Sesta domenica di Pasqua – Anno B
Posté par diaconos le 30 avril 2024
# Il Vangelo secondo Giovanni è l’ultimo dei quattro Vangeli canonici del Nuovo Testamento. La tradizione cristiana lo attribuisce a uno dei discepoli di Gesù, l’apostolo Giovanni, figlio di Zebedeo. Secondo Philippe Rolland, i primi Padri della Chiesa sono unanimi nell’affermare che questo Vangelo è l’ultimo dei quattro nel tempo e che è stato scritto da Giovanni. Tra di loro ci sono Ireneo di Lione, morto nel 210, Clemente di Alessandria, morto nel 211, e Origene, morto nel 245. Per non parlare di Marcione, che morì nel 160 e non è un Padre della Chiesa. Questa ipotesi è oggi respinta dalla maggior parte degli storici, che vedono in questo testo l’opera di una comunità giovannea della fine del I secolo, la cui vicinanza agli eventi è stata oggetto di dibattito.
Questo testo fu scritto in greco, come gli altri tre Vangeli canonici, noti come Sinottici, ma si differenzia da essi per la composizione, lo stile poetico, la teologia e probabilmente le fonti, oltre che per alcuni episodi insoliti, come le nozze di Cana e la donna adultera. Nella dottrina trinitaria, il Vangelo secondo Giovanni è il più importante in termini di cristologia, perché afferma implicitamente la divinità di Gesù, che descrive come Verbo incarnato di Dio.
# Il Vangelo secondo Giovanni è l’ultimo dei quattro Vangeli canonici del Nuovo Testamento. La tradizione cristiana lo attribuisce a uno dei discepoli di Gesù, l’apostolo Giovanni, figlio di Zebedeo. Secondo Philippe Rolland, i primi Padri della Chiesa sono unanimi nell’affermare che questo Vangelo è l’ultimo dei quattro nel tempo e che è stato scritto da Giovanni.
Tra di loro ci sono Ireneo di Lione, morto nel 210, Clemente di Alessandria, morto nel 211, e Origene, morto nel 245.
Per non parlare di Marcione, morto nel 160, che non è un Padre della Chiesa. Questa ipotesi è oggi respinta dalla maggior parte degli storici, che vedono in questo testo l’opera di una comunità giovannea della fine del I secolo, la cui vicinanza agli eventi è discussa. Questo testo fu scritto in greco, come gli altri tre Vangeli canonici, noti come Sinottici, ma si differenzia da essi per la composizione, lo stile poetico, la teologia e probabilmente le fonti, oltre che per alcuni episodi singolari, come le nozze di Cana e la donna adultera.
Nella dottrina trinitaria, il Vangelo secondo Giovanni è il più importante in termini di cristologia, perché afferma implicitamente la divinità di Gesù, che descrive come Verbo incarnato di Dio. # Il Sacro Cuore è una devozione al cuore di Gesù Cristo, come simbolo dell’amore divino con cui Dio ha assunto la natura umana e ha dato la vita per gli uomini. Questa devozione è particolarmente diffusa nella Chiesa cattolica, ma anche nella Chiesa anglicana e in alcune chiese luterane.
Sottolinea i concetti di amore e di adorazione di Cristo. La Solennità del Sacro Cuore fu istituita da Papa Clemente XIII nel 1765 ed estesa a tutta la Chiesa cattolica da Papa Pio IX nel 1856. La diffusione di questa devozione nella Chiesa cattolica, a partire dal XVII secolo, si deve alle rivelazioni di una suora di Paray-le-Monial, Marguerite-Marie Alacoque, che affermò di averla ricevuta da Cristo stesso durante varie apparizioni tra il 1673 e il 16752.
In seguito, a partire dal XIX secolo, essa derivò dalle rivelazioni di un’altra suora cattolica, la Madre Superiora del convento della Congregazione del Buon Pastore di Oporto, Maria del Divin Cuore Droste zu Vischering, che chiese a Papa Leone XIII di consacrare il mondo intero al Sacro Cuore di Gesù. Pio XI disse : « Lo spirito di espiazione o di riparazione ha sempre avuto il primo e principale ruolo nel culto del Sacro Cuore di Gesù ».
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli : « Come il Padre ha amato me, anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. » Vi ho detto questo perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa. Il mio comandamento è questo : « Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato »
Non c’è amore più grande che dare la vita per coloro che amiamo. Voi siete miei amici se fate ciò che vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il padrone; vi chiamo amici, perché tutto quello che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga. Perciò qualsiasi cosa chiederete al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. (Gv 15, 9-17)
Come io ho amato voi
È l’amore di Gesù che vive nel cuore dei suoi discepoli la fonte del loro amore reciproco. Egli insisteva su questo comandamento, la cui osservanza era l’anima della vita cristiana : « Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amato, anche voi dovete amarvi gli uni gli altri ». (Gv 13,34) La misura dell’amore che dovevano avere gli uni per gli altri era in quella parola : come io ho amato voi. E Gesù spiegò come li amava. Dare la vita per i propri amici è la più grande prova d’amore che si possa dare loro.
Ecco perché contemplare Gesù che muore sulla croce sarà sempre il modo migliore per comprendere la grandezza del suo amore. Queste parole di Gesù rimasero profondamente impresse nel cuore di Giovanni, che le ripeté anche in seguito. Secondo l’apostolo Paolo, Gesù dimostrò un amore ancora più grande quando volle morire non solo per i suoi amici, ma anche per i peccatori. Gesù aveva appena detto che avrebbe dato la vita per i suoi amici.
Poi, rivolgendosi amorevolmente ai suoi discepoli, aggiunse : « Voi siete miei amici !« . Questo per dire loro allo stesso tempo : « Lo proverete, da parte vostra, con l’obbedienza dell’amore ». Gesù fece loro apprezzare molto questa bella parola « amico » che aveva dato loro. E ne spiegò il significato profondo. Disse loro : « Non vi chiamo più servi, perché il servo rimane estraneo ai pensieri e ai progetti del suo padrone, ma vi ho dimostrato che siete miei amici, perché vi ho fatto conoscere tutti i progetti di misericordia e di amore che il Padre mio mi ha affidato per realizzare la salvezza del mondo ».
Questo è ciò che Gesù ha espresso in questi termini familiari : « Tutte le cose che ho udito dal Padre mio ». Con tutto il loro amore per Gesù, non potevano mai dimenticare che egli era il Signore, e quanto più li elevava a lui, tanto più sentivano il bisogno di umiliarsi alla sua presenza. Tutto questo », ha aggiunto Gesù, « l’ho fatto perché andiate liberamente, con gioia, al vostro lavoro e portiate frutto, un frutto permanente per la vita eterna ». Queste cose, queste parole e queste istruzioni di Gesù, in cui tutto era amore da parte sua, egli le ha elargite ai suoi, affinché essi si amassero a loro volta.
Così gli apostoli hanno compreso l’immensa importanza di questo amore reciproco, che è l’anima della Chiesa nella sua comunione con Gesù.
Il diacono Michel Houyoux
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