécution.

« Ah ! que nous veux-tu, Jésus de Nazareth ? Es-tu venu pour nous perdre ? Je sais qui tu es : tu es le Saint de Dieu. »  L’autorité vient du nom du Christ. Avant sa mort, peu le reconnurent comme fils de Dieu, sauf son disciple Pierre :   »Et vous, leur dit-il, qui dites-vous que je suis ? «    Simon Pierre répondit :  « Tu es le Christ, le Fils du Dieu vivant » .(Mt 16, 15- 16), d’autres possédés le nommèrent aussi ainsi ( Mt 8, 29). Ce fut au nom de Jésus que ses apôtres guérirent. Aimons le Christ, et croyons en la puissance de son invocation. L’invoquer, c’est convoquer son regard sur notre vie, sa puissance sur le mal que nous voulons combattre. Puissions-nous avoir son nom sur nos lèvres et dans notre cœur tout au long de nos semaines.

Le Christ imposa le silence aux démons parce qu’ils appartiennent  au Prince du mensonge. Et également parce que c’est dans le silence que la vérité apparaît, que le discernement du bien et du mal se révèle. Le silence intérieur est un besoin impérieux de notre âme. Il faut faire taire, et non pas à moitié, les voix du tentateur, faire preuve d’autant d’autorité que le Christ face à elles. L’exigence du silence se comprend aussi parce que faire silence est aussi le moyen pour nous de faire un examen de conscience juste, de discerner dans la paix le chemin qui mène au Christ et le visage du mal, qui a parfois toute l’apparence du bien.

Diacre Michel Houyoux.

Compléments

◊ Catéchèse   : cliquez ici pour lire l’article →   Que nous veux-tu Jésus de Nazareth ? Es-tu venu pour nous perdre ? (Mc 1, 21-28)

◊ Jésus est miséricordieux   : cliquez ici pour lire l’article → C’est la miséricorde que je désire, et non les sacrifices

◊ Vie éternelle : clique ici → Si tu veux entrer dans la vie, observe les commandements (Mt 19, 17)

Liens avec d’autres sites web chrétiens

◊ Église arménienne de Paris : cliquez ici pour lire l’article →    Je sais qui Tu es : le Saint de Dieu

◊ Jean Hugues Soret  : cliquez ici pour lire l’article →  Je sais fort bien qui tu es : Le Saintle Saint de Dieu

  Vidéo  L’œuvre de Dieu, le tempérament de Dieu et Dieu Lui même

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