Ventiquattresima domenica del Tempo Ordinario dell’anno C
Posté par diaconos le 6 septembre 2022
Questo tuo fratello era morto ed è ritornato in vita
# Secondo Jacques Ellul, anche questa parabola raccontata da Cristo riguarda innanzitutto il figlio maggiore, oltre che il figlio prodigo. In realtà, è anche un’interpellanza rivolta ai farisei, stretti osservanti della Legge, che li interroga sul loro rapporto duro e legalista con le pecorelle smarrite che si allontanano da essa. La parabola del Figliol Prodigo è stata utilizzata tra il V e l’VIII secolo da diversi teologi, tra cui San Pietro Crisologo, per designare i due figli del padre, il figlio maggiore, che simboleggia il giudaismo, che rimane strettamente legato alla casa, e il figlio minore, la Chiesa, destinata a richiamare misericordiosamente tutti i peccatori all’amore di Dio, loro padre, come questo amore divino è stato rivelato e manifestato da Gesù, nostro mediatore con Dio.
Papa Benedetto XVI, seguendo tutta una tendenza patristica, teologica e magisteriale, ha identificato il padre della parabola con Dio, il padre eterno. Pertanto, il rapporto con Lui si costruisce attraverso una storia, così come avviene per ogni bambino con i suoi genitori.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca
In quel momento, gli esattori delle tasse e i peccatori vennero tutti da Gesù per ascoltarlo. I farisei e gli scribi si lamentarono contro di lui, dicendo. Quest’uomo accoglie i peccatori e mangia con loro. Allora Gesù raccontò loro questa parabola : « Se uno di voi ha cento pecore e ne perde una, non lascia forse le altre novantanove nel deserto per andare a cercare quella perduta, finché non la trova ? Quando l’ha trovata, la prende sulle spalle con grande gioia e, tornato a casa, raduna gli amici e i vicini per dire lor o: « Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che era perduta! Vi dico che ci sarà più gioia in cielo per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione ».
O se una donna ha dieci pezzi d’argento e ne perde uno, non accenderà forse una lampada, non spazzerà la casa e non cercherà con cura finché non lo troverà ? Quando la trova, chiama a raccolta gli amici e i vicini e dice : « Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la moneta d’argento che avevo perduto ! » Così vi dico che c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un peccatore che si converte ». Gesù disse : « Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre : Padre, dammi la mia parte di ricchezza ». E il padre divise i suoi beni tra loro.
Pochi giorni dopo, il figlio minore raccolse tutto ciò che aveva e partì per un paese lontano, dove sperperò le sue ricchezze conducendo una vita disordinata. Aveva speso tutto, quando si verificò una grande carestia in quel paese e cominciò a trovarsi nel bisogno. Andò a lavorare per un abitante di quel paese, che lo mandò nei suoi campi a curare i maiali. Voleva riempirsi lo stomaco con i baccelli che mangiavano i maiali, ma nessuno gli dava niente.
Allora entrò dentro di sé e si disse : « Quanti operai di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame ! » Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò : « Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te ». Non sono più degno di essere chiamato vostro figlio. Trattatemi come uno dei vostri lavoratori. Si alzò e andò da suo padre. Mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e fu mosso da compassione ; gli corse al collo e lo baciò.
Il figlio gli disse : « Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te ». Non sono più degno di essere chiamato vostro figlio. » Ma il padre disse ai suoi servi : « Presto, portate la veste migliore per vestirlo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi, andate a prendere il vitello grasso, uccidetelo e mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato ». E cominciarono a banchettare. Ora il figlio maggiore era nel campo. Quando tornò e fu vicino alla casa, sentì la musica e le danze. Chiamò uno dei servi e chiese cosa stesse succedendo.
Il servo disse : « Tuo fratello è arrivato e tuo padre ha ucciso il vitello grasso, perché ha trovato tuo fratello in buona salute ». Allora il figlio maggiore si arrabbiò e si rifiutò di entrare. Suo padre uscì a pregarlo. Ma egli disse a suo padre : « Ti ho servito per molti anni senza mai trasgredire i tuoi ordini, e non mi hai mai dato un capretto per banchettare con i miei amici. Ma quando questo tuo figlio è tornato dopo aver divorato i tuoi beni con le prostitute, hai fatto uccidere il vitello grasso per lui! » Il padre rispose : « Tu, figlio mio, sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo ». Avreste dovuto fare festa e rallegrarvi, perché questo vostro fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato. (Lc 15,1-32)
Parabola del figliol prodigo
Un uomo aveva due figli. Il figlio minore chiese la sua parte di eredità e andò in un paese lontano, dove spese tutto quello che aveva ricevuto, vivendo nella dissolutezza. Arrivò una carestia e gli mancò tutto. Si unì a uno sconosciuto, che lo impiegò per badare ai maiali e non gli diede nemmeno i baccelli di cui si nutrivano. Poi rientrò in sé stesso, confrontò la sua posizione con quella dei servi di suo padre e decise di andare da suo padre e confessargli la sua colpa e la sua indegnità.
Si alzò e tornò dal padre. Quest’ultimo lo vide arrivare da lontano, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio confessò il suo peccato. Il padre ordinò ai suoi servi di portare il necessario per vestire il figlio e di preparare un banchetto in suo onore. Cominciarono a gioire. Il figlio maggiore, di ritorno dal campo, sentì il rumore della festa e chiese spiegazioni a un servo. Il servo gli disse che il fratello era tornato e che il padre aveva ordinato un banchetto.
Il padre uscì e gli chiese di entrare. Gli ricordò i lunghi servigi che gli aveva reso e si lamentò di non aver mai ricevuto da lui la più piccola ricompensa, mentre al ritorno del mio debosciato fratello hai ucciso il vitello grasso. Il padre rispose che la sua ricompensa consisteva nel rimanere con lui e nel disporre di tutti i beni paterni a suo piacimento; che era necessario fare una festa e rallegrarsi, poiché il fratello morto era tornato in vita. Diversi Padri della Chiesa hanno visto nel maggiore il popolo ebraico e nel minore i pagani.
I teologi della scuola di Tubinga non tardarono a far leva su questa interpretazione, per sostenere le loro idee sull’epoca tarda della stesura dei Vangeli e sulle tendenze che attribuivano soprattutto a quella di Luca. Il più giovane è stato esposto alle seduzioni del mondo. Secondo la legge mosaica, la quota di proprietà che gli sarebbe spettata un giorno in eredità era la metà di quella che spettava al figlio maggiore, cioè un terzo del patrimonio paterno. Chiese al padre di dargli in anticipo l’equivalente di questo terzo in denaro. Il padre prese la quota di entrambi, diede al figlio minore la sua parte e tenne con sé quella del figlio maggiore.
Il padre non era obbligato a fare questa divisione; avrebbe potuto rifiutarsi di farlo e quindi costringere il figlio a rimanere con lui. Non lo fece, perché questa costrizione non avrebbe cambiato in alcun modo i sentimenti del figlio. Dio rispetta anche la nostra libertà e ci lascia la piena responsabilità, perché sa che la fiducia e l’amore devono essere liberi. È attraverso le esperienze della vita, così ben descritte in questa storia, che l’uomo viene ricondotto a Dio. Nessun altro mezzo sarebbe stato sufficiente.
Questo era l’obiettivo del figlio minore nel chiedere la sua parte di beni. La mancanza di amore per il padre, la passione per l’indipendenza, gli rendevano intollerabile la disciplina della casa paterna e gli toglievano il senso della felicità di cui avrebbe potuto godere. Impaziente di possedere la sua libertà, pochi giorni dopo partì senza pensare al dolore che aveva causato al padre. Il paese remoto in cui si è recato è l’immagine della condizione dell’uomo senza Dio. La sua storia è quella di una schiera di giovani figli di famiglie che, vivendo nella dissoluzione, dissipano rapidamente le loro ricchezze.
In senso figurato, è la storia dell’uomo senza Dio, che si accorge attraverso amare delusioni, disgusto, rimorsi, di quella felicità immaginaria che pretendeva dai godimenti più o meno grossolani del mondo. Quando, dopo aver fatto pascolare i maiali tutto il giorno, li riportava a casa la sera, li nutriva con baccelli ; ma nessuno gliene dava. Il disprezzo dimostratogli dimenticandolo, la fame che lo divorava e che nulla poteva placare, questo era l’ultimo stadio di uno svilimento, una sofferenza a cui non si può aggiungere nulla. Il ritorno a se stesso è stato il primo passo verso la guarigione.
Fino ad allora aveva vissuto fuori di sé, trascinato dal turbine delle passioni, del mondo esterno. Ma tornò in sé ; vide l’orrore della sua situazione e scoprì nel suo cuore un abisso di mali. Nonostante la sua coscienza tormentata e la sensazione di indegnità, chiamò suo padre, che offese. Far sentire al peccatore che ha perso ogni titolo per essere figlio di Dio è l’effetto del vero pentimento; ma il pentimento gli ispira il desiderio di tornare a Dio in grazia, di essere ammesso nella sua famiglia, anche se all’ultimo posto.
Suo padre lo stava aspettando, la sua tenerezza era in attesa del ritorno del figlio. Poi corse da suo figlio, facilitò questo incontro ancora temuto ; infine, lo strinse al cuore, mosso da compassione, gli diede, senza parole, quel bacio di riconciliazione che cancellò per sempre tutto il passato e fece penetrare nel cuore del figlio la certezza dell’amore inalterato del padre. Un anello al dito e scarpe o sandali ai piedi erano il segno di un uomo libero; gli◊schiavi andavano a piedi nudi.
La riabilitazione del figlio è stata completa ; le sue colpe sono state perdonate liberamente e immediatamente, senza condizioni o ritardi; è stato reintegrato nella casa e nell’amore del padre come se nulla fosse accaduto. Morto e perduto è lo stato morale di ogni persona che non vive in Dio: « Perciò è detto : « Svegliatevi, voi che dormite, risorgete dai morti e Cristo vi illuminerà »" (Ef 5,14). Solo Dio è la fonte della vita e la destinazione suprema di ogni essere intelligente. Tornare a Dio significa quindi tornare alla vita e trovare la propria destinazione eterna.
In questa parabola Gesù ha descritto il peccato e le sue amare conseguenze, il pentimento e l’ineffabile felicità della riconciliazione con Dio, ma non si è presentato come il mediatore di questa riconciliazione. In altre dichiarazioni ha indicato chiaramente l’opera di redenzione che sola permetterà a ogni persona di tornare a Dio in grazia e di ricevere lo spirito di adozione : « Perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per la remissione dei peccati ». (Mt 26, 28)
Per il figlio maggiore, stare nella casa del padre non era una gioia, ma un servizio. Si vantava di non aver mai violato i comandamenti di suo padre. Infine, come se non avesse il godimento di tutta la casa paterna, rimprovera il padre di non avergli mai dato una ricompensa, nemmeno un capretto, che è poca cosa rispetto al vitello grasso. La ricompensa del figlio di Dio è la felicità della comunione paterna : « Dopo queste cose, la parola del Signore venne ad Abram in visione: « Non temere, Abram! Sono uno scudo per voi. La vostra ricompensa sarà molto grande. (Gen 15, 1)
Il diacono Michel Houyoux
Collegamenti ad altri siti web cristiani
◊ Qumran : : kilick here to read the post → Testi – XXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)
◊ Catholic for live : kilick here to read the post → Reflection/Homily : Twenty-fourth (24th) Sunday in Ordinary Time, year C
♥ Padre Fernando Armellini : « Ventiquattresima domenica del Tempo Ordinario dell’anno C »
Publié dans articles en Italien, Catéchèse, La messe du dimanche, Page jeunesse, Religion, TEMPO ORDINARIO, Temps ordinaire | Pas de Commentaire »