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Ventiquattresima domenica del Tempo Ordinario dell’anno C

Posté par diaconos le 6 septembre 2022

enfant prodigue

Questo tuo fratello era morto ed è ritornato in vita

# Secondo Jacques Ellul, anche questa parabola raccontata da Cristo riguarda innanzitutto il figlio maggiore, oltre che il figlio prodigo. In realtà, è anche un’interpellanza rivolta ai farisei, stretti osservanti della Legge, che li interroga sul loro rapporto duro e legalista con le pecorelle smarrite che si allontanano da essa. La parabola del Figliol Prodigo è stata utilizzata tra il V e l’VIII secolo da diversi teologi, tra cui San Pietro Crisologo, per designare i due figli del padre, il figlio maggiore, che simboleggia il giudaismo, che rimane strettamente legato alla casa, e il figlio minore, la Chiesa, destinata a richiamare misericordiosamente tutti i peccatori all’amore di Dio, loro padre, come questo amore divino è stato rivelato e manifestato da Gesù, nostro mediatore con Dio.

Papa Benedetto XVI, seguendo tutta una tendenza patristica, teologica e magisteriale, ha identificato il padre della parabola con Dio, il padre eterno. Pertanto, il rapporto con Lui si costruisce attraverso una storia, così come avviene per ogni bambino con i suoi genitori.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca

In quel momento, gli esattori delle tasse e i peccatori vennero tutti da Gesù per ascoltarlo. I farisei e gli scribi si lamentarono contro di lui, dicendo. Quest’uomo accoglie i peccatori e mangia con loro. Allora Gesù raccontò loro questa parabola : « Se uno di voi ha cento pecore e ne perde una, non lascia forse le altre novantanove nel deserto per andare a cercare quella perduta, finché non la trova ? Quando l’ha trovata, la prende sulle spalle con grande gioia e, tornato a casa, raduna gli amici e i vicini per dire lor o: « Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che era perduta! Vi dico che ci sarà più gioia in cielo per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione ».

O se una donna ha dieci pezzi d’argento e ne perde uno, non accenderà forse una lampada, non spazzerà la casa e non cercherà con cura finché non lo troverà ? Quando la trova, chiama a raccolta gli amici e i vicini e dice : « Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la moneta d’argento che avevo perduto ! » Così vi dico che c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un peccatore che si converte ». Gesù disse : « Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre : Padre, dammi la mia parte di ricchezza ». E il padre divise i suoi beni tra loro.

Pochi giorni dopo, il figlio minore raccolse tutto ciò che aveva e partì per un paese lontano, dove sperperò le sue ricchezze conducendo una vita disordinata. Aveva speso tutto, quando si verificò una grande carestia in quel paese e cominciò a trovarsi nel bisogno. Andò a lavorare per un abitante di quel paese, che lo mandò nei suoi campi a curare i maiali. Voleva riempirsi lo stomaco con i baccelli che mangiavano i maiali, ma nessuno gli dava niente.

Allora entrò dentro di sé e si disse : « Quanti operai di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame !  » Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò : « Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te ». Non sono più degno di essere chiamato vostro figlio. Trattatemi come uno dei vostri lavoratori. Si alzò e andò da suo padre. Mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e fu mosso da compassione ; gli corse al collo e lo baciò.

Il figlio gli disse : « Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te ». Non sono più degno di essere chiamato vostro figlio. » Ma il padre disse ai suoi servi :  « Presto, portate la veste migliore per vestirlo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi, andate a prendere il vitello grasso, uccidetelo e mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato ». E cominciarono a banchettare. Ora il figlio maggiore era nel campo. Quando tornò e fu vicino alla casa, sentì la musica e le danze. Chiamò uno dei servi e chiese cosa stesse succedendo.

Il servo disse : « Tuo fratello è arrivato e tuo padre ha ucciso il vitello grasso, perché ha trovato tuo fratello in buona salute ». Allora il figlio maggiore si arrabbiò e si rifiutò di entrare. Suo padre uscì a pregarlo. Ma egli disse a suo padre : « Ti ho servito per molti anni senza mai trasgredire i tuoi ordini, e non mi hai mai dato un capretto per banchettare con i miei amici.  Ma quando questo tuo figlio è tornato dopo aver divorato i tuoi beni con le prostitute, hai fatto uccidere il vitello grasso per lui! » Il padre rispose :  « Tu, figlio mio, sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo ». Avreste dovuto fare festa e rallegrarvi, perché questo vostro fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato. (Lc 15,1-32)

Parabola del figliol prodigo

Un uomo aveva due figli. Il figlio minore chiese la sua parte di eredità e andò in un paese lontano, dove spese tutto quello che aveva ricevuto, vivendo nella dissolutezza. Arrivò una carestia e gli mancò tutto. Si unì a uno sconosciuto, che lo impiegò per badare ai maiali e non gli diede nemmeno i baccelli di cui si nutrivano. Poi rientrò in sé stesso, confrontò la sua posizione con quella dei servi di suo padre e decise di andare da suo padre e confessargli la sua colpa e la sua indegnità.

Si alzò e tornò dal padre. Quest’ultimo lo vide arrivare da lontano, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio confessò il suo peccato. Il padre ordinò ai suoi servi di portare il necessario per vestire il figlio e di preparare un banchetto in suo onore. Cominciarono a gioire. Il figlio maggiore, di ritorno dal campo, sentì il rumore della festa e chiese spiegazioni a un servo. Il servo gli disse che il fratello era tornato e che il padre aveva ordinato un banchetto.

Il padre uscì e gli chiese di entrare. Gli ricordò i lunghi servigi che gli aveva reso e si lamentò di non aver mai ricevuto da lui la più piccola ricompensa, mentre al ritorno del mio debosciato fratello hai ucciso il vitello grasso. Il padre rispose che la sua ricompensa consisteva nel rimanere con lui e nel disporre di tutti i beni paterni a suo piacimento; che era necessario fare una festa e rallegrarsi, poiché il fratello morto era tornato in vita. Diversi Padri della Chiesa hanno visto nel maggiore il popolo ebraico e nel minore i pagani.

I teologi della scuola di Tubinga non tardarono a far leva su questa interpretazione, per sostenere le loro idee sull’epoca tarda della stesura dei Vangeli e sulle tendenze che attribuivano soprattutto a quella di Luca. Il più giovane è stato esposto alle seduzioni del mondo. Secondo la legge mosaica, la quota di proprietà che gli sarebbe spettata un giorno in eredità era la metà di quella che spettava al figlio maggiore, cioè un terzo del patrimonio paterno. Chiese al padre di dargli in anticipo l’equivalente di questo terzo in denaro. Il padre prese la quota di entrambi, diede al figlio minore la sua parte e tenne con sé quella del figlio maggiore.

Il padre non era obbligato a fare questa divisione; avrebbe potuto rifiutarsi di farlo e quindi costringere il figlio a rimanere con lui. Non lo fece, perché questa costrizione non avrebbe cambiato in alcun modo i sentimenti del figlio. Dio rispetta anche la nostra libertà e ci lascia la piena responsabilità, perché sa che la fiducia e l’amore devono essere liberi. È attraverso le esperienze della vita, così ben descritte in questa storia, che l’uomo viene ricondotto a Dio. Nessun altro mezzo sarebbe stato sufficiente.

Questo era l’obiettivo del figlio minore nel chiedere la sua parte di beni. La mancanza di amore per il padre, la passione per l’indipendenza, gli rendevano intollerabile la disciplina della casa paterna e gli toglievano il senso della felicità di cui avrebbe potuto godere. Impaziente di possedere la sua libertà, pochi giorni dopo partì senza pensare al dolore che aveva causato al padre. Il paese remoto in cui si è recato è l’immagine della condizione dell’uomo senza Dio. La sua storia è quella di una schiera di giovani figli di famiglie che, vivendo nella dissoluzione, dissipano rapidamente le loro ricchezze.

In senso figurato, è la storia dell’uomo senza Dio, che si accorge attraverso amare delusioni, disgusto, rimorsi, di quella felicità immaginaria che pretendeva dai godimenti più o meno grossolani del mondo. Quando, dopo aver fatto pascolare i maiali tutto il giorno, li riportava a casa la sera, li nutriva con baccelli ; ma nessuno gliene dava. Il disprezzo dimostratogli dimenticandolo, la fame che lo divorava e che nulla poteva placare, questo era l’ultimo stadio di uno svilimento, una sofferenza a cui non si può aggiungere nulla. Il ritorno a se stesso è stato il primo passo verso la guarigione.

Fino ad allora aveva vissuto fuori di sé, trascinato dal turbine delle passioni, del mondo esterno. Ma tornò in sé ; vide l’orrore della sua situazione e scoprì nel suo cuore un abisso di mali. Nonostante la sua coscienza tormentata e la sensazione di indegnità, chiamò suo padre, che offese. Far sentire al peccatore che ha perso ogni titolo per essere figlio di Dio è l’effetto del vero pentimento; ma il pentimento gli ispira il desiderio di tornare a Dio in grazia, di essere ammesso nella sua famiglia, anche se all’ultimo posto.

Suo padre lo stava aspettando, la sua tenerezza era in attesa del ritorno del figlio. Poi corse da suo figlio, facilitò questo incontro ancora temuto ; infine, lo strinse al cuore, mosso da compassione, gli diede, senza parole, quel bacio di riconciliazione che cancellò per sempre tutto il passato e fece penetrare nel cuore del figlio la certezza dell’amore inalterato del padre. Un anello al dito e scarpe o sandali ai piedi erano il segno di un uomo libero; gli◊schiavi andavano a piedi nudi.

La riabilitazione del figlio è stata completa ; le sue colpe sono state perdonate liberamente e immediatamente, senza condizioni o ritardi; è stato reintegrato nella casa e nell’amore del padre come se nulla fosse accaduto. Morto e perduto è lo stato morale di ogni persona che non vive in Dio: « Perciò è detto : « Svegliatevi, voi che dormite, risorgete dai morti e Cristo vi illuminerà »" (Ef 5,14). Solo Dio è la fonte della vita e la destinazione suprema di ogni essere intelligente. Tornare a Dio significa quindi tornare alla vita e trovare la propria destinazione eterna.

In questa parabola Gesù ha descritto il peccato e le sue amare conseguenze, il pentimento e l’ineffabile felicità della riconciliazione con Dio, ma non si è presentato come il mediatore di questa riconciliazione. In altre dichiarazioni ha indicato chiaramente l’opera di redenzione che sola permetterà a ogni persona di tornare a Dio in grazia e di ricevere lo spirito di adozione : « Perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per la remissione dei peccati ». (Mt 26, 28)

Per il figlio maggiore, stare nella casa del padre non era una gioia, ma un servizio. Si vantava di non aver mai violato i comandamenti di suo padre. Infine, come se non avesse il godimento di tutta la casa paterna, rimprovera il padre di non avergli mai dato una ricompensa, nemmeno un capretto, che è poca cosa rispetto al vitello grasso. La ricompensa del figlio di Dio è la felicità della comunione paterna : « Dopo queste cose, la parola del Signore venne ad Abram in visione: « Non temere, Abram! Sono uno scudo per voi. La vostra ricompensa sarà molto grande. (Gen 15, 1)

Il diacono Michel Houyoux

Collegamenti ad altri siti web cristiani

◊ Qumran : : kilick here to read the post  → Testi – XXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

◊ Catholic for live : kilick here to read the post  → Reflection/Homily : Twenty-fourth (24th) Sunday in Ordinary Time, year C

♥ Padre Fernando Armellini : « Ventiquattresima domenica del Tempo Ordinario dell’anno C »

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Mercoledì della ventitreesima settimana del Tempo Ordinario dell’anno C

Posté par diaconos le 6 septembre 2022

Dimanche 16 juillet 2017 / « Le semeur sortit pour semer » (Mt 13, 1-23) / Messe chantée à 11h30

La parabola del seminatore è una parabola evangelica raccontata nei tre Vangeli sinottici: Matteo XIII, 1-23; Marco IV, 1-20; Luca VIII, 4-15 (oltre che nell’apocrifo Vangelo secondo Tommaso). Il seminatore, che rappresenta Gesù, getta i semi, alcuni dei quali cadono per strada, su rocce e cespugli spinosi, e il seme va così perso; ma quando cadono in un terreno buono, producono frutti centuplicati.

Attualmente la Chiesa ortodossa utilizza tre liturgie eucaristiche: la liturgia di San Basilio (utilizzata una decina di volte all’anno, soprattutto durante la Grande Quaresima e per il giorno di San Basilio), la liturgia dei Santi Doni Presantificati (nei giorni feriali della Grande Quaresima) e la liturgia di San Giovanni Crisostomo, utilizzata durante tutto l’anno. Alcune chiese locali utilizzano ancora la liturgia di San Giacomo.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca

In quel momento Gesù guardò i suoi discepoli e disse : « Beati voi che siete poveri, perché vostro è il regno di Dio ». Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e vi escluderanno, quando insulteranno e rifiuteranno il vostro nome come spregevole, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi e rallegratevi in quel giorno, perché allora la vostra ricompensa sarà grande nei cieli; perché così i loro padri hanno trattato i profeti.

Ma che disgrazia per voi, ricchi, che avete la vostra consolazione! Che disgrazia per voi che ora siete sazi, perché avrete fame! Che disgrazia per voi che ora ridete, perché piangerete e vi addolorerete! Che guai a voi quando tutti gli uomini parlano bene di voi! Perché è così che i loro padri hanno trattato i falsi profeti. (Lc 6,12-19)

Accogliete la Parola di Dio nel vostro cuore e porterete molto frutto.

Duemila anni fa, in Galilea (il Paese di Gesù), c’era chi viveva lavorando nei campi come il seminatore di questa storia… Allora si seminava a spaglio e il seme cadeva dappertutto… Ancora oggi, nelle regioni povere, si lavora in questo modo e i raccolti sono piuttosto mediocri. Il seminatore del Vangelo di Matteo che semina in tutte le direzioni è Gesù che, attraverso questo racconto, ci parla di sé e della missione che svolge tra la gente. La missione di Gesù è seminare in stagione e fuori stagione, perché è così che il regno di Dio arriva alle persone.

Attraverso questa storia, Gesù ci insegna che la sua Parola e i suoi sacramenti sono chiamati a crescere in noi, a portare frutto. Nel seme che viene gettato, c’è già tutto perché l’albero metta radici e cresca… ma allo stesso tempo, il terreno ha bisogno di essere preparato, innaffiato, curato… Gesù si aspetta da noi una risposta d’amore. La nostra risposta sarà la vita che condurremo. Tuttavia, nella parabola del seminatore, c’è qualcosa di tragico: quanto seme va perso, quante parole vengono rifiutate o contrastate! Il seminatore ha sprecato il suo tempo per niente ?

« Altri sono caduti su un buon terreno e hanno dato frutti cento a uno, o sessanta a uno, o trenta a uno. Chi ha orecchio, ascolti !  «   È una straordinaria lezione di speranza quella che Gesù ci dà qui (Mt 13, 8-9). Nonostante tutti i fallimenti, il raccolto sarà fatto. Papà e mamme, voi che vedete tante difficoltà nei vostri figli, non rinunciate a gettare il seme. Giovani uomini e donne che non hanno ancora avuto successo in nessuna delle vostre imprese, ascoltate questo messaggio ottimista e realistico di Gesù. Il nostro mondo di oggi ha ancora bisogno di questo messaggio di duemila anni fa.

Gesù semina con ostinazione ; è sicuro che, nonostante le inevitabili perdite, il seme porterà frutto. Per ricevere il messaggio di questo Vangelo, dobbiamo essere preparati ad ascoltarlo bene. Ascoltarla significa unirsi a tutte le persone che si riuniscono intorno a Cristo, attente alla sua Parola. Il più grande ostacolo alla ricezione del messaggio evangelico è un cuore indurito. Pregare significa unirsi alla Parola di Dio che ci viene rivolta.

Dietro la persona che ascolta la parola di Dio, c’è un nemico formidabile che Gesù chiama il maligno : « Quando un uomo ascolta la parola del Regno senza comprenderla, viene il maligno e si impadronisce di ciò che è seminato nel suo cuore: quest’uomo è il terreno seminato sul ciglio della strada. » (Mt 13,19). La fede non ha ancora iniziato a germogliare nel non credente. Colui che ha ricevuto il seme su un terreno sassoso è l’uomo che ascolta la Parola e subito la accoglie con gioia; ma non ha radici in sé, è un uomo di un momento.  (Mt 13,20-21a)

Secondo Gesù, è il credente che sbaglia, è ogni persona che ha abbandonato la propria fede, come dice San Luca nel suo Vangelo : « Quelli che sono nelle pietre, quando ascoltano, accolgono la Parola con gioia; ma non hanno radici, credono per un momento e nel momento della prova si arrendono » (Lc 8,13). Essere entusiasti di Gesù quando tutto va bene e abbandonarlo quando tutto va male è, ahimè, una situazione abbastanza comune!

La persona che riceve il seme tra le spine è quella che si lascia trasportare dall’atmosfera di incredulità che la circonda. Qui la fede è progressivamente anemica, soffocata: tutto il resto ha preso il sopravvento. Infine, ci sono coloro che hanno ricevuto il seme nel buon terreno: sono le persone che ascoltano la Parola di Dio e la comprendono: « Chi ha ricevuto il seme nel buon terreno è l’uomo che ascolta la Parola e la comprende ; egli porta frutto centuplo, o sessanta volte, o trenta volte. (Mt 13,23) Oggi il Signore ha seminato nella vostra casa. Il mio augurio è che anche voi possiate portare frutti in abbondanza.

Il diacono Michel Houyoux

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◊  Cattolico per la Vita  : clicca qui per leggere l’articolo → OMELIA DEL mercoledì della Ventitreesima settimana del tempo  ordinario

◊  Blog su Papa Francesco : clicca qui per leggere l’articolo → Ascoltiamo la Parola di Dio, al cuore e alle 

Il frutto dello Spirito nella vita del discepolo di Gesù, Catechesi con Paolo Curtaz

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Mercredi de la vingt-troisième semaine dans le Temps Ordinaire de l’année C

Posté par diaconos le 6 septembre 2022

Dimanche 16 juillet 2017 / « Le semeur sortit pour semer » (Mt 13, 1-23) / Messe chantée à 11h30

La parabole du semeur est une parabole évangélique racontée dans les trois Évangiles synoptiques : Matthieu XIII, 1-23 ; Marc IV, 1-20 ; Luc VIII, 4-15 (ainsi que dans l’Évangile apocryphe selon Thomas. Le semeur, qui représente Jésus, jette les graines dont certaines tombent sur le bord du chemin, sur les roches et dans des buissons d’épines, et la semence est donc perdue; en revanche lorsqu’elles tombent dans de la bonne terre, elles produisent du fruit jusqu’au centuple.

L’Église orthodoxe utilise actuellement trois liturgies eucharistiques : celle de saint Basile (utilisée une dizaine de fois dans l’année, particulièrement durant le Grand Carême et pour la Saint-Basile), la liturgie des saints dons présanctifiés (en semaine, durant le Grand Carême), et la liturgie de saint Jean Chrysostome, utilisée tout le reste de l’année. Quelques églises locales utilisent encore aussi la liturgie de saint Jacques.

De l’Évangile de Jésus Christ selon Luc

En ce temps-là, Jésus, levant les yeux sur ses disciples, déclara : « Heureux, vous les pauvres, car le royaume de Dieu est à vous. Heureux, vous qui avez faim maintenant, car vous serez rassasiés. Heureux, vous qui pleurez maintenant, car vous rirez. Heureux êtes-vous quand les hommes vous haïssent et vous excluent, quand ils insultent et rejettent votre nom comme méprisable, à cause du Fils de l’homme.     Ce jour-là, réjouissez-vous, tressaillez de joie, car alors votre récompense est grande dans le ciel ; c’est ainsi, en effet, que leurs pères traitaient les prophètes.

    Mais quel malheur pour vous, les riches, car vous avez votre consolation ! Quel malheur pour vous qui êtes repus maintenant, car vous aurez faim ! Quel malheur pour vous qui riez maintenant, car vous serez dans le deuil et vous pleurerez ! Quel malheur pour vous lorsque tous les hommes disent du bien de vous ! C’est ainsi, en effet, que leurs pères traitaient les faux prophètes. » (Lc 6, 12-19)

Accueille la Parole de Dieu dans ton cœur et tu porteras beaucoup de fruits

 Il y a 2000 ans, en Galilée (pays de Jésus), certaines personnes vivaient des travaux des champs comme le  semeur de ce récit. … À cette époque, on semait à la volée et la semence tombait un peu partout… De nos jours encore, dans des régions pauvres, des gens travaillent toujours de cette manière et les récoltes sont assez médiocres.  Le semeur de l’Évangile de Matthieu qui sème à tout vent, c’est Jésus qui, à travers cette histoire, nous parle de lui-même et de la mission qu’il accomplit au milieu des hommes. La mission de Jésus est de semer à temps et à contre temps car c’est ainsi que le royaume de Dieu s’approche des gens.

 Par cette histoire, Jésus nous enseigne que sa Parole et ses sacrements sont appelés à se développer en nous, à porter du fruit. Dans la graine semée, tout est déjà là pour que l’arbre prenne racine et grandisse… mais en même temps, il est nécessaire que le terrain soit préparé, arrosé, entretenu… Jésus attend de nous une réponse pleine d’amour. Notre réponse sera la vie que nous mènerons.  Cependant, dans la parabole du semeur, il y a quelque chose de tragique : que de semence perdue, que de paroles refusées ou combattue ! Le semeur aurait-il perdu son temps pour rien ?

  » D’autres sont tombés sur la bonne terre, et ils ont donné du fruit à raison de cent, ou soixante, ou trente pour un.  Celui qui a des oreilles, qu’il entende ! «   (Mt 13, 8-9)  C’est une extraordinaire leçon d’espérance que Jésus nous donne ici. Malgré tous les échecs, une récolte se fera. Papas et mamans, vous qui constatez tant de difficultés en vos enfants, ne renoncez pas à lancer la semence. Jeunes gens, jeunes filles qui n’avez pas encore réussi telle ou telle de vos entreprises, écoutez ce message optimiste et réaliste de Jésus. Notre monde, aujourd’hui, a toujours besoin de ce message prononcé il y a deux mille ans.

 Jésus sème avec obstination, il est sûr qu’en dépit des pertes inévitables, la semence donnera du fruit.  Pour recevoir le message de cet Évangile, il faut nous disposer à bien l’entendre. L’écouter c’est nous unir à toutes les personnes qui se rassemblent autour du Christ, attentives à sa Parole. Le plus grand obstacle à la réception du message évangélique est l’endurcissement du cœur. Prier, c’est nous unir à la Parole de Dieu qui nous est dite.

 Derrière la personne qui écoute la parole de Dieu, il y a un ennemi redoutable que Jésus appelle le mauvais : « Quand l’homme entend la parole du Royaume sans la comprendre, le Mauvais survient et s’empare de ce qui est semé dans son cœur : cet homme, c’est le terrain ensemencé au bord du chemin.  » (Mt 13, 19). Auprès de l’incroyant, la foi n’a pas commencé à germer. : « Celui qui a reçu la semence sur un sol pierreux, c’est l’homme qui entend la Parole et la reçoit aussitôt avec joie ;  mais il n’a pas de racines en lui, il est l’homme d’un moment » (Mt 13, 20-21a).

 C’est selon Jésus le croyant qui fait défection, c’est toute personne qui a abandonné sa foi comme le dit saint Luc dans son Évangile : « Ceux qui sont dans les pierres, lorsqu’ils entendent, ils accueillent la Parole avec joie ; mais ils n’ont pas de racines, ils croient pour un moment, et, au moment de l’épreuve, ils abandonnent. » (Lc 8, 13).  S’enthousiasmer pour Jésus quand tout va bien et l’abandonner quand tout va mal, c’est une situation assez fréquente, hélas !

La personne qui reçoit la semence dans les ronces est celle qui se laisse emporter par l’ambiance d’incroyance qui l’entoure. Ici, la foi est progressivement anémiée, étouffée : tout le reste a pris le dessus.  Enfin, il y a ceux qui ont reçu la semence dans la bonne terre : ce sont les personnes qui entendent la Parole de Dieu et la comprennent : « Celui qui a reçu la semence dans la bonne terre, c’est l’homme qui entend la Parole et la comprend ; il porte du fruit à raison de cent, ou soixante, ou trente pour un. » (Mt 13, 23) Le Seigneur a semé aujourd’hui chez vous. Mon souhait est que vous puissiez, vous aussi, porter du fruit en abondance.

Diacre Michel Houyoux

 Liens avec d’autres sites web chrétiens

◊ Catholique.org   : cliquez ici pour lire  pour lire l’article →  jeudi, 16ème semaine du temps ordinaire

◊Diocèse d’Arras (France)  : cliquez ici pour lire  pour lire l’article → Le semeur sortit pour semer

  Vidéo    »Un semeur sortit pour semer « 

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