Ventiquattresima domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Posté par diaconos le 10 septembre 2024
# Il Figlio dell’uomo è una figura escatologica utilizzata negli ambienti apocalittici giudaici a partire dal periodo postesilico. Questa espressione compare in particolare nel Libro di Daniele. Nei Vangeli, è il titolo più spesso usato da Gesù quando parla di se stesso. L’espressione stessa è una traduzione letterale del greco uios tou anthrôpou, un trasferimento dell’aramaico bar nasha, parole utilizzate all’epoca di Gesù come sostituto linguistico di “essere umano”.
Le interpretazioni a cui ha dato luogo nel cristianesimo hanno spostato il significato iniziale sull’umanità di Gesù. La sua prima attestazione risale al settimo capitolo del Libro di Daniele, datato alla persecuzione di Antioco Epifane, poco prima della rivolta dei Maccabei (160 a.C. circa). Nel Nuovo Testamento ci sono più di ottanta passi in cui Gesù di Nazareth si definisce “Figlio dell’uomo”. Questo era il titolo che usava più frequentemente quando parlava di sé. Egli si presentava come il futuro giudice escatologico.
# La kenosi è un concetto della teologia cristiana espresso da una parola greca, κένωσις, “azione di svuotamento, di spogliazione di tutto” ; il significato di questo concetto nel cristianesimo è illuminato dalla Lettera di Paolo ai Filippesi (Fil 2,6). Questa nozione ha dato origine a numerosi sviluppi teologici che pongono grande enfasi sull’abbassamento di Dio. La teologia della kenosi affronta il mistero del male affermando che è innanzitutto Dio a soffrire e non l’uomo : “Ma no, Dio non permette mai il male, ne soffre, ne muore, ne è innanzitutto vittima”.
La teologia della kenosi è stata formalizzata dai Padri della Chiesa e ha fatto parte dei dibattiti cristologici dei primi concili. La teologia della kenosi è stata formalizzata dai Padri della Chiesa e ha fatto parte dei dibattiti cristologici dei primi concili. La kenosi non riguarda la natura divina di Cristo, ma solo la sua umanità. Per Paolo di Tarso, la teologia della kenosi afferma che l’incarnazione del Verbo corrisponde a una rinuncia agli abituali privilegi divini: Dio è solo Amore e gli attributi di Dio sono solo gli attributi dell’Amore. Per Moltmann, un Dio che è solo onnipotente è un essere imperfetto.
# Il nome “Satana” appare per la prima volta nella Bibbia ebraica. Per Daniel E. Gershenson, esiste una forte possibilità che il nome “Satana” derivi dal greco e la sua etimologia sarebbe “colui che abita nei cieli”. Nella tradizione cristiana, Satana è citato nel Libro di Giobbe e nei Vangeli da Gesù, che lo chiama “principe di questo mondo”. Viene identificato con il capo degli angeli caduti. Questa visione si basa sugli scritti biblici : l’angelo ribelle era caduto secondo Isaia ed Ezechiele nell’Antico Testamento e Pietro e Giuda nel Nuovo Testamento.
Secondo l’insegnamento del Catechismo della Chiesa cattolica romana, gli angeli sono stati tutti creati da Dio per essere buoni, ma alcuni sono diventati cattivi e si sono rivoltati contro il loro creatore. Poiché gli angeli non hanno bisogno della fede, in quanto hanno già la conoscenza di tutte le cose celesti, la loro ribellione a Dio costituisce un atto imperdonabile per coloro che lo dicono, cioè gli uomini che lo scrivono, cioè che tradire l’Eterno è anche tradire il Tempo, è una caduta fatale, un errore fatale. Matteo ha definito questa ribellione un peccato imperdonabile in questa o in un’epoca futura. Satana è anche identificato con il Serpente della Genesi.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco
In quel tempo, Gesù se ne andò con i suoi discepoli nei villaggi intorno a Cesarea di Filippo. Mentre andava, chiese ai suoi discepoli : “Chi dice la gente che io sia ?” Gli risposero : “Giovanni il Battista ; per altri, Elia ; per altri ancora, un profeta”. Ed egli chiese loro : “E voi cosa dite ? Chi pensate che io sia ? Pietro rispose : “Tu sei il Cristo”. Poi proibì loro con forza di parlare di lui a chiunque. Cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molte cose, che doveva essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, che doveva essere ucciso e che tre giorni dopo sarebbe risorto.
Gesù lo disse apertamente. Pietro lo prese in disparte e cominciò a rimproverarlo aspramente. Ma Gesù si voltò e, vedendo i suoi discepoli, gridò a Pietro : “Vattene da me, Satana! I tuoi pensieri non sono di Dio, ma degli uomini”. Chiamata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro : “Se qualcuno vuole seguirmi, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”. (Mc 8, 27-35)
I discepoli credettero in Gesù
Quando i discepoli credettero in Gesù e lo confessarono come il Cristo, il Figlio di Dio, egli poté parlarne loro apertamente, e lo fece anche, per dissipare, se possibile, ogni falsa idea messianica che ancora avevano, e per prepararli a condividere le sue umiliazioni e i suoi dolori. Anche Marco (Mc 8,31) e Luca (Lc 9,20-22) mettono in relazione questa predizione direttamente con la confessione di Pietro. Marco aggiunge che egli disse loro con coraggio queste parole. È quando nasce la vera fede che il cristiano deve aspettarsi contraddizioni e sofferenze.
Per quanto riguarda Gesù, era necessario, dice. Una necessità misteriosa, fondata sul decreto della giustizia e della misericordia di Dio, annunciato nelle Scritture. Doveva essere fatto se non si voleva che il mondo perisse nel suo peccato. Questo è ciò che Dio non voleva, e Gesù accetta la volontà del Padre per amore : “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. (Gv 3,14)
Il Sinedrio era composto da tre classi di uomini: gli anziani, i capi dei sacerdoti e gli scribi, o maestri della legge. C’era qualcosa di solenne nel modo in cui Gesù li nominava in dettaglio e li vedeva cospirare contro di lui per ucciderlo. Questa era la tragica rottura tra la teocrazia e il Messia e il suo regno ! Dopo la sconfitta, il trionfo; dopo la morte, la vita! Se una di queste predizioni aveva sopraffatto i discepoli, l’altra era destinata a sollevarli.
Ma qui i critici trovarono un ostacolo, e non si poteva negare che ci fosse una difficoltà. Non riuscendo a risolvere la questione, alcuni hanno messo in dubbio la predizione, mentre altri, Meyer, per esempio, supponeva che la predizione fosse vaga e oscura. Ma non sono stati gli stessi evangelisti a darci la risposta all’enigma? Ancora pieni del loro pregiudizio ebraico su un Messia glorioso, non capivano assolutamente nulla di questa predizione della sua sofferenza e risurrezione.
“Ma essi non ne compresero nulla ; era per loro un linguaggio nascosto, parole di cui non afferravano il significato”. (Lc 18,34) L’esempio di Pietro dimostra che ha sentito meglio le parole di Gesù, ma che si è rifiutato risolutamente di entrare nei suoi pensieri. Come poteva un evento così straordinario come la risurrezione non sembrare loro incredibile ? E anche se non fossero stati così carenti nella comprensione di questo mistero, non c’era forse un’immensa distanza tra il comprendere e il credere ?
Questa riprovazione che Pietro si permetteva aveva senza dubbio lo scopo di convincere Gesù che era destinato a qualcosa di diverso da una simile fine. C’era amore per Gesù nella commozione di Pietro, ma più che altro ignoranza, anche quando invocava misericordia nei suoi confronti. La sicurezza con cui Pietro affermava che ciò non sarebbe accaduto gli attirò le severe parole di Gesù : “Vattene via da me, Satana; tu mi sei di scandalo, perché non pensi alle cose di Dio, ma alle cose degli uomini”.
Gesù si allontanò indignato. Satana significa l’avversario, colui che resiste ; ma questo nome veniva comunemente dato al diavolo e Gesù, chiamando Pietro così, voleva fargli capire che in quel momento stava facendo l’opera del tentatore. Lo dimostra lo scandalo che Gesù trovò nelle parole di Pietro. Gesù aveva bisogno di tutta la sua santa risoluzione e di tutta la sua forza per affrontare la sofferenza.
Pietro gli presenta la stessa tentazione di Satana nel deserto, offrendogli i regni del mondo e la loro gloria : “Il diavolo lo condusse di nuovo su un monte altissimo, gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse : ‘Tutte queste cose ti darò se ti prostrerai e mi adorerai’”. (Mt 4,8-9) Pietro non pensava ai suoi grandi progetti di redenzione del mondo attraverso le sofferenze del Mediatore, ma alle idee carnali di un Messia glorioso. Ma queste parole, applicabili in ogni tempo, hanno una portata molto più generale.
Chi è colui che si presenta agli uomini come l’oggetto supremo del loro amore, al quale devono sacrificare tutto, persino la loro stessa vita ? Chi parla così è Dio, oppure bestemmia mettendosi al posto di Dio.
Il diacono Michel Houyoux
Link ad altri siti cristiani
◊ Dicastero per il Clero : clicca qui per leggere l’articolo → Omelie per il Clero
◊ Chiesa Cristiana La Torre : clicca qui per leggere l’articolo → Credere sempre più in Gesù – Giovanni 2:1-12
Video Padre Fernando Armellini: clicca qui → https://youtu.be/0advO8w4oBg
Laisser un commentaire