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Ce qui a de la valeur , c’est la foi qui agit par la charité

Posté par diaconos le 11 octobre 2022

Car, en Jésus Christ, ni la circoncision ni l'incirconcision n'a de valeur, mais la foi qui est agissante par la charité. (Galates 5 :6)

De la lettre de Paul aux Galates

Frères, c’est pour que nous soyons libres que le Christ nous a libérés. Alors tenez bon, ne vous mettez pas de nouveau sous le joug de l’esclavage. Moi, Paul, je vous le déclare : si vous vous faites circoncire, le Christ ne vous sera plus d’aucun secours. Je l’atteste encore une fois : tout homme qui se fait circoncire est dans l’obligation de pratiquer la loi de Moïse tout entière.

Vous qui cherchez la justification par la Loi, vous vous êtes séparés du Christ, vous êtes déchus de la grâce. Nous, c’est par l’Esprit, en effet, que de la foi nous attendons la justice espérée. Car, dans le Christ Jésus, ce qui a de la valeur, ce n’est pas que l’on soit circoncis ou non, mais c’est la foi, qui agit par la charité. (Ga 5, 1-6)

Tenez-vous fermes dans la liberté en Christ, et gardez-vous des séducteurs

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Ventinovesima domenica del Tempo Ordinario dell’Anno C

Posté par diaconos le 11 octobre 2022

Parabola del giudice iniquo - Wikipedia# Il Giorno del Giudizio o Giorno del Giudizio è, secondo le religioni abramitiche, il giorno in cui si manifesterà il giudizio di Dio sulle azioni, le parole e le intenzioni degli uomini. Il destino dei dannati e dei giusti non è lo stesso secondo tutti i testi. Secondo la Bibbia e il Corano, la resurrezione dei morti è un prerequisito per il giudizio di Dio, che avverrà nello stesso giorno per tutti. Nel giudaismo, il Giudizio Universale è menzionato nel Libro di Daniele: « Poi verrà il giudizio, e il suo dominio gli sarà tolto, e sarà distrutto e cancellato per sempre.

Nella Torah è scritto a proposito del Giorno del Signore: « Sì, viene il Giorno del Signore, un giorno di ira feroce e di collera, che renderà la terra desolata e distruggerà i suoi criminali. (Is 13,9) Alcuni racconti allegorici parlano di Yom HaDin, descrivendo Dio seduto sul Suo trono, mentre i libri contenenti le azioni di tutta l’umanità sono stati aperti per essere esaminati, e ognuno passa davanti a Lui per valutare le sue azioni.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca

In quel tempo Gesù raccontò ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre senza scoraggiarsi : « C’era un giudice in una città che non temeva Dio e non rispettava gli uomini. Nella stessa città c’era una vedova che venne da lui e gli chiese : « Fammi giustizia contro il mio avversario ». Per molto tempo rifiutò; poi disse a se stesso : « Anche se non temo Dio e non rispetto nessuno, poiché questa vedova comincia a darmi fastidio, le renderò giustizia in modo che non venga più a picchiarmi ».

Il Signore aggiunse : « Ascoltate attentamente ciò che dice questo giudice senza giustizia ! E Dio non farebbe forse giustizia ai suoi eletti, che lo invocano giorno e notte ? Li fa aspettare ? Vi dico che presto farà giustizia. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra ?

La parabola del giudice ingiusto

Per incoraggiare i suoi discepoli a pregare con perseveranza, Gesù portò loro l’esempio di una povera vedova che, a forza di insistere, ottenne giustizia da un giudice che, non temendo né Dio né gli uomini, le concesse la giustizia per egoismo e per essere sollevato dalla sua importunità. Gesù indicò loro le motivazioni di questo giudice e concluse che Dio avrebbe ascoltato ancora di più i suoi eletti e avrebbe reso loro giustizia tempestivamente. Ma il Figlio dell’uomo alla sua venuta troverà la fede ?

Questa parabola è strettamente legata al discorso profetico che la precede. Luca lo indica con l’espressione che gli era familiare : « Disse anche a loro. La necessità della preghiera, della preghiera perseverante e imperterrita, nasce dai pericoli che circonderanno la Chiesa e ogni singola anima nell’ultima lotta che precederà la venuta di Cristo. La posizione dei cristiani nel mondo, inoltre, fa sentire loro questo bisogno impellente di preghiera in ogni momento; senza di essa ognuno di loro sarebbe come quella povera vedova, oppressa e priva di ogni protezione.

Così, da un lato, un giudice che non aveva timore di Dio e non aveva riguardo per nessun uomo, e che di conseguenza era privo di coscienza e di cuore nelle sue azioni ; dall’altro, una povera vedova afflitta nei suoi affetti più intimi e, per di più, oppressa dal suo avversario, queste erano le persone coinvolte. Ciò che la vedova chiedeva, avendo il diritto di aspettarselo da un giudice, non era la vendetta, ma la liberazione da parte della giustizia. Luca indica che ella ripeté la sua preghiera spesso e a lungo. Questo fu il mezzo per la sua liberazione.

Il motivo egoistico invocato dal giudice era in armonia con il suo cinismo: ha confessato di non avere alcun timore di Dio né considerazione per nessuno. Ascoltate, prestate attenzione: questo giudice, ingiusto nel suo egoismo, alla fine, con la sua insistenza, concesse alla vedova ciò che chiedeva. E Dio, giusto e misericordioso, farà di meno per i suoi eletti, i suoi amati figli, che gridano a lui giorno e notte dal mezzo dell’oppressione? Questo è il punto di confronto che deve essere compreso per capire la parabola.

.Qui, come in altre analogie, Gesù ha insegnato non per analogia, ma per contrasto. Il testo del Codex Sinaiticus, A, B, D recita : « Ha pazienza con loro? La maggior parte dei commentatori moderni ha reso questa domanda indipendente dalla precedente e dà al verbo il significato di agire lentamente: si attarda con loro ? L’idea del rapido ritorno di Cristo per la liberazione degli eletti è espressa in vari luoghi della Scrittura negli stessi termini. Questo tempo di attesa e di prova, che sembra molto lungo per chi soffre, è tuttavia molto breve per Gesù, per il quale mille anni sono come un giorno, e che vuole realizzare i propositi della sua misericordia verso tutti i suoi eletti.

Questa promessa di una pronta liberazione si applica non solo alla Chiesa nel suo insieme, ma a ciascuno degli eletti, per i quali l’ora della morte è anche l’ora della liberazione. È in quest’ottica che San Paolo ha definito « luce » l’afflizione presente dei cristiani, che produce in loro una gloria eterna. « Perché le nostre leggere afflizioni del tempo presente producono per noi, oltre ogni misura, un peso eterno di gloria. La promessa di Dio è certa, infallibile; solo i suoi figli sapranno perseverare fino alla fine mantenendo la fede, la vera fede che sola può tenerli in comunione con Gesù?

È con tristezza, e come monito ai suoi discepoli, che Gesù pone questa domanda. Egli affermò in quale stato di dimenticanza di Dio si sarebbe trovato il mondo alla sua venuta e, per quanto riguarda i suoi discepoli, predisse, in relazione alle tribolazioni degli ultimi tempi, che la carità di molti si sarebbe raffreddata. La domanda non significa che non troverà più fede sulla terra. Gesù, parlando della sua apparizione nella gloria, si è riferito a se stesso come al Figlio dell’uomo.

Link ad altri siti web cristiani

◊  Cattolico per la vita : clicca qui per leggere l’articolo  → OMELIA DELLA XXIX DOMENICA TEMPO ORDINARIO, ANNO C

◊ Qumran : clicca qui per leggere l’articolo  →  Testi – XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

Video Padre Fernando Armellini :  » Ventinovesima domenica del Tempo Ordinario dell’Anno C »

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Mercredi de la vingt-huitième semaine dans le Temps Ordinaire – Année paire

Posté par diaconos le 11 octobre 2022

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Jésus menaça les scribes et les pharisiens de la Géhenne

De l’Évangile de Jésus Christ selon Luc

En ce temps-là, Jésus disait : « Quel malheur pour vous, pharisiens, parce que vous payez la dîme sur toutes les plantes du jardin, comme la menthe et la rue et vous passez à côté du  jugement et de l’amour de Dieu. Ceci, il fallait l’observer, sans abandonner cela. Quel malheur pour vous, pharisiens, parce que vous aimez le premier siège dans les synagogues, et les salutations sur les places publiques.

Quel malheur pour vous, parce que vous êtes comme ces tombeaux qu’on ne voit pas et sur lesquels on marche sans le savoir. »  Alors un docteur de la Loi prit la parole et lui dit : «  Maître, en parlant ainsi, c’est nous aussi que tu insultes. » Jésus reprit : « Vous aussi, les docteurs de la Loi, malheureux êtes-vous, parce que vous chargez les gens de fardeaux impossibles à porter, et vous-mêmes, vous ne touchez même pas ces fardeaux d’un seul doigt. (Lc 11, 42-46)

Comportement envers les prophètes

L’évangile nous présente le sens, l’acceptation et le comportement envers les prophètes : « Je leur enverrai des prophètes et des apôtres, ils tueront les uns et en persécuteront d’autres » (Lc 11,49). Les prophètes sont des personnes de n’importe quelle condition sociale ou religieuse, qui ont reçu un message céleste et qui se sont imprégnés de ce message et impulsés par l’Esprit ils l’expriment par des signes ou des paroles adaptées à leur époque.

C’est un message transmis par des discours, jamais très flatteurs, ou des actions qui sont presque toujours très difficiles à accepter. L’une de caractéristiques de la prophétie est qu’elle met mal à l’aise. Le don est une incommodité pour celui qui le reçoit, car cela brûle intérieurement et met ses proches mal à l’aise, malaise qui, de nos jours grâce à internet, s’étend à une population beaucoup plus étendue.

Les contemporains du prophète ont tendance à le condamner au silence, le calomnier et le discréditer jusqu’à ce qu’il meure. Une fois mort, lorsqu’il ne dérange plus, c’est alors le moment de lui édifier un grand monument pour sa tombe et d’organiser des cérémonies en son honneur. Nous ne manquons pas de prophètes de nos jours. Mère Térésa, Jean XXII, Monseigneur Romero… nous rappelons-nous de ce pourquoi ils se battaient et ce qu’ils demandaient ?

Est-ce que nous mettons en pratique ce qu’ils nous ont enseigné ? Notre génération devra rendre des comptes sur le trou dans la couche d’ozone, sur le gaspillage d’eau et la sécheresse causée, mais aussi sur l’exclusion à laquelle nous avons réduit nos prophètes. Il y a encore des personnes qui se réservent le droit de savoir tout en exclusivité, qui partagent dans le meilleur des cas avec les leurs, uniquement avec ceux qui leur permettent de continuer à croire à leurs succès et célébrité.

Des personnes qui ferment la porte à tous ceux qui tentent de rentrer dans leur milieu, au cas où leurs connaissances seraient égales ou supérieures à la leur et qu’ils les devancent : « Malheureux êtes-vous, docteurs de la Loi, parce que vous avez enlevé la clé de la connaissance; vous-mêmes n’êtes pas entrés, et ceux qui essayaient d’entrer, vous les en avez empêchés » (Lc 11,52).

« De nos jours, comme à l’époque de Jésus, certains analysent les phrases et textes de ceux qui par leurs paroles dérangent dans le seul but de les discréditer: est-ce que nous agissons de la sorte ? Il n’y a rien de plus dangereux que de juger les choses de Dieu avec des discours humains »  (Saint Jean Chrysostome).

Scribes, pharisiens, docteurs de la Loi possédaient un pouvoir immense dans la société juive contemporaine de Jésus.  Jésus osa, avec une indépendance absolue, les contrer, s’opposer à eux et leur reprocher leur manière de faire : « Malheur à vous, scribes et pharisiens hypocrites ! Qui purifiez le dehors de la coupe et du plat et dont le contenu provient de la rapine ou de l’intempérance. Pharisiens aveugles ! Purifie le dedans de la coupe et du plat, afin que son extérieur aussi devienne pur”

Jésus perçut très bien que les personnes qui détinrent un pouvoir devinrent facilement homicides pour le conserver. Voilà pourquoi la Sagesse de Dieu, elle aussi, a dit :  »Je leur enverrai des prophètes et des apôtres. Et ils en tueront et persécuteront” Jésus constata que le pouvoir, sous de multiples formes, fermait aux personnes l’accès du Royaume des Cieux de peur de perdre son autorité sur le royaume de la terre. “Malheur à vous, scribes et pharisiens hypocrites, parce que vous fermez aux hommes le Royaume des Cieux ; car vous-mêmes n’entrez pas, et vous ne laissez pas entrer ceux qui le voudraient”

Jésus nous engage à ne rien craindre du pouvoir et à toujours témoigner d’une liberté d’esprit absolue, même au risque de la mort. Nous nous figurons souvent cette recommandation dans l’abstrait, et pourtant, sous des régimes politiques très durs, dits de droite ou de gauche, tant de chrétiens réalisent ce témoignage dans leur sang ou dans la privation de leur liberté.

“Or, Je vous le dis à vous, mes amis : ne craignez pas ceux qui tuent le corps et après cela ne sauraient rien faire de plus. Mais je vous montrerai qui vous devez craindre ;  craignez celui qui, après avoir tué, a la puissance de jeter dans la Géhenne. Oui, vous dis-Je, craignez celui-là” (Lc 12, 4) S’adressant aux docteurs de la Loi, Jésus les avertit : « Quel malheur pour vous, parce que vous bâtissez les tombeaux des prophètes, alors que vos pères les ont tués. Ainsi vous témoignez que vous approuvez les actes de vos pères, puisque eux-mêmes ont tué les prophètes, et vous, vous bâtissez leurs tombeaux. »

Cet avertissement nous concerne aussi. Par notre baptême, nous sommes tous appelés à connaître cette Loi de Dieu et à la transmettre. Le risque est de se limiter à transmettre des autorisations, des interdits, voire de fulminer des condamnations ou d’attribuer des satisfecit. le docteur de la Loi, ne fut plus fidèle à celle-ci. Au lieu de servir la Loi de Dieu, il s’en servit.

Les prophètes reçurent de Dieu la mission de transmettre sa Parole, d’être les interprètes de ses volontés. Le prophète nous conduit à connaître le cœur de Dieu et le docteur de la Loi devrait nous aider à répondre concrètement, dans nos actes, nos paroles, notre vie, à ce cœur de Dieu : connaître l’Amour de Dieu, pour y répondre dans l’amour. Sans une morale, sans les œuvres, la foi risque de n’être qu’une illusion, des velléités, sans fondement et sans objet. Nous pourrions toujours être tentés de nous contenter de quelques obligations ou interdits, et de nous justifier nous-mêmes, et ainsi de nous fabriquer une religion à notre mesure.

Laissons la Parole de Dieu faire irruption dans nos vies pour leur donner une lumière nouvelle, une impulsion renouvelée. Acceptons que  cette Parole de Dieu fasse irruption dans notre vie. Puisse-t-elle nous donner une impulsion nouvelle pour affronter nos journées. Il y a un enjeu vital à laisser Dieu toucher notre cœur par sa Parole, à ne pas nous laisser enterrer dans nos habitudes.

Diacre Michel Houyoux

Liens avec d’autres sites web chrétiens

◊  Catholiques.Org : cliquez ici pour lire l’article →  Les prophètes, un don de Dieu

◊ À méditer  : cliquez ici pour lire l’article → Il y a urgence !

♥  Vidéo  La Foi prise au mot Amour

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