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Ventisettesima domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Posté par diaconos le 3 octobre 2023

Ventisettesima domenica del Tempo Ordinario - Anno A dans articles en Italien


La parabola dei vignaioli infedeli ci incoraggia a essere fedeli e obbedienti ai comandamenti di Cristo. Minaccia il castigo divino per chi rifiuta Gesù. Nella sua omelia LXVIII su San Matteo, Giovanni Crisostomo dice che i servi inviati erano i profeti e il Figlio del vignaiolo, Gesù Cristo. In questa parabola Dio chiede agli esseri umani di portare frutto come la vite; ciò è simile alla parabola della vera vite (Gv 15,1-12).


Anche la pietra angolare è Gesù Cristo. Durante l’Angelus di domenica 2 ottobre 2011, Papa Benedetto XVI ha commentato che la vite, il popolo di Dio, deve lavorare per il bene e che i credenti devono rimanere fedeli a Cristo per portare il frutto desiderato, il frutto della compassione. Nel loro commento a questa parabola, gli esegeti Daniel Marguerat ed Emmanuelle Steffelk hanno sottolineato che l’uccisione del figlio prediletto è un’allegoria della Passione di Cristo.

Riguardo al rifiuto della pietra angolare (Lc 20,15-19), hanno aggiunto che la pietra rifiutata [Gesù] diventa una « pietra pericolosa », una pietra che schiaccia. L’atteggiamento verso Gesù] decide il destino finale di una persona, e chi disprezza Gesù si espone al giudizio divino.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo : « Ascoltate questa parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno; piantò una vigna, la recintò, scavò un torchio e costruì una torre di guardia. Poi affittò la vigna ai vignaioli e si mise in viaggio. Quando giunse il momento della vendemmia, mandò i suoi servi dai vignaioli per raccogliere il prodotto della sua vigna.

Ma i vignaioli sequestrarono i servi, ne picchiarono uno, ne uccisero un altro e lapidarono il terzo. Di nuovo il padrone mandò altri servi, più numerosi dei primi, ma furono trattati allo stesso modo. Infine, mandò loro suo figlio, dicendo a se stesso : « Avranno rispetto per mio figlio ». Ma quando i vignaioli videro il figlio, si dissero l’un l’altro: « Questo è l’erede. Uccidiamolo e avremo la sua eredità ! Lo presero, lo buttarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Ebbene, quando verrà il Signore della vigna, cosa farà a questi vignaioli ? ». Risposero : « Distruggerà miseramente quei disgraziati. Affitterà la vigna ad altri vignaioli, che a tempo debito gli consegneranno i prodotti ».

Gesù disse loro : Non avete mai letto nelle Scritture : « La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo: questa è l’opera del Signore, la meraviglia che è sotto i nostri occhi « ? Perciò vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a una nazione che lo farà fruttificare. (Mt 21, 33-43)


Rimproveri ai membri del Sinedrio


A Gesù piaceva mettere in relazione i suoi insegnamenti con l’Antico Testamento. Ma la similitudine si sviluppava in vista dell’obiettivo che aveva in mente. Questo scopo era evidente: dopo aver rimproverato i membri del Sinedrio per la loro impenitenza. Gesù fece sentire loro la colpa attraverso questa storia tragica ; dopo averli portati a pronunciare il proprio giudizio, li giudicò raccontando loro la condotta iniqua dei capi di Israele in tutti i tempi.


Essi stessi rimediarono a queste iniquità uccidendo colui che aveva parlato loro. Un recinto proteggeva la vigna da qualsiasi devastazione proveniente dall’esterno. Per gli orientali, il torchio era scavato nella vite stessa. Era costituito da due vasche sovrapposte, una delle quali serviva a ricevere l’uva che vi veniva gettata per essere pigiata; l’altra, posta al di sotto, era destinata a raccogliere il mosto che vi confluiva.

 Infine, la torre era una torre di guardia, costruita al centro della vigna, da dove poteva essere sorvegliata da tutti i lati. Ciò non significa che questi contadini dovessero pagare in denaro il prodotto annuale della vigna; il padrone aveva fatto un contratto con loro per la coltivazione della sua vigna; doveva ricevere tutto o parte del prodotto in natura. I vignaioli maltrattavano e uccidevano i servi del padrone per non consegnargli il frutto; ora che avevano l’erede, pensavano che, mettendolo a morte, nulla avrebbe potuto impedire loro di impossessarsi della sua eredità.

 Gesù costringe i suoi avversari a pronunciare su se stessi la terribile sentenza che i vignaioli meritavano. In Marco e Luca è Gesù stesso a porre la domanda e a dare la risposta. Il racconto di Matteo è più drammatico : la coscienza degli interlocutori di Gesù li costringe a pronunciare la condanna dei vignaioli, cioè la loro stessa condanna. È solo Matteo a conservare questa combinazione di termini, che sottolinea quanto fosse severa e meritata la condanna: Egli fece perire miseramente quei miserabili.

Gesù voleva far conoscere ai capi della teocrazia il figlio della parabola che fu rifiutato e messo a morte dai vignaioli. Essi stessi sono stati i costruttori stolti e colpevoli che hanno rifiutato la pietra d’angolo. Questa pietra, nell’immagine usata dal salmista, è quella che, posta come fondamento all’angolo di un edificio, sostiene due muri e regge l’intera costruzione.

 Questo è ciò che Gesù Cristo è nel tempio spirituale che si sta costruendo alla gloria di Dio. Questo destino glorioso, che si contrappone al suo rifiuto da parte degli uomini, è l’opera e la volontà esplicita del Signore e rimarrà oggetto di ammirazione per i secoli : è detto infatti nella Scrittura : « Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, scelta e preziosa, e chi crede in lui non sarà svergognato ». (1P 2, 6)

Il padrone di casa che ha piantato una vigna e le ha dato tutte le sue cure è Dio che, nella sua grande misericordia, ha fondato un regno di verità, giustizia e pace su questa terra immersa nelle tenebre a causa del peccato. Lo ha affidato al suo popolo Israele, e in particolare ai leader della teocrazia ebraica. Aveva il diritto di aspettarsi ed esigere i suoi frutti, i frutti della vita religiosa e morale: gratitudine, amore, obbedienza e santità.

I servitori che inviò in varie occasioni per raccogliere questi frutti furono i suoi santi profeti, che, ahimè ! furono sempre rifiutati dai molti, perseguitati e messi a morte : « Alcune donne recuperarono i loro morti con la resurrezione; altre furono abbandonate ai tormenti e non accettarono la liberazione, per ottenere una resurrezione migliore; altre ancora subirono scherni e flagellazioni, catene e imprigionamenti ; sono stati lapidati, squartati, torturati; sono morti di spada ; sono andati in giro con pelli di pecora e di capra, privi di tutto, perseguitati, maltrattati, quelli di cui il mondo non era degno, vagando per deserti e monti, in caverne e tane della terra.  » (Eb 1, 35-38)

 Quanto al figlio che il padrone di casa ha poi inviato nel suo immenso amore, tutto il Vangelo ci dice chi è, e lo sentiamo, proprio in questa parabola, predire il suo rifiuto e la sua morte. Nonostante la loro incredulità, i capi della teocrazia del suo tempo avevano il presentimento che egli fosse l’erede e che mettendolo a morte sarebbero rimasti padroni e possessori del regno.

Ma essi stessi, pronunciando questo doppio giudizio sui vignaioli, che la vigna sarebbe stata loro tolta e che sarebbero periti miseramente, stavano proclamando la loro stessa condanna. Gesù confermò questa sentenza con queste parole: il regno di Dio vi sarà tolto, ne sarete esclusi, e sarà dato, per pura grazia, a una nazione, il popolo di Dio scelto tra tutti i popoli, che ne produrrà i frutti.


Gesù vide i primi frutti di questo nuovo regno. Questa profezia si è realizzata con la distruzione di Gerusalemme e la rovina della teocrazia ebraica, e con l’instaurazione del regno di Dio tra le nazioni pagane.

Il diacono Michel Houyoux

 Link ad altri siti cristiani.


Qumran : clicca qui per leggere l’articolo → Testi – XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)

 ◊ Deoniani Andria : clicca qui per leggere l’articolo → Traccia di omelia della 26a domenica del tempo ordinario

 
Video Padre Fernando Armellini https://youtu.be/KTrOR5_a_JE

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