Sedicesima domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Posté par diaconos le 17 juillet 2024
# Nelle chiese cristiane, il pastore è colui che svolge funzioni di gestione e di insegnamento all’interno della propria comunità. Il termine è più spesso usato nel contesto del protestantesimo, con i pastori protestanti che costituiscono la leadership e il ministero della parola all’interno delle chiese protestanti ed evangeliche. Santi cristiani Pastore di Alcalà (?-304), con Juste, bambini martirizzati a Complutum, durante la persecuzione di Diocleziano, sotto Daciano. Pastore di Nicomedia (IV secolo), Vittore e altri cinque compagni, martirizzati in Oriente durante la persecuzione di Diocleziano.
Pastore di Orléans (?-557), vescovo di Orléans. Palestinese, nato all’inizio dell’era cristiana, fu professato dai cristiani come il Messia, il Figlio di Dio e il Redentore dell’umanità. In ordine cronologico, nacque prima dell’anno 4 sotto Erode, iniziò la sua attività apostolica intorno all’anno 28, fu arrestato, condannato a morte e crocifisso sotto il procuratore romano Ponzio Pilato il 30 aprile e, secondo la testimonianza dei suoi apostoli, fu proclamato risorto tre giorni dopo. Questa risurrezione di Gesù è ritenuta dai cristiani un fatto storico che trascende l’ambito della storia per raggiungere quello della fede. Il Messia (χριστός / Christos in greco antico), l’unto del Signore è annunciato dall’Antico Testamento del Giudaismo.
La maggior parte dei cristiani riconosce Gesù Cristo come l’unico Figlio di Dio e come una delle tre persone del Dio Trino. Sua madre è Maria di Nazareth. A partire dal XIX secolo, la ricerca critica degli storici ha gradualmente dissociato Gesù di Nazareth, la figura storica, da Gesù Cristo, la figura religiosa. Secondo John Meier, questa distinzione metodologica affonda le sue radici nella distinzione operata da numerosi autori germanici, tra cui Bultmann (1884-1976), tra due significati del termine storico in tedesco.
Da un lato, storico, nel senso di un evento corrispondente a un semplice fatto la cui esistenza è attestata dalla storia, e dall’altro, storico, nel senso di un evento che ha un impatto duraturo e corrisponde a una realtà significativa. Il presente capitolo su Gesù Cristo si colloca nell’ambito di questa seconda prospettiva storica, lasciando la prima al capitolo intitolato Ricerca del Gesù storico. I musulmani riconoscono Gesù di Nazareth come un eminente profeta di Dio con il nome di ʿĪsā.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco
In quel tempo, dopo la loro prima missione, gli apostoli si riunirono da Gesù e gli raccontarono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Egli disse loro : “Venite in un luogo deserto e riposatevi un po’. Infatti, molte persone arrivavano e partivano e non c’era nemmeno il tempo di mangiare. Così partirono in barca verso un luogo deserto. La gente li vide partire e molti capirono la loro intenzione. Così, da tutte le città, corsero lì a piedi e arrivarono prima di loro. Quando Gesù scese a terra, vide una grande folla. Ne ebbe compassione, perché erano come pecore senza pastore. Così si mise a insegnare loro a lungo. (Mc 6,30-34)
Vieni in un luogo deserto e riposati per un po’ di tempo
In questo giorno, Gesù, anch’io vengo, come gli apostoli, ad ascoltarti. Sì, è solo alla tua presenza che possiamo veramente riposare. Solo ascoltando le tue parole posso davvero recuperare le forze. Forma in me, Signore, il cuore di un apostolo. Il Vangelo di oggi ci invita a scoprire l’importanza del riposo nel Signore. Gli apostoli stavano tornando dalla missione che Gesù aveva loro affidato. Avevano scacciato i demoni, guarito i malati e predicato il Vangelo. Erano stanchi e Gesù disse loro : “Venite in un luogo deserto e riposatevi un po’” (Mc 6, 31).
Una delle tentazioni a cui ogni cristiano può soccombere è quella di voler fare molte cose e di trascurare il rapporto con il Signore. Il catechismo ci ricorda che, quando si tratta di pregare, uno dei pericoli maggiori è quello di pensare che ci sono altre cose più urgenti da fare, e si finisce per trascurare il rapporto con Dio. Per questo Gesù dice ai suoi discepoli, che hanno lavorato molto, sono stanchi e sono felici perché tutto è andato bene, che devono riposare.
Il Vangelo ci dice che “partirono in barca per un luogo deserto” (Mc 6,33). La prima è stare con Gesù, perché è con lui che parleremo. Dobbiamo essere sicuri della sua presenza. Per questo, ogni momento di preghiera inizia generalmente, e questa è la parte più difficile, con la presa di coscienza della presenza di Dio. Diventare consapevoli di essere con Lui. La seconda cosa è la solitudine necessaria. Se vogliamo parlare con qualcuno, avere una conversazione intima e profonda, scegliamo la solitudine.
San Pierre Julien Eymard raccomandava di riposare nel Signore dopo la comunione. E metteva in guardia dal pericolo di riempire il nostro ringraziamento con parole o frasi che conosciamo a memoria. Diceva che, dopo aver ricevuto il Corpo di Cristo, la cosa migliore era rimanere in silenzio per un po’, per recuperare le forze e lasciare che Gesù ci parli nel silenzio del nostro cuore. A volte, invece di raccontargli i nostri progetti, è meglio lasciare che Gesù ci insegni e ci dia coraggio.
Signore, sii la mia guida in tutto. Sii il pastore della mia vita. Insegnami a lasciarmi ammaestrare come quelle folle. Mandami a coloro che non ti conoscono e che ti cercano. Dopo questo tempo di riposo orante, so che anch’io sarò mandato a coloro che incontrerò oggi. Ispirami, Signore, le parole giuste per annunciare che tu sei il buon pastore.
Il Diacono Michel Houyoux
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