Ventinovesima domenica del Tempo Ordinario dell’Anno C
Posté par diaconos le 11 octobre 2022
# Il Giorno del Giudizio o Giorno del Giudizio è, secondo le religioni abramitiche, il giorno in cui si manifesterà il giudizio di Dio sulle azioni, le parole e le intenzioni degli uomini. Il destino dei dannati e dei giusti non è lo stesso secondo tutti i testi. Secondo la Bibbia e il Corano, la resurrezione dei morti è un prerequisito per il giudizio di Dio, che avverrà nello stesso giorno per tutti. Nel giudaismo, il Giudizio Universale è menzionato nel Libro di Daniele: « Poi verrà il giudizio, e il suo dominio gli sarà tolto, e sarà distrutto e cancellato per sempre.
Nella Torah è scritto a proposito del Giorno del Signore: « Sì, viene il Giorno del Signore, un giorno di ira feroce e di collera, che renderà la terra desolata e distruggerà i suoi criminali. (Is 13,9) Alcuni racconti allegorici parlano di Yom HaDin, descrivendo Dio seduto sul Suo trono, mentre i libri contenenti le azioni di tutta l’umanità sono stati aperti per essere esaminati, e ognuno passa davanti a Lui per valutare le sue azioni.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca
In quel tempo Gesù raccontò ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre senza scoraggiarsi : « C’era un giudice in una città che non temeva Dio e non rispettava gli uomini. Nella stessa città c’era una vedova che venne da lui e gli chiese : « Fammi giustizia contro il mio avversario ». Per molto tempo rifiutò; poi disse a se stesso : « Anche se non temo Dio e non rispetto nessuno, poiché questa vedova comincia a darmi fastidio, le renderò giustizia in modo che non venga più a picchiarmi ».
Il Signore aggiunse : « Ascoltate attentamente ciò che dice questo giudice senza giustizia ! E Dio non farebbe forse giustizia ai suoi eletti, che lo invocano giorno e notte ? Li fa aspettare ? Vi dico che presto farà giustizia. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra ?
La parabola del giudice ingiusto
Per incoraggiare i suoi discepoli a pregare con perseveranza, Gesù portò loro l’esempio di una povera vedova che, a forza di insistere, ottenne giustizia da un giudice che, non temendo né Dio né gli uomini, le concesse la giustizia per egoismo e per essere sollevato dalla sua importunità. Gesù indicò loro le motivazioni di questo giudice e concluse che Dio avrebbe ascoltato ancora di più i suoi eletti e avrebbe reso loro giustizia tempestivamente. Ma il Figlio dell’uomo alla sua venuta troverà la fede ?
Questa parabola è strettamente legata al discorso profetico che la precede. Luca lo indica con l’espressione che gli era familiare : « Disse anche a loro. La necessità della preghiera, della preghiera perseverante e imperterrita, nasce dai pericoli che circonderanno la Chiesa e ogni singola anima nell’ultima lotta che precederà la venuta di Cristo. La posizione dei cristiani nel mondo, inoltre, fa sentire loro questo bisogno impellente di preghiera in ogni momento; senza di essa ognuno di loro sarebbe come quella povera vedova, oppressa e priva di ogni protezione.
Così, da un lato, un giudice che non aveva timore di Dio e non aveva riguardo per nessun uomo, e che di conseguenza era privo di coscienza e di cuore nelle sue azioni ; dall’altro, una povera vedova afflitta nei suoi affetti più intimi e, per di più, oppressa dal suo avversario, queste erano le persone coinvolte. Ciò che la vedova chiedeva, avendo il diritto di aspettarselo da un giudice, non era la vendetta, ma la liberazione da parte della giustizia. Luca indica che ella ripeté la sua preghiera spesso e a lungo. Questo fu il mezzo per la sua liberazione.
Il motivo egoistico invocato dal giudice era in armonia con il suo cinismo: ha confessato di non avere alcun timore di Dio né considerazione per nessuno. Ascoltate, prestate attenzione: questo giudice, ingiusto nel suo egoismo, alla fine, con la sua insistenza, concesse alla vedova ciò che chiedeva. E Dio, giusto e misericordioso, farà di meno per i suoi eletti, i suoi amati figli, che gridano a lui giorno e notte dal mezzo dell’oppressione? Questo è il punto di confronto che deve essere compreso per capire la parabola.
.Qui, come in altre analogie, Gesù ha insegnato non per analogia, ma per contrasto. Il testo del Codex Sinaiticus, A, B, D recita : « Ha pazienza con loro? La maggior parte dei commentatori moderni ha reso questa domanda indipendente dalla precedente e dà al verbo il significato di agire lentamente: si attarda con loro ? L’idea del rapido ritorno di Cristo per la liberazione degli eletti è espressa in vari luoghi della Scrittura negli stessi termini. Questo tempo di attesa e di prova, che sembra molto lungo per chi soffre, è tuttavia molto breve per Gesù, per il quale mille anni sono come un giorno, e che vuole realizzare i propositi della sua misericordia verso tutti i suoi eletti.
Questa promessa di una pronta liberazione si applica non solo alla Chiesa nel suo insieme, ma a ciascuno degli eletti, per i quali l’ora della morte è anche l’ora della liberazione. È in quest’ottica che San Paolo ha definito « luce » l’afflizione presente dei cristiani, che produce in loro una gloria eterna. « Perché le nostre leggere afflizioni del tempo presente producono per noi, oltre ogni misura, un peso eterno di gloria. La promessa di Dio è certa, infallibile; solo i suoi figli sapranno perseverare fino alla fine mantenendo la fede, la vera fede che sola può tenerli in comunione con Gesù?
È con tristezza, e come monito ai suoi discepoli, che Gesù pone questa domanda. Egli affermò in quale stato di dimenticanza di Dio si sarebbe trovato il mondo alla sua venuta e, per quanto riguarda i suoi discepoli, predisse, in relazione alle tribolazioni degli ultimi tempi, che la carità di molti si sarebbe raffreddata. La domanda non significa che non troverà più fede sulla terra. Gesù, parlando della sua apparizione nella gloria, si è riferito a se stesso come al Figlio dell’uomo.
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