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Третье воскресенье в ординарном времени – год Б

Posté par diaconos le 21 janvier 2024

DOMENICO, il GHIRLANDAIO - Vocazione dei primi Apostoli - 1481-1482 ...

Призвание первых учеников


# Учреждение двенадцати апостолов – эпизод из жизни Иисуса, который встречается в трех синоптических Евангелиях: Матфея 10:1-4, Марка 3:13-19, Луки 6:12-16, но не в Евангелии от Иоанна. Спасение – это духовное понятие, которое означает избавление и освобождение. Верующий, имеющий спасение, освобождается от греха, неудовлетворенности и вечного осуждения (ад).


Он наслаждается отношениями с Богом и, таким образом, получает доступ в рай. Сотериология – это область богословия, изучающая различные доктрины спасения. Отмечая разнообразие теологий спасения, некоторые авторы попытались сформулировать их. Поскольку именно Христос спасает человечество, концепция спасения будет иметь последствия для понимания тайн Христа: сотериология влияет на христологию. Бернар Сесбоюэ предложил похожую модель, но, следуя Аулену, провел различие между спасением, которое исходит от Бога, и спасением, которое приходит через человека. В различных текстах Нового Завета подчеркивается жизненная важность вечного спасения. Для обозначения спасения используются другие выражения, такие как вечная жизнь или Царство Божье.


Из Евангелия Иисуса Христа от святого Марка


После ареста Иоанна Крестителя Иисус отправился в Галилею, чтобы проповедовать Евангелие Божье, говоря : « Исполнилось время, приблизилось Царствие Божие. Покайтесь и веруйте в Евангелие ». Проходя по Галилейскому морю, Иисус увидел Симона и Андрея, брата Симона, закидывающих сети свои в море, ибо они были рыбаки.

Он сказал им : « Идите за Мною. Я сделаю вас ловцами человеков ». Тотчас же, оставив свои сети, они последовали за Ним. Пройдя немного дальше, Иисус увидел Иакова, сына Зеведеева, и его брата Иоанна, которые были в лодке и чинили сети. Иисус тотчас же позвал их. И, оставив в лодке своего отца Зеведея и его работников, они отправились за Ним. (Мк 1, 14-20)

Призвание первых учеников


Заключение Иоанна в тюрьму вернуло Иисуса в Галилею. Проходя мимо озера, Иисус позвал за собой Симона и Андрея, а затем Иакова и Иоанна. Они оставили своего отца Зеведея с работниками.


Марк подвел итог проповеди Иисуса Христа: Евангелие Божье, то есть благая весть о спасении, автором которой является Бог : « ПАВЕЛ, слуга Христа Иисуса, призванный быть Апостолом, посвященный в Евангелие Божье, всем возлюбленным Божиим, находящимся в Риме ». (Рим. 1, 1)


Исполнившееся время – это великая эпоха, определенная Богом, возвещенная пророками, ожидаемая и желанная верующими Ветхого Завета, время спасения : « Когда же пришла полнота времени, Бог послал Сына Своего, рожденного от женщины и подчиненного закону Моисееву ».

Затем Иисус начал устанавливать царствование или Царство Божье на земле : « Покайтесь, ибо приблизилось Царство Небесное ». (Мф. 3, 2) Путь в это духовное Царство для грешного человека лежит через покаяние или обращение. ».


Это двойное переживание нашей души: глубокое и болезненное чувство греха и вера сердца, охватывающая все сокровища благодати, предлагаемые Евангелием, – обычно происходит одновременно; это одна и та же работа Духа Божьего в ней.Только Марк сохранил это богатое и полное изложение проповеди Иисуса Христа, которое содержит семена всех учений Евангелия.  
Только Марк сохранил это богатое и полное изложение проповеди Иисуса Христа, которое содержит семена всех учений Евангелия. И тотчас призвал их Иисус; и, оставив отца своего Зеведея в лодке с работниками, они последовали за Ним. Только Марк сохранил эту характерную деталь, что два сына Зеведея оставили своего отца в лодке с рабочими.

Дьякон Мichel Houyoux


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1. Призвание первых учеников

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Quarta domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Posté par diaconos le 21 janvier 2024

Il paese dei geraseni - L'indemoniato di Gerasa

# Il racconto della cacciata dei demoni dai Gadareni si trova nei tre Vangeli sinottici. La scena sembra essersi svolta a Gadara, oggi Umm Qeis in Giordania, non lontano dal lago di Tiberiade, o a Gerasa. San Giovanni Crisostomo ci dice che questo miracolo mostra tutta la misericordia, l’occhio provvidenziale che Dio ha per gli esseri umani. E aggiunge : « Da questa storia impariamo che Dio non veglia su tutti noi in generale, ma su ciascuno di noi in particolare ». Gesù Cristo lo dichiarò espressamente ai suoi discepoli quando disse loro : « Ogni capello del vostro capo è stato contato » (Mt 10,30) Padre Antoni Carol i Hostench ha incentrato la sua omelia sulla libertà umana. Per lui, per quanto sia grande la potenza divina concretizzata da questo miracolo, è altrettanto importante la libertà data agli esseri umani di credere in Dio o di non credere, nonostante le prove fornite. Umm Qeis è una città della Giordania, nella provincia giordana di Irbid, 20 km a nord-ovest del capoluogo Irbid e 3 km a sud dello Yarmouk. È stata costruita sul sito dell’antica città di Gadara. La città era chiamata anche Antiochia o Antiochia Semiramis e Seleucia, ed era una delle città della Decapoli.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco


In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare di Galilea, nel paese dei Geraseni. Mentre Gesù scendeva dalla barca, gli venne subito incontro un uomo posseduto da uno spirito immondo; viveva nei sepolcri e nessuno poteva più legarlo, neppure con una catena; anzi, era stato spesso legato con ferri e catene, ma lui aveva spezzato le catene e i ferri e nessuno poteva trattenerlo. Tutto il giorno e tutta la notte stava tra i sepolcri e sulle colline, gridando e ferendosi con le pietre. Quando vide Gesù da lontano, gli corse incontro, gli cadde davanti e gridò a gran voce : « Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro per Dio, non tormentarmi! ». 
Gesù infatti gli diceva: « Spirito immondo, esci da quest’uomo ! ». E gli chiese : « Come ti chiami ? ». L’uomo gli rispose : « Mi chiamo Legione, perché siamo in molti ». E pregarono vivamente Gesù di non scacciarli dal paese.

Ora c’era un grande branco di maiali sul pendio della collina in cerca di cibo. Allora gli spiriti immondi supplicarono Gesù : « Mandaci da questi porci e noi entreremo in loro ». Egli permise loro di farlo. Così uscirono dall’uomo ed entrarono nei maiali. Dall’alto della rupe, la mandria si precipitò in mare: erano circa duemila maiali e stavano annegando nel mare. Quelli che li custodivano fuggirono e diffusero la notizia in città e in campagna, e la gente venne a vedere cosa era successo. Quando giunsero da Gesù, videro l’uomo posseduto che aveva una legione di demoni, ed erano terrorizzati. Quelli che avevano visto tutto questo raccontarono loro la storia dell’uomo posseduto dai demoni e quello che era successo ai maiali. Allora cominciarono a supplicare Gesù di lasciare il loro territorio. Mentre Gesù risaliva sulla barca l’uomo posseduto lo pregò di poter stare con lui.  SEgli non acconsentì, ma gli disse : « Va’ a casa tua dalla tua gente e racconta loro tutto quello che il Signore ha fatto per te nella sua misericordia ». Allora l’uomo se ne andò e cominciò a proclamare nella regione della Decapoli ciò che Gesù aveva fatto per lui, e tutti ne furono meravigliati. (Mc 5, 1-20)


L’indemoniato di Gadara


Gesù e i suoi apostoli arrivarono all’altra sponda del lago, dopo aver superato la tempesta. Marco racconta in modo molto più dettagliato degli altri evangelisti : « L’indemoniato stava continuamente, notte e giorno, nei sepolcri e sui monti, gridando e percuotendosi con pietre »
Questi dettagli, conservati da Marco, mostrano il grado di frenesia a cui giunse questo infelice. Il suo furore raddoppiò le sue forze. Ma Marco voleva indicare un’influenza del potere delle tenebre. Le tombe e le montagne sono menzionate insieme, perché in Oriente le tombe erano grotte naturali o scavate nel fianco di una collina. Il demoniaco soggiornava in questi luoghi remoti e tenebrosi in cerca di solitudine.  Gli atti di auto-violenza commessi da questo sfortunato uomo (si è ammaccato con delle pietre), dai quali solo Marco lo ha trattenuto, sono stati considerati da alcuni interpreti come segni di pentimento o di disperazione e non semplicemente come effetto di una follia furiosa.

Quest’uomo malato, preda del potere delle tenebre, stava sopportando anche una terribile sofferenza morale. Da questo punto di vista, possiamo comprendere meglio la grandezza della liberazione che doveva a Gesù. L’ansia del malato di correre da Gesù appena lo vide da lontano e di gettarsi ai suoi piedi, dimostra chiaramente, come ha osservato Olshausen, che la prima apparizione di Gesù esercitò su di lui un’influenza benefica, che si sentì attratto da lui e che si aspettava un sollievo. Fino a quel momento, il paziente aveva agito con la consapevolezza di sé e della sua disgrazia, ma Gesù, ordinando allo spirito impuro di andarsene, suscitò la resistenza di quest’ultimo, che produsse nella sua vittima uno di quei parossismi in cui egli non era altro che l’organo del demonio che parlava attraverso di lui.

Aggiungendo : « Ti giuro per Dio », lo spirito impuro pensava senza dubbio che Gesù avrebbe accolto più facilmente la sua richiesta di non essere tormentato. Che cosa voleva dire? Gesù fece una domanda al malato per calmarlo e farlo comunicare con lui.  Nel tumulto, nell’esaltazione e nella sofferenza in cui si trovava quest’uomo, nulla poteva riportarlo a se stesso e alla realtà della sua vita più che pronunciare il suo nome, dire a Gesù con sicurezza chi era. Purtroppo, era ancora troppo sotto l’influenza dello spirito maligno per rispondere con una chiara consapevolezza di sé ; così il demone parlò di nuovo e, non senza orgoglio e malizia, prese in prestito il suo nome da quelle temibili legioni romane che terrorizzavano e non amavano il popolo ebraico.

Luca dice : « Diversi demoni erano entrati in lui » ; è ancora lo spirito che aggiunge per bocca del malato : « Siamo molti ». Dobbiamo intendere con questo una molteplicità di influenze che lo Spirito esercitava su tutte le facoltà della sua vittima ?  Oppure dobbiamo intendere che dentro di lei c’erano molti demoni ? Questa regione montuosa, con la sua abbondanza di grotte e sepolcri, era particolarmente attraente per loro. Luca fornisce una ragione per questa richiesta che è più facile da capire : « I demoni temevano di essere mandati nell’abisso, che senza dubbio consideravano un luogo di tormento ». La stessa idea si ritrova in Matteo, dove i demoni supplicano Gesù di non tormentarli prima del tempo del giudizio.

Le parole : là, verso il monte, non sono in contraddizione con quelle di Matteo: lontano da lora ; questi due termini esprimono una certa distanza. Questa parte del racconto, conservata dai tre evangelisti, presenta fatti molto difficili da spiegare, tanto più che non hanno analogie nel Nuovo Testamento. Perché i demoni, costretti a lasciare la loro vittima, chiesero di entrare nei maiali ? Forse perché questi spiriti senza organi, miserabili nel loro abbandono di Dio, amano abitare in esseri organizzati ?  È stato con l’intenzione maligna di fare del male a questi animali, ai loro proprietari, forse anche a Gesù e alla sua influenza ? Perché Gesù ha permesso loro di farlo ? Forse perché era un modo per liberare lo sfortunato uomo che era oggetto del suo interesse e della sua compassione ?

Oppure per giudicare gli abitanti della regione e suscitare in loro una seria riflessione ? Come poteva ignorare la loro perdita ? Voleva forse punirli (almeno quelli di loro che erano ebrei) per aver violato la legge allevando animali legalmente impuri ?  L’indemoniato, che fino a quel momento si era agitato e agitato, si sedette tranquillamente; era vestito, mentre prima non aveva indossato alcun abito : « Quando Gesù fu sceso a terra, gli venne incontro un uomo della città che era posseduto da molti demoni. » Da tempo non portava vestiti e la sua dimora non era in una casa, ma nei sepolcri. ( Lc 8, 27) Era sano di mente, colui che Marco definiva un pazzo furioso; lo ricorda aggiungendo queste parole: « Colui che aveva avuto la legione ».

Queste persone erano piene di paura, vedendo solo il prodigio e non la divina compassione di Gesù che lo aveva compiuto; molti erano offesi nella loro avarizia, e questo bastava loro, nella loro cecità, per volersi privare delle benedizioni della presenza di Gesù.  Fu per profonda gratitudine che l’indemoniato guarito volle seguire Gesù; pensava che con il suo benefattore sarebbe stato più al sicuro dai terribili mali che aveva sofferto. Perché Gesù non glielo permise ? Gesù ha voluto lasciare quest’uomo nella sua casa, con la sua famiglia, perché potesse essere un monumento e un predicatore della misericordia di Dio per tutti. Egli fece conoscere a tutta la regione le grandi cose che Gesù aveva fatto per lui. 

Il diacono Michel Houyoux


Link ad altri siti cristiani


◊ Renzo Bertoli : clicca qui per leggere l’articolo → https://youtu.be/HHthmAPQr1o


Padre Georgy Kochetkov : clicca qui per leggere l’articolo →L’indemoniato di Gadara. Omelia


VideoPadre Fernando Armellini : clicca qui per vedere il video → 4a Domenica del Tempo Ordinario anno B – YouTube


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Mardi de la quatrième semaine du temps orinaire – Année paire

Posté par diaconos le 21 janvier 2024

 

"Ta foi t'a sauvée" (Luc 7:50) - Etudes bibliques - Journal Chrétien

# La Femme hémorragique est un miracle de Jésus-Christ raconté dans trois Évangiles. Elle est le symbole de la foi, tout comme le miracle sur la fille de Jaïre, décrit dans le même chapitre. Pour saint Pierre Chrysologue, les deux miracles racontés en même temps (celui de cette femme hémorragique et la fille de Jaïrus, sont tous les deux symboles de la foi.   La foi montrée par cette femme qui se trouve juste digne de toucher le bas du vêtement du Christ ; et, la foi donnée par Jésus en accomplissant des signes évidents démontrant son lien divin, et, par ce fait, l’existence de Dieu. Pour Thierry Murcia, la question du fond historique des récits évangéliques. Deux guérisons un jour de Kippour : l’Hémorroïsse et la résurrection de la fille de Jaïre et le possédé de Gérasa/Gadara, dans Judaïsme ancien.

La fille de Jaïre désigne un personnage du Nouveau Testament. Elle est la fille du chef de synagogue Jaïrus. Elle fut associée à l’un des miracles de Jésus, celui de la résurrection de la fille de Jaïre, décrit dans les Évangiles synoptiques aux passages suivants : Marc 5, 21-43, Matthieu 9, 18-26 et Luc 8, 40-56. Chez Marc, l’épisode se conclut par l’obligation du secret messianique.   Cet épisode survient juste après l’exorcisme du possédé de Gerasa. Jaïre vint demander à Jésus de soigner sa fille mourante. Peu de détails sont donnés quant à l’identité de Jaïre. L’Évangile selon Matthieu n’indique même pas son nom. Sa fonction exacte n’est pas non plus mentionnée de façon précise. L’un des enseignements de cet épisode de l’histoire de Jésus est que la foi permet d’obtenir la guérison. Lorsque la femme fut guérie, Jésus lui dit : «Ta foi t’a sauvée».

Pour Pierre Chrysologue, ce miracle veut porter tous les gens à croire, mais aussi que le temps ne peut pas intervenir sur le don d’une réalité éternelle. Ce miracle montre aussi l’omnipotence de Dieu. Pour l’abbé Antoni Carol i Hostench, ce passage de la Bible est exemple de foi sans limite. Il cite l’annonce de l’archange à Zacharie et celle de Marie qui furent pour lui deux autres exemples extraordinaires de la foi. Il cita aussi saint Luc afin de prouver la générosité divine envers ceux qui croient : «Et moi je vous dis : demandez et vous recevrez, cherchez et vous trouverez, frappez et l’on vous ouvrira» (Luc 11, 9)

De l’Évangile de Jésus Christ selon Marc

En ce temps-là, Jésus regagna en barque l’autre rive, et une grande foule s’assembla autour de lui. Il était au bord de la mer. Arrive un des chefs de synagogue, nommé Jaïre. Voyant Jésus, il tombe à ses pieds et le supplie instamment : «Ma fille, encore si jeune, est à la dernière extrémité. Viens lui imposer les mains pour qu’elle soit sauvée et qu’elle vive.» Jésus partit avec lui, et la foule qui le suivait était si nombreuse qu’elle l’écrasait. Or, une femme, qui avait des pertes de sang depuis douze ans, elle avait beaucoup souffert du traitement de nombreux médecins, et elle avait dépensé tous ses biens sans avoir la moindre amélioration ; au contraire, son état avait plutôt empiré. Cette femme ayant appris ce qu’on disait de Jésus, vint par derrière dans la foule et toucha son vêtement. Elle se disait : «Si je parviens à toucher seulement son vêtement, je serai sauvée.»

À l’instant, l’hémorragie s’arrêta, et elle ressentit dans son corps qu’elle était guérie de son mal. Aussitôt Jésus se rendit compte qu’une force était sortie de lui. Il se retourna dans la foule, et il demandait : «Qui a touché mes vêtements ?» Ses disciples lui répondirent : «Tu vois bien la foule qui t’écrase, et tu demandes : “Qui m’a touché ?» Mais lui regardait tout autour pour voir celle qui avait fait cela. Alors la femme, saisie de crainte et toute tremblante, sachant ce qui lui était arrivé, vint se jeter à ses pieds et lui dit toute la vérité. Jésus lui dit alors : «Ma fille, ta foi t’a sauvée. Va en paix et sois guérie de ton mal.» Comme il parlait encore, des gens arrivent de la maison de Jaïre, le chef de synagogue, pour dire à celui-ci : «Ta fille vient de mourir. À quoi bon déranger encore le Maître ?» Jésus, surprenant ces mots, dit au chef de synagogue : «Ne crains pas, crois seulement»

Il ne laissa personne l’accompagner, sauf Pierre, Jacques, et Jean, le frère de Jacques. Ils arrivent à la maison du chef de synagogue. Jésus voit l’agitation, et des gens qui pleurent et poussent de grands cris. Il entre et leur dit : « Pourquoi cette agitation et ces pleurs ? L’enfant n’est pas morte : elle dort.» Mais on se moquait de lui. Alors il met tout le monde dehors, prend avec lui le père et la mère de l’enfant, et ceux qui étaient avec lui ; puis il pénètre là où reposait l’enfant. Il saisit la main de l’enfant, et lui dit : «Talitha koum», ce qui signifie : «Jeune fille, je te le dis, lève-toi !» Aussitôt la jeune fille se leva et se mit à marcher , elle avait en effet douze ans. Ils furent frappés d’une grande stupeur. Et Jésus leur ordonna fermement de ne le faire savoir à personne ; puis il leur dit de la faire manger. (Mc 5, 21-43)

Ta foi t’a sauvée !

Marc réunit ici dans un même récit deux histoires imbriquées l’une dans l’autre. Matthieu et Luc ont suivi le même procédé. D’abord deux figures sont en scène. Deux figures féminines : une fillette et une femme. Et dans les deux cas la foi est au cœur des démarches entreprises auprès de Jésus. Dans le cas de la femme incurable, il n’y a aucune requête. C’est une démarche de foi et d’espérance en Jésus de la part de cette femme qui lui vaudra une guérison immédiate. Et à travers ce récit, je saisis toute l’importance de cette démarche de Foi et d’espérance. Voyez, c’est la foi qui manque, disait le saint curé d’Ars. Quand nous disons : Mon Dieu, je crois, je crois fermement, c’est à dire sans la moindre hésitation, nous rejoignons la foi de cette femme dont nous a parlé l’évangile aujourd’hui.

Cette femme qui avait des pertes de sang depuis douze ans et qui avait dépensé beaucoup d’argent sans aucune amélioration et dont l’état avait plutôt empiré, ayant appris ce qu’on disait de Jésus, vint par derrière dans la foule et toucha son vêtement. Dans une de ses homélies, le curé d’Ars disait au sujet de la foi : «Je crois que si nous avions la foi, nous serions maîtres des volontés de Dieu… il ne nous refuserait rien !» L’hémorroïsse pensa que si elle parvenait à toucher le vêtement de Jésus, elle serait sauvée. À l’instant même, l’hémorragie s’arrêta et elle ressentit dans son corps qu’elle était guérie de son mal chronique. Marc, dans son évangile, montra la puissance de vie et de salut agissant en Jésus pour les personnes qui ont la foi tandis qu’elle reste ignorée des personnes incrédules. «Ta foi t’a sauvée !» (Mt 9, 22c ; Mc 5,34 ; Lc 8, 48)

Cette parole de Jésus met en valeur la signification de l’évènement : au-delà de la guérison physique l’important est la foi qui sauve. Il est important que nous puissions toucher Jésus aujourd’hui. Oui ! Car ce qui est en jeu, c’est la manière concrète dont nous pouvons vivre le mystère de la résurrection. Tout cet épisode montre que la foi en Jésus parvient même à lui arracher un miracle totalement involontaire. La remise debout de la fille de Jaïre évoque la résurrection de Jésus. Ce récit dans nos évangiles synoptiques est un témoignage du pouvoir souverain de Jésus sur la vie et sur la mort. Jésus en effet est pleinement victorieux sur les forces du mal et de la mort. La parole de Dieu retentit de la même façon pour tous les chrétiens rassemblés, le Corps du Christ distribué à la communion est le même pour tous. Suis-je cet homme ou cette femme qui entend et touche Jésus avec foi ? Il ne suffit pas d’avoir rencontré le Christ à la messe, nous devons marcher à sa suite et bâtir notre vie avec les moyens qu’il nous donne.

Diacre Michel Houyoux

Liens avec d’autres sites web chrétiens

◊ Prédications.eu : cliquez ici pour lire l’article →Mardi de la 4 e semaine, année paire

◊ Top Chrétien : cliquez ici pour lire l’article →Va, lui dit Jésus, ta foi t’a sauvé

Vidéo Pasteur Stéphane Lavignotte : cliquez sur le lien ci-dessous pour voir la vidéo https://youtu.be/zMBqWHLvKqo?t=16

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