Domenica di Pasqua – Anno B
Posté par diaconos le 29 mars 2024
# La risurrezione di Lazzaro è un miracolo di Gesù registrato solo nel Vangelo di Giovanni (Giovanni 11:1-44), in cui Gesù riporta in vita Lazzaro di Betania quattro giorni dopo la sua sepoltura1. L’evento ebbe luogo a Betania, oggi la città palestinese di Al-Eizariya, Nel Vangelo di Giovanni, questo è l’ultimo dei miracoli compiuti da Gesù prima della Passione e della sua stessa risurrezione. Lazzaro era il fratello di Marta e Maria di Betania. La famiglia viveva nel villaggio di Betania, a circa tre chilometri a est di Gerusalemme, sul versante sud-orientale del Monte degli Ulivi.
I teologi Moloney e Harrington considerano la risurrezione di Lazzaro un miracolo cruciale che ha messo in moto la catena di eventi che ha portato alla crocifissione di Gesù. La considerano una resurrezione che porta alla morte, in quanto la resurrezione di Lazzaro porta alla morte di Gesù, il Figlio di Dio, a Gerusalemme, e rivela la gloria di Dio. Calvino notò che non solo Cristo diede una prova notevole del suo potere divino risuscitando Lazzaro, ma mise anche davanti ai nostri occhi un’immagine vivente della nostra futura risurrezione. Il Sabato di Lazzaro, che si riferisce alla risurrezione di Lazzaro, un amico di Dio.
Abbinata alla Domenica delle Palme, precede la Settimana Santa. Questa festa si svolge qui perché è considerata da alcune Chiese orientali – Chiese ortodosse e Chiese cattoliche di rito bizantino – un’anticipazione della Pasqua, del mistero della Risurrezione. Per questo motivo il sabato viene celebrato come una domenica, il giorno della Risurrezione. In questo episodio, e nell’innografia che lo sviluppa, Cristo si mostra come trionfatore sulla morte, perché Lazzaro era morto da quattro giorni e il suo corpo era già in via di decomposizione. Con una sola parola, e senza ascoltare la disperazione delle sorelle del morto, Cristo risuscita Lazzaro : la morte è già impotente di fronte alla sua potenza.
Nell’apolytikion del giorno, l’innografo afferma che questo gesto è stato compiuto per « dare fede alla risurrezione di tutti ». # La Pasqua è la festa più importante del cristianesimo. Commemora la risurrezione di Gesù. La solennità, preceduta dalla Settimana Santa, l’ultima parte della Quaresima, inizia la notte prima della Domenica di Pasqua con la Veglia Pasquale. ta della Pasqua è fissata per la prima domenica dopo il primo plenilunio successivo al 21 marzo, cioè il 22 marzo al più presto se il plenilunio cade la sera del 21, e il 25 aprile al più tardi. Le Chiese occidentali, avendo adottato sia la riforma gregoriana del calendario sia una concomitante correzione del ciclo lunare, hanno spesso un giorno di festa diverso da quello delle Chiese ortodosse.
A causa dei diversi calendari (gregoriano e giuliano) delle due tradizioni, l’equinozio non cade necessariamente nella stessa lunazione, e ci può essere anche una settimana in più di differenza dovuta al fatto che le due tradizioni non usano la stessa luna ecclesiastica, e quindi le fasi lunari possono essere sfalsate di un giorno o due e trovarsi ai lati di una domenica. Alcune chiese cristiane scelgono di osservare la Pasqua Quartodecimale in accordo con la Pasqua ebraica.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria Maddalena si recò al sepolcro di buon mattino; era ancora buio. Si accorse che la pietra era stata rimossa dal sepolcro. Allora corse da Simon Pietro e da Giovanni, l’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro : « Il Signore è stato portato via dal suo sepolcro e non sappiamo dove sia stato deposto ». Allora Pietro si mise in cammino con l’altro discepolo per andare al sepolcro. Corrono insieme, ma l’altro discepolo corre più veloce di Pietro e raggiunge la tomba per primo. Chinandosi, vide che i teli di lino erano stesi; ma non entrò.
Simon Pietro, che lo seguiva, arrivò a sua volta. Entrò nel sepolcro e vide i teli di lino stesi e il sudario che aveva avvolto il capo di Gesù, non posato con i teli di lino ma arrotolato al suo posto. Poi entrò l’altro discepolo, quello che era arrivato per primo al sepolcro. Vide e credette. Fino a quel momento, i discepoli non avevano capito che, secondo le Scritture, Gesù doveva risorgere dai morti. (Gv 20,1-9)
Gesù doveva risorgere dai morti
« Resurrexi, et adhuc tecum sum »- Sono risorto e sono sempre con voi, così inizia l’inno d’ingresso ufficiale della Messa di Pasqua. Sì, Signore, tu hai vinto la morte e sei sempre con me ; sei l’amico intimo della mia anima. Signore Gesù, con la tua risurrezione, vieni a rianimarmi. Oggi è il giorno che il Signore ha fatto, sia per noi un giorno di festa e di gioia, canteremo per tutta la Pasqua. Questa espressione del Salmo 117 inonda la celebrazione della fede cristiana. Il Padre ha risuscitato dai morti suo Figlio Gesù Cristo, l’Amato, colui di cui si compiace perché ha amato fino a dare la vita per tutti.
Viviamo dunque la nostra gioia pasquale. Cristo è risorto: celebriamo questa risurrezione, pieni di gioia e di amore. Oggi Gesù Cristo ha vinto la morte, il peccato e la tristezza… e ci ha aperto le porte di una vita nuova, la vita autentica che lo Spirito Santo ci dona per pura grazia. Che nessuno sia triste ! Cristo è la nostra Pace e la nostra Via, per sempre. Oggi Egli » rivela pienamente l’uomo a se stesso e gli rivela la sublimità della sua vocazione » (Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes 22).
Questo è il grande segno che il Vangelo ci dà oggi : la tomba di Gesù è vuota. Non dobbiamo più cercare tra i morti il vivente, perché è risorto. E i discepoli che lo videro poi risorto, cioè che lo riconobbero vivo in un meraviglioso incontro di fede, si accorsero che la sua tomba era vuota. La tomba vuota e le apparizioni saranno i grandi segni per la fede dei credenti. Il Vangelo dice : « Allora entrò l’altro discepolo, quello che era venuto per primo al sepolcro. Vide e credette » (Gv 20, 8). Egli ha saputo cogliere per fede che questo vuoto, questo sudario e il telo di lino arrotolato separatamente, erano i piccoli segni del passaggio di Dio, della vita nuova.
L’amore sa cogliere ciò che agli altri sfugge; gli bastano i piccoli segni. « L’altro discepolo, quello che Gesù amava » (Gv 20,2), si lasciò guidare dall’amore che aveva ricevuto da Cristo. Questo « vedere e credere » dei discepoli deve essere anche il nostro. Rinnoviamoci nella nostra fede pasquale. Che Cristo sia il nostro Signore in tutto. Permettiamo alla sua Vita di animare la nostra e di rinnovare la grazia del nostro battesimo. Diventiamo suoi apostoli e discepoli. Guidati dall’amore, proclamiamo ovunque la nostra gioia di credere in Gesù Cristo. Siamo testimoni gioiosi e pieni di speranza della sua Risurrezione. Signore, tu sei presente, sei qui, risorto, vicino a me. Inonda il mio cuore con la tua forza e il tuo amore, che la tua Risurrezione dia nuova vita alla mia vita.
La gioia non è solo un sentimento, ma dipende anche dalla nostra volontà: possiamo decidere di essere gioiosi meditando sulle ragioni più profonde della nostra gioia. Oggi cerchiamo di vivere la gioia della Pasqua, di gioire perché Cristo è risorto e condivide la sua vita con noi.
Il Diacono Michel Houyoux
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