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Domenica della ventottesima settimana del Tempo Ordinario dell’anno C

Posté par diaconos le 5 octobre 2022

Domenica della ventottesima settimana del Tempo Ordinario dell'anno C dans articles en Italien 1.-Monastero-di-Visoki-Decani-XIV-sec

Gesù guarisce dieci lebbrosi

# La guarigione dei dieci lebbrosi è uno dei miracoli di Gesù Cristo riportati nel Vangelo di Luca. Questo miracolo sottolinea l’importanza della gratitudine e anche della fede, perché Gesù non disse: « La mia potenza vi ha guarito », ma attribuì la guarigione alla fede dei supplicanti. Per padre Joseph-Marie, questi dieci lebbrosi rappresentano l’intera umanità, imprigionata nel peccato e dimenticata nei confronti di Dio. Tuttavia, i lebbrosi sanno ancora pregare e Gesù, poiché gli dimostrano di voler seguire la sua parola, li guarisce.

Eppure solo un lebbroso crede pienamente in Cristo. La speranza e la fede, due delle virtù più importanti per la Chiesa, sono evidenziate in questo miracolo come in molti altri. San Bruno da Segni confermò che questi dieci lebbrosi rappresentavano l’umanità. Questo miracolo riflette la misericordia di Dio. Il lebbroso che torna a vedere Cristo è l’immagine del battezzato. Per il santo, la fede è essenziale: « È dunque la fede che salva, la fede che giustifica, la fede che guarisce l’uomo nell’anima e nel corpo ».

Per Benedetto XVI, in questo miracolo ci sono davvero due livelli di guarigione: quello del corpo e quello dell’anima. La lebbra dell’umanità è l’orgoglio e l’egoismo, che creano violenza e odio. Dio, che è Amore, è il rimedio per queste ferite. E il Santo Padre, a immagine di Cristo, dice: « Convertitevi e credete al Vangelo » (Mc 1,15). D’altra parte, è importante notare la nazionalità di colui che crede veramente e va a rendere grazie al Signore: è un samaritano, non un giudeo, perché non dimentichiamo di sottolineare che Cristo stesso ha detto alla samaritana che la salvezza viene dai giudei (Gv 4,22).

Se il vero credente non è ebreo, ciò implica l’universalità della fede e della salvezza in Gesù, che non è venuto come Messia degli ebrei ma come Salvatore del mondo intero. « La lebbra (o malattia di Hansen) è una malattia infettiva cronica causata dal Mycobacterium leprae, un batterio vicino all’agente responsabile della tubercolosi, identificato dal norvegese Gerhard Armauer Hansen nel 1873.

Colpisce i nervi periferici, la pelle e le membrane mucose, causando gravi disabilità. È endemica in alcuni paesi tropicali (soprattutto in Asia). La lebbra non è una malattia molto contagiosa. Per molto tempo la lebbra è stata incurabile e molto mutilante, tanto che nel 1909, su richiesta della Società di Patologia Esotica, si è arrivati alla « esclusione sistematica dei lebbrosi » e al loro raggruppamento in cliniche lebbrose come misura essenziale di profilassi. Oggi la malattia è curabile con gli antibiotici; la sanità pubblica si adopera per curare i malati, fornire protesi a chi è guarito e prevenire la malattia.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca

In quel momento Gesù stava attraversando la regione tra la Samaria e la Galilea, diretto a Gerusalemme. Quando entrò in un villaggio, dieci lebbrosi gli andarono incontro. Si fermarono a distanza e gli gridarono : « Gesù, Maestro, abbi pietà di noi ». Quando Gesù li vide, disse : « Andate e mostratevi ai sacerdoti ». Durante il cammino, sono stati purificati. Uno di loro, vedendo che era guarito, tornò indietro glorificando Dio a gran voce.

Cadde a faccia in giù ai piedi di Gesù, rendendogli grazie. Ora era un samaritano. Allora Gesù prese la parola e disse : « Non sono stati purificati tutti e dieci? Dove sono gli altri nove? Solo questo straniero è stato trovato in mezzo a loro per tornare indietro e dare gloria a Dio! Gesù gli disse: « Alzati e va’: la tua fede ti ha salvato ». (Lc 17, 11-19)

I dieci lebbrosi

Mentre Gesù continuava il suo cammino verso Gerusalemme e passava tra la Samaria e la Galilea, dieci lebbrosi lo incontrarono e implorarono pietà da lontano. Appena li vide, Gesù ordinò loro di andare a mostrarsi ai sacerdoti. Quando sono andati, sono stati guariti. Uno di loro tornò indietro glorificando Dio ; e gettandosi ai piedi di Gesù, gli rese grazie. Era un samaritano. Il suo comportamento ispirò a Gesù questa triste riflessione : I dieci non furono forse guariti ? Nessuno degli altri nove tornò, come questo straniero, a rendere gloria a Dio ? Poi disse al lebbroso : « Va’, la tua fede ti ha salvato ».

Luca dà un’altra indicazione del lungo viaggio di Gesù verso Gerusalemme, interrotto e ritardato da varie escursioni e lavori. In quel momento stava passando tra la Samaria e la Galilea, dirigendosi a ovest e a est verso il Giordano e la Perea. Non prese una delle due vie ordinarie per Gerusalemme, né attraverso la Perea né attraverso la Samaria. Questi lebbrosi, esclusi dalla legge da ogni comunicazione con la società, si erano riuniti per prestarsi reciprocamente le cure che tutti gli altri negavano loro.

Fu a causa di questo stesso divieto che si fermarono a distanza e dovettero alzare la voce per implorare la misericordia di Gesù. Solo i sacerdoti avevano il diritto di constatare la guarigione di un lebbroso e di reintegrarlo nei suoi privilegi di israelita. Gesù non riteneva che la guarigione miracolosa ricevuta esentasse questi lebbrosi dall’osservanza della legge; e allo stesso tempo, poiché dovevano andare fidandosi solo della sua parola, era per loro un esercizio di fede.

Venivano guariti mentre andavano, nell’atto stesso della loro obbedienza alla parola di Gesù. E questa guarigione fu così completa che non ebbero alcun dubbio. Quest’uomo, che era meno illuminato dei suoi compagni israeliti, li superò di gran lunga nella sua ardente gratitudine per un beneficio così inaspettato. Diede la gloria a Dio, ma non dimenticò colui che gliel’aveva immediatamente conferita; lo ringraziò per questo con profonda umiltà.

« Gesù pronunciò queste parole con la tristezza che gli ispirava l’ingratitudine dei figli del suo popolo. Il primo sarà l’ultimo ». Gesù ha tracciato lo stesso contrasto altrove tra i giudei e un samaritano (Lc 10,31-33). La fede di quest’uomo, e poi la sua profonda gratitudine a Dio e a Gesù, furono certamente il punto di partenza per un nuovo sviluppo della sua vita religiosa, che ebbe come risultato finale la salvezza della sua anima.

Il diacono Michel Houyoux

Link ad altri siti web cristiani

◊ Cattolico per la Vita : clicca qui per leggere l’articolo →  Riflessione/Omelia: Ventottesima (28a) Domenica del Tempo Ordinario

◊Qumran : clicca qui per leggere l’articolo →  Testi – XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

Video Omelia del Padre Fernando Armellini

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Sainte Marie Faustine, apôtre de la miséricorde divine

Posté par diaconos le 5 octobre 2022

Sainte Sœur Marie-Faustine Kowalska (1905-1938). Fête le 05 Octobre.

# Helena Kowalska (en religion sœur Marie Faustine), née à Głogowiec le 25 août 1905, morte à Cracovie le 5 octobre 1938, est une religieuse de Notre-Dame de la Miséricorde et mystique polonaise surnommée « l’apôtre de la Miséricorde divine ». L’Église catholique a reconnu que sa « vie mystique est d’une extrême richesse ». Béatifiée en 1993, canonisée en 2000, elle est fêtée le 5 octobre. Helena ressentit pour la première fois un appel à la vie religieuse dès l’âge de 7 ans (1912).

À quinze ans, elle commença à travailler pour aider sa famille. À cette époque, elle fut persuadée que Dieu lui-même l’appela à devenir religieuse. En 1924, elle eut une première apparition de Jésus, sous la forme du Christ souffrant, qui lui donna l’ordre d’entrer au couvent. Helena partit pour Varsovie sans le consentement de ses parents. Elle s’arrêta au village d’Ostrówek, où elle travailla jusqu’en 1925 pour Aldona et Samuel Lipszyc, des connaissances de Jakub Dąbrowski, le curé de la paroisse Saint-Jakub de Varsovie.

Elle tenta par la suite d’être admise dans plusieurs couvents de la capitale, pour être à chaque fois refusée. Finalement, elle fut admise au couvent de la congrégation des Sœurs de Notre-Dame de la Miséricorde à l’âge de 20 ans, le 1er août 1925. Elle y prononça ses vœux le 30 avril 1926, et prit le nom de sœur Marie-Faustine du Saint-Sacrement. Pendant ses treize années de religieuse, Faustine remplit les modestes charges de cuisinière, jardinière et sœur portière dans les différentes maisons de la congrégation (Varsovie, Płock, Wilno, Cracovie). Comme beaucoup de saints, elle vécut la nuit de la foi, porta des stigmates invisibles et eut le don de bilocation.

À la demande de son directeur spirituel, le bienheureux Père Michał Sopoćko, sainte Faustine écrivit le Petit Journal. Dans ce livre, elle décrivit ses expériences mystiques et précisa les demandes que le Christ lui transmit. Sœur Marie Faustine relata qu’elle eut une vision du Purgatoire en présence de Jésus et de la Vierge Marie à plusieurs reprises, et qu’elle leur parla. Par la suite, Sœur Faustine écrivit dans son Petit Journal que le Christ lui demanda de faire connaître au monde la profondeur de la Miséricorde divine, et ce particulièrement à travers quatre dévotions qu’il lui recommanda d’annoncer.

– réciter le Chapelet de la Divine Miséricorde : d’après sainte Faustine, Jésus lui dit : « Cette prière sert à calmer ma colère. -Honorer l’image de Jésus Miséricordieux : à Płock le 22 février 1931, Jésus lui apparut, portant un vêtement blanc, comme le  Roi de la Miséricorde divine. Sa main droite se levant en signe de bénédiction et l’autre touchant le vêtement sur la poitrine. Dessous ses vêtements sortaient deux grands rayons, l’un rouge, l’autre blanc. Se conformant aux ordres qu’elle dit avoir reçus du Christ, Faustine fit peindre une représentation de cette vision. Célébrer le Dimanche de la divine Miséricorde

Le 5cinq octobre, l’Église célèbre la fête de la sainte Faustine. Cette religieuse polonaise devint dans les années 1930 la destinataire de révélations privées de la part de Jésus sur la Divine Miséricorde. C’est en Pologne centrale, à Głogowiec, que naquit sainte Faustine (Helena Kowalska), le 25 août 1905. Elle fut la troisième enfant d’une fratrie de dix enfants d’un couple d’agriculteurs. Son amour pour la prière, sa grande sensibilité vis-à-vis de la misère des hommes et son obéissance la distinguèrent très jeune des autres enfants. Dès l’âge de sept ans, elle ressentit un appel à la vocation religieuse dont elle fit part à ses parents.

Mais, ces derniers s’y opposèrent fermement. Elle ne devint religieuse qu’en 1925, après avoir eu une vision de Jésus supplicié lui disant : « Jusqu’à quand vais-je te supporter et jusqu’à quand vas-tu Me décevoir ». Au sein de la Congrégation des Sœurs de Notre-Dame de la Miséricorde à Varsovie, elle prit le nom de Sœur Marie Faustine. Elle travailla dans plusieurs maisons de la Congrégation en tant que cuisinière, jardinière et portière. Rien n’eut trahi l’extrême richesse de sa vie mystique.

Apôtre de la Miséricorde divine

Le père Michel Sopocko, son confesseur, lui demande d’écrire à partir de 1934 un « Petit journal » afin qu’elle puisse coucher par écrit ses expériences intérieures. La vie spirituelle de sainte Faustine est nourrie par la miséricorde divine. Et le Seigneur répond à cet élan d’amour et de foi en la désignant comme secrétaire et apôtre de la Miséricorde Divine. Et voici les douze messages que Jésus lui eut transmis sur la miséricorde didine. En 1938, sainte Faustine mourut de la tuberculose à Lagiewniki, près de Cracovie.

Le récit de sa dévotion à la miséricorde divine et de son expérience mystique fut diffusé très rapidement, notamment grâce au père Michel Sopocko. Il publia aussi le  chapelet de la miséricorde que sainte Faustine nous a légué. . C’est ainsi que naquit le mouvement Apostolique de la Divine Miséricorde . La sainte a aussi laissé de nombreuses magnifiques prières comme celle pour exercer la Miséricorde , pour apprendre, à aimer ou pour avoir confiance en la miséricorde de Dieu. .

Complément

◊ Missionnaires de la Miséricirde divine : cliquez ici pour lire l’article → Miséricorde Divine

Liens avec d’autres sites web catholiques

◊  Association religieuse  : cliquez ici pour lire l’article →   Sainte Marie Faustine Kowalska - Association de la Médaille Miraculeuse

◊    Association Cyber curé  : cliquez ici pour lire l’article →  Sainte Faustine Kowalska  (1905-1938)

♥ Vidéo La Miséricorde vue par la mystique Ste Faustine

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Jeudi de la vingt-septième semaine du Temps Ordinaire dans l’année C

Posté par diaconos le 5 octobre 2022

Evangile et Homélie du Jeudi 09 Mars 2017. Demandez, on vous donnera ;  cherchez, vous trouverez ; frappez, on vous ouvrira. - Chorale  Belgo-Burundaise CSFA

De l’Évangile de Jésus Christ selon Luc 

En ce temps-là, Jésus disait à ses disciples : « Imaginez que l’un de vous ait un ami et aille le trouver au milieu de la nuit pour lui demander : “Mon ami, prête-moi trois pains, car un de mes amis est arrivé de voyage chez moi, et je n’ai rien à lui offrir.” Et si, de l’intérieur, l’autre lui répond : « Ne viens pas m’importuner ! La porte est déjà fermée ; mes enfants et moi, nous sommes couchés. Je ne puis pas me lever pour te donner quelque chose.” Eh bien ! je vous le dis : même s’il ne se lève pas pour donner par amitié, il se lèvera à cause du sans-gêne de cet ami, et il lui donnera tout ce qu’il lui faut.

Moi, je vous dis : Demandez, on vous donnera ; cherchez, vous trouverez ; frappez, on vous ouvrira. En effet, quiconque demande reçoit ; qui cherche trouve ; à qui frappe, on ouvrira. Quel père parmi vous, quand son fils lui demande un poisson, lui donnera un serpent au lieu du poisson ? ou lui donnera un scorpion quand il demande un œuf ? Si donc vous, qui êtes mauvais, vous savez donner de bonnes choses à vos enfants, combien plus le Père du ciel donnera-t-il l’Esprit Saint à ceux qui le lui demandent !  » (Lc 11, 6-13)

Efficacité de la prière

Jé­sus en­seigna l’ef­fi­ca­cité de la prière, soit par des ana­lo­gies, soit par des contrastes, comme dans la pa­ra­bole. Cette pa­ra­bole ren­ferme à la fois une pro­messe et une exhortation, se­lon que nous consi­dé­rons les deux hommes mis en scène. La pro­messe pour­rait se tra­duire ainsi : « Si un homme, par pur égoïsme et pour se dé­li­vrer d’un solliciteur, lui ac­corda sa de­mande, même à minuit, com­bien plus Dieu, qui connaît tous vos be­soins et qui est amour !   »

Quant à l’ex­hor­ta­tion, c’est le sol­li­ci­teur lui-même qui l’eut fait en­tendre par son exemple : Puisque, dans les cir­cons­tances les plus dé­fa­vo­rables, mais pres­sés par vos besoins vous ne crai­gnez pas d’im­por­tu­ner avec in­sis­tance un homme que vous sa­vez si peu gé­né­reux, pour­quoi ne faites-vous pas de même en­vers Dieu qui, dans sa mi­sé­ri­corde infinie, est tou­jours prêt à vous ac­cor­der bien au-delà de toutes vos prières ? « Et moi, je vous dis. »  Ce fut par ces mots que Jé­sus in­tro­duisit une ad­mi­rable ap­pli­ca­tion de sa pa­ra­bole, à la­quelle il em­prunta les images et les ex­pres­sions mêmes dont il se servit.

« Demandez, cherchez, heurtez », c’est là ce que fait l’­homme de la pa­ra­bole ; il vous sera donné, vous trouverez, il vous sera ouvert, telle fut son ex­pé­rience ; com­bien plus cer­tai­ne­ment sera-ce la vôtre au­près de Dieu ! En­core une preuve plus in­time et plus per­sua­sive que Dieu exauce la prière. Parmi les dons que l’en­fant de­manda à son père, Mat­thieu ne dé­signa que du pain et un poisson : ce furent les pro­vi­sions que l’on prit d’or­di­naire pour le voyage  : « Jésus leur demande : combien de pains avez-vous ? Allez voir.  » » S’étant informés, ils lui disent :  »Cinq pans et deux poissons » (Mc 6, 38) ; Luc ajouta un œuf, qui fai­sait sou­vent aussi par­tie de ces pro­vi­sions.

Notre hôte nous re­mit, au dé­part, de quoi faire notre re­pas : des pains (je dis des pains, et non du pain, car on les fit ici très pe­tits, des œufs durs, comme toujours, plus quelques pois­sons frits. On voit que la nour­ri­ture fut ab­so­lu­ment la même que du temps de Jé­sus. À ces trois ali­ments furent op­po­sés : une pierre, cruelle iro­nie ; un serpent, très dan­ge­reux ; un scorpion plus nui­sible en­core. Qui fut le père qui ré­pon­dra par de tels dons à la de­mande de son en­fant ? Et cette ques­tion de­vint plus frap­pante quand, à à la place d’un père quel­conque, Jé­sus nomma le Père cé­leste.

«  »Vous qui êtes mauvais «  : Re­mar­quable té­moi­gnage du pé­ché ori­gi­nel. ( Bengel)  Quel contraste avec la bonté et l’a­mour du Père qui est du ciel ! D’a­près Mat­thieu, Jé­sus dit : « Votre Père don­nera des biens, ou de bonnes choses, à ceux, qui les lui de­mandèrent. Cette ex­pres­sion est plus simple, et plus en har­mo­nie avec l’i­mage qui pré­cède, que les termes em­ployés par Luc : donnera l’Esprit-Saint. Mais d’autre part, le Saint-Es­prit est le plus pré­cieux des dons de Dieu et le gage de tous les autres.

Diacre Michel Houyoux

Liens avec d’autres sites chrétiens sur Internet

◊ Catholique.org : cliquez ici pour lire l’article → Demandez et on vous donnera – Les méditations 

◊ Yves I-Bing Cheng, M.D., M. A  :  cliquez ici pour lire l’article → Demandez et il vous sera donné – Mt 7 (7-11)

♥ Vidéo Walter ZanZen : « Demandez et l’on vous donnera

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