Ventiduesima domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Posté par diaconos le 3 septembre 2024
Gesù guariva solo per via orale.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, lasciata la provincia di Tiro, passando per Sidone e dirigendosi verso il mare di Galilea, giunse nel territorio della Decapoli. Alcuni gli portarono un uomo sordo, che aveva anche difficoltà a parlare, e supplicarono Gesù di imporgli la mano. Gesù lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli mise le dita negli orecchi e gli toccò la lingua con la saliva. Poi, alzando gli occhi al cielo, sospirò e gli disse : “Effata”, cioè “Apri”. Le orecchie si aprirono, la lingua si sciolse ed egli parlò correttamente. Poi Gesù ordinò loro Ma più glielo ordinava, più essi lo proclamavano. Erano stupiti e dicevano : “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti”. (Mc 7, 31-37)
Guarigione di un sordomuto
Quando Gesù lasciò Tiro, tornò al mare passando per la Decapoli. Gli portarono un sordomuto e gli chiesero di imporgli le mani. Gesù lo trasse fuori dalla folla, gli toccò le orecchie e la lingua e, alzando gli occhi al cielo, disse con un sospiro : “Effata !”. Lo storpio era completamente guarito. Gesù proibì ai presenti di raccontare questo miracolo, ma più glielo proibiva, più lo pubblicavano. Con estremo stupore, gridavano : “Ha fatto bene ogni cosa!”.Gesù era avanzato fino ai confini settentrionali della Galilea, dove iniziava il territorio di Tiro.
Ora, invece di tornare subito sui suoi passi, fece una deviazione più a nord, attraverso Sidone, o, come altri hanno inteso, attraverso il territorio di Sidone, per tornare al mare di Galilea, attraversando il Libano in direzione di Damasco, e poi attraversando la Decapoli. Marco non dice perché Gesù abbia scelto questa strada. Durante questo lungo viaggio attraverso il paese pagano, egli parlava regolarmente con i suoi discepoli. La Decapoli era una vasta regione al di là del Giordano, a nord-est della Galilea.
Gesù si era avvicinato una volta a questa regione; aveva dovuto ritirarsi su richiesta degli abitanti, ma aveva lasciato lì una testimonianza del suo potere : “Allora cominciarono a pregare Gesù di lasciare il loro territorio”. Mentre Ges risaliva sulla barca, l’indemoniato lo pregò di poter stare con lui. Egli non acconsentì, ma gli disse : “Va’ a casa tua dalla tua famiglia e racconta loro tutto quello che il Signore ha fatto per te nella sua misericordia”. (Mc 5,17-19) Gesù prese in disparte il sordomuto per rimanere solo con il malato, per entrare in un rapporto personale con lui e per lasciargli un’impressione più profonda della sua guarigione ? Il Vangelo presenta una serie di fatti simili. Di solito,
Gesù guariva solo per via orale.
Quale poteva essere il suo scopo nel fare altrimenti ? Alcuni pensano che volesse compensare ciò che mancava alla fede del paziente; incoraggiarlo mostrandogli che si prendeva cura di lui con interesse. Altri suppongono che avesse in mente i testimoni della guarigione e si adattasse alle loro idee sull’efficacia di certi mezzi, per evitare che diventassero superstiziosi riguardo al miracolo. Tuttavia, va notato con Olshausen che, anche quando Gesù non guarì con la sola parola, non usò mai mezzi diversi dalla sua persona; nella sua persona risiedeva esclusivamente il potere divino che restituiva la salute ai malati e persino la vita ai morti.
Questo miracolo fu compiuto con grande solennità. Gesù, come spesso faceva, alzò gli occhi al cielo, dove il suo sguardo cercava tutta la luce e la potenza di Dio. Sospirò, sia per la preghiera ardente che rivolgeva a Dio, sia per il dolore che provava nel prendere su di sé la sua infermità. Infine, pronunciò la parola potente che restituì a questo sventurato l’uso dell’udito e della parola : Ephphatha (apri!).
Il diacono Michel Houyoux
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