Seconda domenica di Quaresima – Anno pari
Posté par diaconos le 20 février 2024
# La Trasfigurazione è un episodio della vita di Gesù Cristo raccontato nel Nuovo Testamento. Si tratta di un dell’aspetto corporeo di Gesù per alcuni momenti della sua vita terrena, al fine di rivelare la sua natura divina a tre discepoli. Questo stato fisico, considerato miracoloso, è riportato nei tre Vangeli sinottici : (Mt 17,1-9, Mc 9,2-9, Lc 9,28-36).
Secondo il cristianesimo, si tratta di una prefigurazione dello stato corporeo annunciato ai credenti per la propria resurrezione. Il luogo tradizionale della Trasfigurazione è il monte Tabor, vicino al lago di Tiberiade. Alcuni esegeti collocano l’evento sul Monte Hermon, poiché gli episodi evangelici che lo inquadrano sono ambientati in questa regione.
Per i Maroniti, la Trasfigurazione avvenne nella regione di Bcharré, sul Monte Libano. Per la Chiesa cattolica, lo scopo immediato della Trasfigurazione era quello di preparare i cuori dei discepoli a superare lo scandalo della croce. La trasfigurazione è anche un annuncio della « meravigliosa adozione » che renderà tutti i credenti figli di Dio. Anche la Chiesa ortodossa celebra la Trasfigurazione. Nella Chiesa d’Etiopia, la festa è chiamata Buhe.
# Il luogo della Trasfigurazione è il Monte Tabor, vicino al Lago di Tiberiade. Fu scelto in epoca bizantina per la sua vicinanza a Nazareth e al lago di Tiberiade. Alcuni esegeti collocano l’evento sul Monte Hermon, poiché gli episodi evangelici che lo inquadrano sono ambientati in questa regione. Per i maroniti, la Trasfigurazione avvenne nella regione di Bcharré, sul Monte Libano. Il monte della Trasfigurazione rimanda al Monte Oreb e al Monte Sinai, due luoghi simbolici dell’Antico Testamento, per la presenza di Mosè ed Elia accanto a Cristo, le cui missioni sono legate ad essi.
La nube da cui emana la voce del Padre riecheggia quella che avvolse gli Ebrei durante l’Esodo e la loro traversata del deserto. Secondo alcuni osservatori, la proposta di San Pietro di erigere tre tende si riferisce anche alla tenda dell’incontro dell’Antico Testamento. Questa trasfigurazione è anche un annuncio della « meravigliosa adozione » che renderà tutti i credenti figli di Dio. La sua trasfigurazione non è un’anticipazione della risurrezione – in cui il suo corpo sarà trasformato in Dio – ma, al contrario, la presenza del Dio trino e di tutta la storia della salvezza nel suo corpo predestinato sulla croce. Dio della Trinità e di tutta la storia della salvezza nel suo corpo predestinato sulla croce.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco
In quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse da soli su un alto monte. E si trasfigurò davanti a loro. Le sue vesti divennero splendenti, di un candore tale che nessuno sulla terra può ottenere. Elia apparve loro insieme a Mosè ed entrambi parlarono con Gesù. Allora Pietro prese la parola e disse a Gesù : « Rabbì, è bello che siamo qui ! Montiamo tre tende: una per te, una per Mosè e una per Elia ». In effetti, Pietro non sapeva cosa dire, tanto era grande la loro paura. Venne una nube e li avvolse, e dalla nube una voce disse: « Questo è il mio Figlio prediletto, ascoltatelo ! All’improvviso, guardandosi intorno, videro solo Gesù da solo con loro. Scesero dal monte e Gesù ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto finché il Figlio dell’uomo non fosse risorto dai morti.
Ed essi si attennero a questa parola, chiedendosi tra loro che cosa significasse « risorgere dai morti ». (Mc 9, 2-10)
La luce di Cristo
Quando qualcuno ci sorride, il suo volto cambia. È meraviglioso da vedere ! Come non amare il sorriso degli altri? Si crea un senso di complicità, una comunione libera e vera che ci fa intravedere la felicità. Gesù si trasfigura e i discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, vedono Gesù: la sua luce interiore, il suo amore infinito, non smette di sgorgare dal suo cuore. Il suo corpo ne era raggiante. Gesù, sul monte, non era illuminato dall’esterno da una luce; era lui, nel suo corpo, a essere Luce.
Che cos’era questa luce ? Era il mistero stesso di Gesù. Elia e Mosè apparvero nella luce. Erano lì per confermare agli apostoli la persona e l’opera di Gesù ? La straordinaria luce di Cristo e la presenza delle più grandi figure della storia di Israele diedero ai discepoli una gioia prodigiosa. Possiamo capire l’esclamazione di Pietro : « Rabbì, è bello che siamo qui ». Volevano costruire tre tende ed erano felicissimi di vedere il progetto di Dio realizzarsi. » (Mc 9, 5) La trasfigurazione del Signore fa parte della Buona Novella. Quando l’amore regna, trasfigura le persone. L’amore attinto da Dio fiorisce e stimola. Al contrario, senza amore o invasi dalla passione, le persone diventano rapidamente dominate dalla gelosia, dall’avidità e dall’insoddisfazione cronica.,
La passione indurisce, acceca e offusca lo sguardo. Uno sguardo che diventa offensivo e umiliante, uno sguardo che distrugge! Marc annota : « Che non sapeva cosa dire, tanto era grande il loro spavento ». Felicità o paura ? Di fronte al mistero di Dio, ci sono questi due sentimenti. La gioia di capire, la gioia di scoprire, la gioia di ricevere ciò che sta al cuore del mistero di Dio. Ma rimane la paura. Pietro non capiva molto di questo momento straordinario; era un testimone che non si inventava nulla.
Più tardi scriverà : « Non sono favole inventate… lo abbiamo visto in tutto il suo splendore quando lo abbiamo visto sul monte santo… noi stessi abbiamo udito questa voce dal cielo quando eravamo con lui sul monte santo: Questo è il mio figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto ». Questo è il cuore della personalità di Gesù, questo è il motivo dell’irradiazione di tutto se stesso, la fonte di vita del suo essere: Gesù è amato dal Padre, è suo Figlio, il suo amato. La Trasfigurazione si conclude con una raccomandazione: non dire nulla prima della Risurrezione.
In questo modo, Gesù ha annunciato che l’amore che lo unisce al Padre sarà veramente ascoltato e compreso solo quando la croce sarà stata vista. Allora tutti potranno sentire, ascoltare e accogliere l’eterno mistero dell’amore di Dio per tutti gli uomini. Nota Non sappiamo quasi nulla della vita dell’apostolo Pietro dal tempo del Concilio di Gerusalemme del 49 d.C. fino al momento in cui scrisse questa lettera da Roma, intorno al 64 d.C., poco prima della sua morte.
Il diacono Michel Houyoux
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