Lunedì Santo

Posté par diaconos le 23 mars 2024

La luce della salvezza - Liturgia di oggi Lunedì 16 Novembre 2020

Jesu la luce del Mondo

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei : « Amen, amen, io vi dico : se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte, non vedrà mai la morte ». I Giudei gli dissero : « Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, i profeti sono morti e tu dici: « Se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte » Sei forse più grande del nostro padre Abramo ? Egli è morto e anche i profeti sono morti. Chi credi di essere ? Gesù rispose : « Se io mi glorio, la mia gloria non è nulla; è il Padre mio che mi glorifica, del quale voi dite:  » È il nostro Dio », anche se non lo conoscete.

Io lo conosco e se dicessi che non lo conosco, sarei un bugiardo come voi. Ma lo conosco e osservo la sua parola. Tuo padre Abramo si rallegrò, sapendo che avrebbe visto il mio Giorno. Lo vide e si rallegrò. Allora i Giudei gli dissero : « Tu che non hai ancora cinquant’anni, hai visto Abramo ! ». Gesù rispose loro : « Amen, amen, vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono ». Allora raccolsero delle pietre per scagliarle contro di lui. Ma Gesù si nascose e uscì dal Tempio. (Gv 8, 51-59)

Gesù, la luce del mondo

Gli interpreti erano divisi su questa questione. Alcuni, come Calvino, de Wette e Godet, pensano che Gesù, dopo una pausa, si rivolga ai suoi ascoltatori più disponibili, a coloro che hanno vissuto un primo movimento di fede e hanno soddisfatto la condizione posta da Luca; fa brillare davanti ai loro occhi la magnifica promessa. Altri, come Meyer, Weiss e Luthardt, pensano che queste parole si ricolleghino immediatamente a quelle che le hanno precedute e che Gesù, mentre annunciava il giudizio di Dio, abbia dichiarato un’ultima volta che la parola che proclamava era l’unica via per sfuggire alla morte. 

Se la prima ipotesi sembra più corretta, sono stati gli stessi avversari a rispondere riproducendo il pensiero ingiurioso che avevano espresso. Comunque sia, Gesù ha proclamato una di quelle verità profonde che contengono tesori di consolazione e di speranza. Osservare la sua parola significa dimorare in essa, farne l’elemento della propria vita interiore, praticarla in tutta la propria condotta (Gv 14,23-24; Gv 17,6). Chi vive di questa parola ha la vita eterna : non vedrà mai la morte. .

Agli occhi di Gesù, la morte del corpo non è morte ma sonno (Med. 9.24; Gv. 11.11), il passaggio alla pienezza della vita. La vera morte completa è quella dell’anima, la sua separazione da Dio, e tale morte è diventata impossibile per chi possiede la vita eterna in Dio. I Giudei, prendendo la parola « morte » in senso puramente materiale, rafforzarono la loro ingiusta opinione che Gesù fosse pazzo, che parlasse sotto l’influenza di un demone. I più grandi uomini di Dio, Abramo e i profeti sono morti, e voi pretendete di avere il potere di esentarli dalla morte! Cosa pretendete di essere ?

Nonostante la rivelazione di Dio nella sua Parola, essi erano in questa profonda ignoranza, a causa della loro cecità morale. Ma Gesù lo sapeva e ha mantenuto la parola, perché è con loro in completa unità di volontà e di amore. È per questo carattere che i Giudei avrebbero dovuto riconoscere la verità divina delle sue parole. Indignato per la loro resistenza a questa verità, Gesù ricordò loro lo spirito di falsità che l’aveva causata e lo indicò loro. Dopo essersi giustificato dal rimprovero di essersi glorificato, Gesù affronta la domanda dei Giudei : « Sei tu più grande di Abramo ?

Sì, lo sono », risponde con coraggio, « poiché sono stato l’oggetto della speranza e della gioia di quel patriarca ». C’è dell’ironia in questa parola: Abramo, vostro padre, colui che venerate, si rallegrò umilmente nella speranza della mia venuta. Che contrasto con il loro atteggiamento ! L’evento dopo il quale Abramo sospirò, e che Gesù chiama il mio giorno, non può che essere la comparsa del Salvatore sulla terra per compiere la redenzione del mondo (Lc 17, 22). 

Infatti, sebbene questo termine si riferisca spesso alla sua seconda venuta (Lc 17,24-26 ; 1 Cor 1,8 ; Fil 1,6 ; 1 Tess 5,2), non è probabile che debba essere inteso in questo senso.
Ma quando Abramo ha gioito nella speranza di vedere questo giorno di Cristo ? Perché sono queste due gioie successive che Gesù attribuisce al patriarca.


Sulla prima domanda, gli interpreti sono stati: le promesse di Dio, in cui Abramo credette, furono la causa della sua gioiosa speranza, perché il loro oggetto era la salvezza del mondo (Gen 18,17-18; Gen 22,18). 

Per quanto riguarda la seconda domanda: quando Abramo vide realizzate queste speranze e si rallegrò? Le opinioni variano. I Padri della Chiesa e i Riformatori hanno messo in relazione questo fatto con la vita terrena di Abramo, spiegandolo con la sua fede nelle promesse di Dio, o con una visione profetica (Eb 1, 13), o con rivelazioni che gli sono state date a un certo punto della sua carriera.

Il divenire appartiene a tutto ciò che è creato; l’essere assoluto ed eterno appartiene solo a Dio, ed è in questo senso che Gesù Cristo ha parlato. Gesù si nascose tra la folla che lo circondava, dove i suoi discepoli poterono facilitare la sua fuga. 

Così lasciò il tempio per sfuggire ai disegni omicidi dei suoi nemici. L’espressione: si nascose, esclude che essa supponga un’azione soprannaturale. Questa fu la fine della lotta più violenta che Gesù condusse in Giudea. La vittoria generale sull’incredulità fu decisa per la Giudea come per la Galilea.

Il diacono Michel Houyoux


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