Quarta domenica di Pasqua – Anno B
Posté par diaconos le 16 avril 2024
# La Parabola della pecora smarrita, nota anche come Parabola del Buon Pastore o Parabola del Buon Pastore, attribuita a Gesù di Nazareth, si trova in due dei Vangeli canonici del Nuovo Testamento. È raccontata da Matteo (Mt 18,12-13) e da Luca (Lc 15,3-7). Si trova anche nell’apocrifo Vangelo di Tommaso, logion 107.
Possibili paralleli nell’Antico Testamento sono Ezech 34,6.12 e Sal 119,176 La parabola ha dato origine a un’espressione, la pecora perduta, che si riferisce, come il figliol prodigo in una parabola che segue di poco in Luca, alla persona che si smarrisce moralmente o, sempre in Luca, alla dracma perduta.
Le prime due parabole, e talvolta tutte e tre, sono alla base delle considerazioni dei teologi e dei predicatori sulla necessità di andare a cercare la pecora smarrita e riportarla nel gregge, nel caso di errore involontario, o di accogliere con grazia il peccatore pentito, nel caso di errore volontario.
# Il buon pastore è uno dei titoli con cui Gesù si identifica. È una delle sette parole Io sono…, che si trovano solo nel Vangelo di Giovanni, e si riferisce a un aspetto della missione di Gesù: raccoglie, guida, cerca chi è perduto e dà la vita per gli altri.
Nutre le sue pecore o riporta indietro le pecore perdute. Questo termine è all’origine della parola « pastore » comunemente usata nel cristianesimo. Il tema del Buon Pastore era diffuso nell’arte greca antica, dove era applicato all’Hermes criophorus, il portatore, ma anche ai portatori di offerte, e poi nell’arte romana, dove era utilizzato in particolare in relazione ai funerali, secondo formule da cui la nascente arte cristiana trasse piena ispirazione.
Questo stesso tema si dice abbia modelli sumeri. Nell’iconografia cristiana, Cristo viene dapprima raffigurato come « Agnello di Dio » portato in braccio da Giovanni Battista, e poi Gesù stesso diventa il Buon Pastore che raccoglie le pecorelle smarrite3. Tradizionalmente è raffigurato con fasce di vitello e vestito di esomidi e tiene in mano un bastone da pastore, un recipiente per mungere il latte (mulctra) o una siringa. Questo tema ha ispirato molti artisti cristiani.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni
In quel tempo Gesù disse: « Io sono il buon pastore, il vero pastore, che dà la vita per le sue pecore. Il pastore mercenario non è il pastore, le pecore non sono sue: se vede arrivare il lupo, abbandona le pecore e fugge; il lupo le prende e le disperde. Quel pastore non è altro che un mercenario, e le pecore non contano davvero per lui. Ma io sono il buon pastore; conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e do la mia vita per le mie pecore.
Ho altre pecore che non sono di questo ovile: anche queste devo condurre. Ascolteranno la mia voce e ci sarà un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per riceverla di nuovo. Nessuno può togliermela: io la do da me stesso. Ho il potere di darla, ma ho anche il potere di riceverla di nuovo: questo è il comandamento che ho ricevuto dal Padre mio ». (Gv 10, 11-18)
Io sono il Buon Pastore
« Io sono ilBuon Pastore, il vero Pastore, il vero pastore dà la vita per le sue pecore ». (Gv 10, 11) È durante tutta la sua vita che Gesù ha dato se stesso. Durante tutta la sua vita sulla terra, non ha mai smesso di dare e donare se stesso. Lo vediamo nella sua vita quotidiana a Nazareth, nella sua predicazione, nel suo servizio ai discepoli e nell’accoglienza di tutti coloro che gli venivano incontro con le loro angosce e sofferenze.
Il buon pastore è anche colui che conosce e ama le sue pecore. Per Cristo, il pastore di tutta l’umanità, noi siamo il suo bene più prezioso. Gesù ci chiede di amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati. Questo significa che dobbiamo anche prenderci il tempo di conoscere le persone sul nostro cammino e quelle affidate alle nostre cure. Non possiamo amare veramente chi non cerchiamo di conoscere o chi ignoriamo deliberatamente.
È attraverso il contatto personale e il dialogo paziente che possiamo capire meglio chi è nel bisogno, e il tempo speso per conoscerlo e fargli conoscere il Signore è un tempo prezioso donato con amore. Siamo collaboratori di Cristo, il pastore dell’umanità. È lui che ci chiama e ci manda. Un giorno dovremo rendere conto della responsabilità che ci è stata affidata. Il buon pastore è anche colui che raduna il suo gregge : quando viaggia in montagna, è importante che il gregge resti unito; ne va della sua sicurezza.
Dicendo questo, Gesù ci parla del mondo diviso in cui viviamo. Cristo vi ha posto la sua Chiesa. Vuole che sia unita e solidale. « Ho altre pecore, che non sono di questo ovile: anche queste devo condurre. Ascolteranno la mia voce e ci sarà un solo gregge e un solo pastore ».
Gesù conta su di noi per partecipare a quest’opera di aggregazione
Contempliamo Gesù nel suo amore per il Padre e per tutta l’umanità; contempliamolo nella sua obbedienza, nella sua povertà, nella sua compassione per ogni uomo e donna, specialmente i più poveri, gli esclusi, gli emarginati, coloro che soffrono di più. Fissiamo il nostro sguardo su di lui: ci conosce meglio di noi stessi. Con Gesù, il Buon Pastore, riaffermiamo a nostra volta la nostra piena disponibilità a compiere la volontà del Padre giorno per giorno.
Che questa Eucaristia che celebriamo questa domenica stimoli in noi il desiderio di vivere alla maniera di Gesù, il Buon Pastore ! Ci aiuti ad assomigliare sempre di più a Gesù, che non smette mai di dare la sua vita per tutti ! Ascoltiamo la chiamata, la sua chiamata attraverso le necessità dei nostri fratelli e sorelle che gridano a noi. Quanto è grande e meraviglioso l’amore di cui il Padre ci riempie nel suo Figlio, il Buon Pastore.
In questa domenica, in cui siamo invitati a pregare per le vocazioni, alziamo gli occhi su Gesù, il Buon Pastore. Preghiamo con fiducia e insistenza affinché dia alla sua Chiesa pastori che cerchino di conoscere meglio le persone e di amarle, e che si preoccupino di coloro che non sono ancora nella Chiesa.
Il Diacono Michel Houyoux
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