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Trentunesima domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Posté par diaconos le 30 octobre 2023

1. Perché il Signore Gesù maledisse i farisei e qual era l'essenza dei  farisei | VANGELO DELLA DISCESA DEL REGNO


# I farisei erano un gruppo religioso e politico di ferventi ebrei che, insieme ai sadducei e agli esseni, emerse in Palestina durante il periodo asmoneo, intorno alla metà del II secolo a.C., in risposta all’ellenizzazione voluta dalle autorità del tempo. Autore della Torah orale, che anticipa il rabbinismo, questo movimento faceva parte del giudaismo del Secondo Tempio, di cui influenzò lo sviluppo. Si estinse verso la fine del I secolo e ne abbiamo notizia attraverso varie fonti, i cui studi rinnovati dalla fine del XX secolo hanno evidenziato la difficoltà di comprenderne la complessità. Il loro movimento è noto come farisaismo o fariseismo.

Dall’applicazione rigorosa dei criteri di storicità alle fonti e dall’atteggiamento più scettico degli esegeti nei loro confronti, le informazioni considerate attendibili sul movimento farisaico si sono notevolmente ridotte; così, paradossalmente, questo progresso esegetico ha reso più sfumati e meno certi i contorni del movimento. È ora necessario esaminare separatamente ciascuna di queste fonti, tenendo conto del periodo e del contesto in cui sono state scritte.

I punti di convergenza tra fonti così varie e con interessi divergenti costituiscono un argomento favorevole almeno per stabilire la storicità del farisaismo, a proposito del quale bisogna però ammettere che in ultima analisi sappiamo ben poco di questo gruppo nodale nei tentativi di ricostituzione del giudaismo nel periodo del Secondo Tempio. Esistono tre fonti principali sul movimento farisaico, nessuna delle quali è priva di problemi.

Cronologicamente, si tratta degli scritti neotestamentari dei primi credenti in Gesù di Nazareth, redatti in greco tra il 50 e il 100 d.C., delle opere dello storico ebreo Flavio Giuseppe, che scrisse in greco alla fine del I secolo – è la fonte principale – e della letteratura rabbinica, più in particolare la Mishna e la Tosefta datate tra il 200 e il 220. Più recentemente, una parte significativa della ricerca contemporanea ha incluso tra le fonti alcuni Rotoli del Mar Morto, che menzionano un gruppo noto come i cercatori di fulmini o di lusinghe, identificabili con i Farisei

 Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò alle folle e ai suoi discepoli dicendo : « Gli scribi e i farisei insegnano dal pulpito mosaico. Qualsiasi cosa vi dicano, fatela e osservatela. Ma non date retta alle loro opere, perché dicono e non fanno. »

 Legano fardelli pesanti e difficili da portare e li mettono sulle spalle della gente, ma loro stessi non vogliono muovere un dito.Fanno di tutto per essere notati dalla gente : allargano i loro filatteri e allungano le loro frange; amano i posti d’onore nelle cene, i posti d’onore nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze ; amano essere chiamati Rabbi dalla gente.

Quanto a voi, non permettete a nessuno di chiamarvi Rabbi, perché avete un solo maestro che vi insegna e siete tutti fratelli. Non chiamate nessuno sulla terra padre vostro, perché avete un solo Padre, quello che è nei cieli.
Non fatevi chiamare maestri da nessuno sulla terra, perché avete un solo maestro, Cristo. Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato (Mt 23,1-12).

Discorsi contro gli scribi e i farisei


Ai farisei fu conferita l’autorità di successori di Mosè. Era quindi convenuto obbedire ai loro precetti, ma bisognava stare attenti a non seguire il loro esempio, perché non mettevano in pratica ciò che insegnavano, ma si accontentavano di gravare sugli altri. Qualsiasi cosa facessero, la facevano per essere notati e lodati dagli altri.

Alla stolta vanità dei farisei, Gesù contrappone l’atteggiamento umile che prescrive ai suoi discepoli : non si facciano chiamare Rabbì, Padre, Direttore, perché sono tutti uguali davanti a Dio; il più grande tra loro sia il servo di tutti; chi si umilia sarà esaltato.

 Gesù ha messo a tacere i suoi avversari. Formulò la loro condanna : questo discorso fu rivolto prima alle folle e ai discepoli, che Gesù voleva proteggere dallo spirito dei capi del popolo, poi prese di mira questi ultimi, di cui smascherò e censurò i vizi in una serie di apostrofi taglienti.Matteo è il solo a riportare questo discorso ; Marco e Luca ne riportarono solo alcuni frammenti, che collocarono in altre occasioni come la critica moderna attribuisce a Matteo.

« È molto appropriato che in questo momento Gesù esprima tutto il suo pensiero sui suoi avversari » (De Wette).« Questo discorso è così pieno di vita e di unità che non c’è dubbio che sia stato pronunciato in questo modo, anche se forse contiene alcuni elementi presi in prestito da altri discorsi di Gesù ». (Meyer)La cattedra di Mosè si riferisce all’attività e all’autorità che Mosè esercitava come legislatore e guida del popolo. Essi sedevano su questa cattedra come successori del grande servo di Dio. I rabbini usavano la stessa espressione per dire che un maestro succedeva a un altro nell’insegnamento.

Poiché gli uomini di questo partito avevano mostrato fino ad allora una crescente ostilità nei confronti di Gesù, poiché avevano resistito ai suoi avvertimenti e avevano progettato di impadronirsi di lui, egli rinunciò a ogni considerazione nei loro confronti e ruppe con loro. Gli scribi, simili in tutto e per tutto ai farisei, avevano preso la stessa posizione.Erano i sopherim dell’Antico Testamento, gli uomini dei libri. Nei Vangeli sono chiamati scribi, o legalisti, o maestri della legge, perché l’oggetto principale dei loro studi era la legge di Mosè in sé e nelle sue varie applicazioni alla vita del popolo.

Poiché questa legge era sia religiosa che civile, gli scribi erano allo stesso tempo teologi e giureconsulti. Spesso venivano nominati con i farisei, perché la maggior parte di loro apparteneva a quella setta, o con i capi sacerdoti, di cui erano consiglieri nell’applicazione della legge e nei casi di coscienza. Gli scribi ebbero sempre un ruolo molto attivo nell’opporsi a Gesù. Lo spiavano, criticavano la sua condotta e cercavano di sorprenderlo con domande insidiose. La maggior parte degli interpreti pone diverse restrizioni a questa raccomandazione di Gesù, dato che gli scribi e i farisei potevano insegnare cose false che, in questo caso, i discepoli non dovevano né osservare né fare.

Gesù supponeva che essi insegnassero la Legge di Mosè sul pulpito dove sedevano. Legare pesi è un’espressione figurata che significa : raccogliere in un unico corpo tutti i comandamenti della legge, con le innumerevoli e minuziose prescrizioni cerimoniali che i farisei vi avevano aggiunto, per esigerne l’osservanza. Questi fardelli, pesanti e difficili da portare, dove né la grazia né l’amore aiutavano a portarli, i farisei li imponevano agli altri; ma, lungi dal prenderli su di sé, non li suscitavano nemmeno con il dito. « E tutte le loro opere le fanno per essere visti dagli uomini; infatti allargano i loro filatteri e allungano le frange delle loro vesti ». (Mt 23,5)

Gesù citò questi dettagli come esempi del loro vano e ipocrita desiderio di essere visti dalla gente. I filatteri, ancora in uso tra gli ebrei, sono strisce di pergamena su cui sono scritte parole delle Scritture. Durante la preghiera venivano attaccati al braccio sinistro o alla fronte. Per questo gli ebrei chiamavano queste pergamene tephillim, preghiere« ,A questi oggetti si attribuiva anche l’idea superstiziosa di amuleto o talismano. Li fecero più narghilé« , disse Gesù, « per essere ancora più sicuri di essere visti dalla gente. Le frange, una specie di nappina che i Giudei portavano sul bordo dei loro mantelli, le hanno associate a un’idea religiosa.

Rabbi significa maestro o dottore. Il titolo di padre, inteso in senso morale spirituale, è più alto di quello di maestro e indica una maggiore dipendenza dalla persona a cui è attribuito. Se Dio solo è il Padre di coloro che genera con il suo Spirito per una nuova vita, Cristo solo è il direttore di coloro che conduce con la sua parola e con il suo esempio nelle vie di questa nuova vita. Tutti questi titoli: maestro, padre, direttore, se applicati alle persone, non fanno altro che privare Dio e il suo Cristo della gloria che spetta loro. È così che nascono i partiti e le sette.

Questi segni di adulazione umana sono entrati nella Chiesa cristiana proprio come un tempo tra gli ebrei. Dall’umiltà alla grandezza, dall’umiliazione alla gloria: questo è il cammino verso il regno di Dio, il cammino che Gesù ha seguito, l’unico possibile per i suoi discepoli. Rivolgendosi direttamente agli scribi e ai farisei e gridando loro per sette volte : « Guai a voi ! » Gesù censura tutta l’ipocrisia del loro comportamento: l’ipocrisia della loro posizione di guida del popolo: essi stessi non entravano nel regno dei cieli e lo chiudevano agli altri.

 L’ipocrisia del loro comportamento faceva sì che le anime si perdessero più sicuramente. L’ipocrisia della casistica che applicavano ai giuramenti. L’ipocrisia del loro formalismo, che osservava le minuzie della legge e trascurava i doveri più importanti. L’ipocrisia di pulire l’esterno e lasciare sporco l’interno. Tutta questa ipocrisia li rendeva come sepolcri imbiancati. Li ha portati a costruire i sepolcri dei profeti.

Con accenti dolorosi, Gesù esprime la profonda pietà che prova per questa Gerusalemme che ha ucciso i profeti. Ricordò gli inutili sforzi che aveva fatto per attirarla a sé; le annunciò la sua rovina e le disse che non lo avrebbe rivisto fino al giorno in cui avrebbe accolto il suo ritorno nella gloria.

Il diacono Michel Houyoux

 Link ad altri siti cristiani


Pa
olo Scquizzalo : clicca qui per leggere l’articolo → OMELIA 31a Domenica Tempo Ordinario. Anno A


Qumran : clicca qui per leggere l’articolo → Testi – XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)


Video Padre Fernando Armellini https://youtu.be/9c6B_-Ug81Y

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Lundi de la trentième semaine du Temps ordinaire – Année A

Posté par diaconos le 30 octobre 2023

Des chefs religieux, en colère, regardent Jésus guérir une femme malade

Jésus guérit une femme  possédée par un espris mauvais

De l’Évangile de Jésus Christ selon saint Luc

En ce temps-là, Jésus était en train d’enseigner dans une synagogue, le jour du sabbat. Voici qu’il y avait là une femme, possédée par un esprit qui la rendait infirme depuis dix-huit an ;elle était toute courbée et absolument incapable de se redresser. Quand Jésus la vit, il l’interpella et lui dit : «Femme, te voici délivrée de ton infirmité.» Et il lui imposa les mains. À l’instant même elle redevint droite. et rendait gloire à Dieu.

Alors le chef de la synagogue, indigné de voir Jésus faire une guérison le jour du sabbat, prit la parole et dit à la foule : «Il y a six jours pour travailler ; venez donc vous faire guérir ces jours-là,et non pas le jour du sabbat. » Le Seigneur lui répliqua : «Hypocrites ! Chacun de vous, le jour du sabbat, ne détache-t-il pas de la mangeoire son bœuf ou son âne pour le mener boire ?Alors cette femme, une fille d’Abraham, que Satan avait liée voici dix-huit ans, ne fallait-il pas la délivrer de ce lien le jour du sabbat ?»

À ces paroles de Jésus, tous ses adversaires furent remplis de honte, et toute la foule était dans la joie à cause de toutes les actions éclatantes qu’il faisait. (Lc 13, 10-17)

Guérison d’une malade le jour du sabbat

Jésus enseigna dans une synagogue un jour du sabbat, lorsque survint une femme courbée par un esprit d’infirmité depuis dix-huit ans. Jésus lui annonça sa guérison et lui imposa les mains. Elle se redressa, et glorifia Dieu. Le chef de la synagogue invita les assistants à amener leurs malades les six jours de la semaine, et non le sabbat. Jésus rappela à ces hypocrites qu’ils détachèrent le jour du sabbat leurs bêtes pour les abreuver, et il n’aurait pas le droit de délivrer cette fille d’Abraham du lien qui la retint depuis dix-huit ans !

Jésus conclut de l’acte qu’il vint d’accomplir la puissance du royaume, et il la représenta dans deux paraboles :  la parabole du grain de sénevé qui montra la puissance de l’extension du royaume et la parabole du levain qui révéla sa puissance de transformation. Quelqu’un rapporta à Jésus la nouvelle que Pilate  fit massacrer des Galiléens. Jésus déclara que ceux-ci ne furent pas plus coupables que les autres, et que la repentance fut pour tous la condition du salut.

Il ajout la mention des victimes de la tour de Siloé, et réitéra son affirmation de la nécessité de la repentance. Jésus illustra cette vérité et l’appliqua au peuple d’Israël dans son ensemble par la parabole du figuier planté dans la vigne, qui, durant trois ans, ne donna pas de fruit, et qui fut menacé d’être coupé. Sur l’intercession du vigneron, le propriétaire consentit à le laisser une année encore.

Un esprit d’infirmité est un état maladif attribué à un mauvais esprit. Jésus lui-même confirma cette opinion. Le mal parut avoir eu son siège dans le système nerveux ; de là une contraction qui tint cette pauvre femme courbée, et cela depuis dix-huit ans !

La vue de cette longue souffrance émut la compassion de Jésus. Sans attendre que la malade invoqua son aide et lui demanda la guérison, il l’appela à lui et prononça la parole puissante : «Tu es délivrée !»

Jésus lui imposa les mains, afin d’entrer en communication avec elle, pour rendre à son cœur le calme et la confiance, aussi bien que la force à sa volonté débile. La reconnaissance de la malade éclata en des paroles d’actions de grâce, par lesquelles elle glorifia Dieu.

Ce président de la synagogue, adressa ses reproches à la foule, et indirectement à Jésus qu’il n’osa pas attaquer en face.

Cet acte de puissance dont il fut témoin lui imposa quelque retenue, et il craignit d’exciter l’indignation des autres témoins de cette scène. Dans son aveugle attachement à la légalité, il en appela au quatrième commandement, et il ne s’aperçut pas que les termes mêmes dont il se servit rendirent un éclatant témoignage à la réalité des œuvres de Jésus.

«Hypocrites !», par ce mot, Jésus prononça un jugement sévère à là fois sur le chef de la synagogue et sur tous ceux qui furent animés du même esprit pharisaïque. Leur hypocrisie consista à s’accorder une grande latitude dans l’observation du sabbat, quand il s’agissait de leurs propres intérêts, et à l’appliquer strictement, quand il s’agissait des intérêts du prochain.

Jésus justifia son apparente violation du sabbat par une double considération : cette pauvre femme fut fille d’Abraham, appartenant au peuple de Dieu, et animée de l’esprit du patriarche dont elle descendit ; et malgré cela, Satan, le prince des ténèbres, la tint liée depuis si longtemps ! Ne fallut-t-il pas, même le jour du sabbat, lui arracher sa victime, et la rendre à la liberté aussi bien qu’à la santé ? Confusion des adversaires, joie de la foule qui suivit Jésus avec confiance, tels furent les effets de ses œuvres et de ses paroles. Ainsi triompha sa cause et avança son règne.

Diacre Michel Houyoux

Liens avec d’autres sites chrétiens sur Internet

◊ Regnum Christi : cliquez ici pour lire l’article → Ne fallait-il pas délivrer cette femme de ce lien le jour fu Sabbat ?

◊ Centre Romand de l’apostolat mondial de Fatima : cliquez ici pour lire l’article → Délivrés des liens du péché par la croix du Christ

Vidéo Guérison le jour du Sabba https://youtu.be/HRfxp2dqtqU

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