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Domenica della Trinità

Posté par diaconos le 21 mai 2024

Domenica della Ss. Trinità - S. Messa 7/06/2020 - YouTube


# Nel cristianesimo, la Trinità (o Santa Trinità) è l’unico Dio in tre persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, uguali, partecipi della stessa essenza divina e tuttavia fondamentalmente distinti. Il termine Trinitas (= tri + unitas) è stato coniato in latino da Tertulliano (155-220). La fede nella Trinità è il principio fondante comune alle principali confessioni cristiane: cattolicesimo, ortodossia e protestantesimo. 
Il fondamento di questa dottrina è espresso nel simbolo niceno. Il concetto di « Trinità » non compare esplicitamente nel Nuovo Testamento, ma le tre persone vi sono nominate e si manifestano in diverse occasioni, sia nella loro distinzione che nella loro unità. Per la teologia cristiana, queste tre persone, o ipostasi, costituiscono l’unico Dio sotto forma di Trinità.

La dottrina della Trinità Secondo la dottrina cristiana, il dogma della Trinità è la conseguenza del modo in cui Dio ha rivelato il suo mistero: dopo aver prima rivelato la sua esistenza e la sua unicità al popolo ebraico, come riecheggia nell’Antico Testamento, si è poi rivelato come Padre, Figlio e Spirito Santo inviando il Figlio e lo Spirito Santo, come riecheggia nel Nuovo Testamento. Il concetto trinitario (triade in greco) appare per la prima volta in Teofilo di Antiochia, intorno al 180, per designare Dio, il suo Logos e la sua Sapienza (Spirito Santo). Gli scritti dei Padri della Chiesa – Giustino di Nablus, Ireneo di Lione, Clemente di Alessandria, Tertulliano e Origene – testimoniano i dibattiti che hanno attraversato la Chiesa nei primi tre secoli.

Lo stesso vale per le successive denunce delle diverse eresie. Sebbene il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano chiaramente presenti nel Nuovo Testamento, siamo ancora lontani dalla dottrina precisa della Trinità come sarebbe stata definita nel IV secolo.

Domenica della Trinità

In quel tempo gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte dove Gesù aveva detto loro di andare. Quando lo videro, si prostrarono, ma alcuni di loro avevano dei dubbi.
Gesù si avvicinò a loro e disse : « A me è stata data ogni autorità in cielo e in terra. Andate e fate discepoli tutti i popoli. Battezzateli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e insegnate loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. E io sono con voi fino alla fine dei secoli. (Mt 28, 16-20)

Gesù appare agli undici in Galilea

Gli undici si recarono in Galilea, sul monte indicato da Gesù. Si prostrarono davanti a lui, ma alcuni avevano dei dubbi. Gesù affermò che ogni potere gli apparteneva; ordinò ai suoi discepoli di andare a tutte le nazioni, di istruirle, di battezzarle e di insegnare loro a osservare i suoi comandamenti ; promise di essere con loro ogni giorno fino alla fine del mondo. Sembra che quando ordinò ai suoi discepoli di andare in Galilea dopo la sua risurrezione, designò anche un monte dove lo avrebbero incontrato. Gli eventi della vita di Gesù, come il discorso con cui inaugurò il suo regno come Messia, la manifestazione della sua gloria nella trasfigurazione e il discorso di addio, si svolsero sui monti.

Matteo cita solo i suoi apostoli, ridotti a questo numero dalla morte di Giuda : « Poi, gettate le monete d’argento nel Tempio, si ritirò e andò a impiccarsi ». (Mt 27,5) Ma poiché Gesù aveva molti discepoli in Galilea, che si affrettarono a radunarsi quando udirono la notizia della sua risurrezione dagli apostoli tornati da Gerusalemme, diversi interpreti pensarono che gli undici non fossero soli a questo incontro sul monte, e identificarono questa apparizione con quella in cui Gesù, secondo Paolo, fu visto da più di cinquecento fratelli in una sola volta : « Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta, la maggior parte dei quali sono ancora vivi e alcuni sono morti ». 1 C0 15, 6)


Per loro era più facile spiegare i dubbi menzionati in questa supposizione. Questi dubbi erano sorti anche tra gli apostoli. Matteo non menziona le apparizioni di Gesù ai suoi discepoli in Giudea né le discussioni che ebbe con loro in quel luogo. Ma avrebbe potuto ignorarle ? 
Non ha forse riportato lui stesso l’incontro di Gesù con le donne vicino al sepolcro e le parole che egli rivolse loro? E tutti gli avvenimenti a Gerusalemme tra Gesù risorto e i suoi discepoli non furono forse immediatamente resi noti a tutti ? E quando lo videro, lo adorarono; ma alcuni dubitarono. La fede nella divinità del Figlio di Dio, ancora incerta e debole nel cuore di molti, si risveglia vittoriosa alla vista di Gesù: trionfante sulla morte, Tommaso gli dice : « Mio Signore e mio Dio » (Gv 20,28). 

« Insegnare a tutte le nazioni ». Questo era lo scopo della misericordia di Dio, che non conosce limiti quando si tratta della nostra umanità decaduta. Questo comando era una promessa : « E poiché l’iniquità è aumentata, l’amore di molti si raffredderà » (Mt 24,12). Come possiamo far sì che le nazioni imparino ? Con questi tre mezzi: istruzione, battesimo e obbligo morale di mettere in pratica tutti gli insegnamenti di Gesù. L’istruzione fu data a tutte le nazioni : il battesimo fu amministrato a coloro che erano stati fatti discepoli tra loro. A questi discepoli battezzati gli apostoli dovevano insegnare ad osservare tutto ciò che Gesù comandava.

Il diacono Michel Houyoux


Link ad altri siti cristiani

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◊ Catopedia : clicca qui per leggere l’articolo → Solennità della Santissima Trinità – Cathopedia

 ◊ Video  Padre Ternando Armellini : clicca qui → https://youtu.be/BFI0Z289Y0Q

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Mardi de la septième semaine du Temps Ordinaire -Année Paire

Posté par diaconos le 21 mai 2024

Lac Tiberiade - find out

Jésus enseigne ses disciples

# Le Bon Samaritain est une parabole du Nouveau Testament dont se sert Jésus de Nazareth pour illustrer sa définition de l’« amour du prochain ». Il répond à une question qui lui est posée à propos de la Règle d’or» de l’Ancien Testament : « Tu aimeras ton prochain comme toi-même » (Lv 19, 18). Cette parabole ne figure que dans l’Évangile selon Luc (Lc 10, 25-37). Dans le domaine de l’exégèse biblique, elle fait partie du Sondergut de cet évangéliste.

La question que pose le docteur de la Loi, dans cet épisode du Nouveau Testament, porte sur le sens du mot prochain ou proche selon la traduction). Ce terme apparaît dans un passage du Lévitique, 19, 17-18 : «Tu n’auras pas dans ton cœur de haine pour ton frère. Tu dois réprimander ton compatriote et ainsi tu n’auras pas la charge d’un péché. Tu ne te vengeras pas et tu ne garderas pas de rancune envers les enfants de ton peuple.» Ici intervient le précepte : «Tu aimeras ton prochain comme toi-même» (Lv 19:18).

C’est cette phrase que cite l’Évangile selon Luc juste avant la parabole. La tradition juive attache une importance fondamentale à cette prescription, couramment appelée Règle d’or. Hillel, au Ier siècle, en fit la source du principe de réciprocité, qui résume toute la Torah, s’il fut complété par l’étude. Rabbi Akiva commenta, au IIe siècle, cette Règle d’Or :  principe de base de la Torah et loi la plus importante , lors de la discussion qui l’opposa à Ben Azzaï, et compara l’emplacement central de ce précepte — au milieu du Lévitique, lui-même au milieu des cinq Livres de la Torah — à l’emplacement du Tabernacle au milieu du cortège des Hébreux.

Le peuple des Samaritains évoqué dans le Deuxième Livre des Rois11 se dit descendant des Hébreux et en particulier de Jacob. Leur religion se fonda sur le Pentateuque et ils refusèrent la centralité religieuse de Jérusalem. Au retour de leur captivité à Babylone, les Juifs refusèrent de les admettre parmi eux. Depuis lors, les deux communautés évitèrent tout contact.

De l’Évangile de Jésus Christ selon Marc

En ce temps-là, Jésus traversait la Galilée avec ses disciples, et il ne voulait pas qu’on le sache, car il enseignait ses disciples en leur disant : « Le Fils de l’homme est livré aux mains des hommes ; ils le tueront et, trois jours après sa mort, il ressuscitera. » Mais les disciples ne comprenaient pas ces paroles et ils avaient peur de l’interroger. ls arrivèrent à Capharnaüm, et, une fois à la maison, Jésus leur demanda : « De quoi discutiez-vous en chemin ? » Ils se taisaient, car, en chemin, ils avaient discuté entre eux pour savoir qui était le plus grand.

S’étant assis, Jésus appela les Douze et leur dit : «Si quelqu’un veut être le premier, qu’il soit le dernier de tous et le serviteur de tous.» Prenant alors un enfant, il le plaça au milieu d’eux, l’embrassa, et leur dit :  « Quiconque accueille en mon nom un enfant comme celui-ci, c’est moi qu’il accueille. Et celui qui m’accueille, ce n’est pas moi qu’il accueille, mais Celui qui m’a envoyé. » (Mc 9, 30-37)

Jésus enseigne ses disciples

Jésus, après avoir quitté Césarée de Philippe, traversa la Galilée, en cherchant à demeurer inconnu pour pouvoir instruire ses disciples au sujet de sa mort prochaine et de sa résurrection. Eux ne comprirent pas et n’osèrent le questionner. Lequel  fut le plus grand ?  À Capharnaüm, Jésus leur demanda le sujet de leur discussion en chemin. Ils se turent, confus. Jésus leur déclara avec solennité que celui qui veut être le premier sera le dernier, le serviteur de tous. Il entoura de ses bras un petit enfant et dit :  «Celui qui reçoit un de ces petits le reçoit et reçoit Dieu »

Jésus déclara :  «Il vaudrait mieux être jeté dans la mer avec une meule au cou que de scandaliser un de ces petits qui croient en moi.»  La main, le pied, l’œil doivent être sacrifiés, s’ils sont pour nous une occasion de chute, de peur que nous ne tombions dans la géhenne où le ver ne meurt pas, où le feu ne s’éteint pas. Toute personne sera salée de feu, comme tout sacrifice doit être salé de sel. Le sel est bon pourvu qu’il ne perde pas sa saveur ; ayons du sel en nous-mêmes et demeurons ez en paix entre nous. Étant partis de là, ils traversèrent la Galilée ; et il ne voulut pas que personne le sût.

Jésus enseignait ses disciples, et il leur dit :  «Le Fils de l’homme sera livré entre les mains des hommes; ils le feront mourir, et, trois jours après qu’il aura été mis à mort, il ressuscitera. » (Mc 9, 31)  Mais eux ne comprirent pas cette parole et ils craignirent de l’interroger. Sans comprendre cette prédiction, ils y pressentirent quelque chose de douloureux ;  Matthieu dit qu’ils en furent fort attristés ; et ce fut pourquoi ils craignirent de l’interroger. Dans l’évangile selon Matthieu, ce furent les disciples qui posèrent à Jésus la question : «  Qui est le plus grand ? »  Luc raconta qu’une discussion avait eu lieu entre eux et que Jésus, le sachant, plaça un enfant au milieu d’eux.

Selon Marc, il s’informa d’abord du sujet de leur entretien et Marc fit observer que les disciples se turent, parce qu’ils furent confus en sa présence d’avoir agité une question qui trahissait leur ambition. S’étant assis, il appela les douze et leur dit : «Si quelqu’un veut être le premier, il sera le dernier de tous et le serviteur de tous.»  Il y eut quelque chose de solennel dans la manière dont Jésus se prépara à parler. Jésus n’eut pas dit : que celui qui veut être le premier soit le dernier et le serviteur de tous, mais : il le sera ; il ne donna pas un conseil sur la manière d’atteindre la véritable grandeur.

Il montra l’abaissement qui est la conséquence inévitable de l’orgueil, selon ce principe éternel du royaume de Dieu : «Quiconque s’élève sera abaissé ». Il ne prédit pas un jugement à venir, mais il énonça un fait actuel : l’orgueil est un abaissement, l’humilité est une grandeur. «Quiconque recevra l’un de ces petits enfants en mon nom, me reçoit ; et quiconque me reçoit, ce n’est pas moi qu’il reçoit, mais Celui qui m’a envoyé.».(Mc 9, 37) Jésus, en déclarant que celui qui le reçoit, reçoit Dieu lui-même, exprima une pensée qui se retrouve souvent dans l’évangile de Jean, par exemple dans cette parole : « Moi et le Père sommes un» Dans le passage parallèle de Matthieu  Jésus donna, à l’occasion du petit enfant qu’il présenta comme modèle, une autre instruction non moins importante.

Diacre Michel Houyoux

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