Venticinquesima domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Posté par diaconos le 17 septembre 2024
Gesù insegna ai suoi discepoli
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco
In quel tempo, Gesù andava per la Galilea con i suoi discepoli e non voleva che nessuno lo sapesse, perché insegnava ai suoi discepoli, dicendo loro : “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini ; lo uccideranno e tre giorni dopo la sua morte risorgerà”. Ma i discepoli non capivano queste parole e avevano paura di interrogarlo. Quando arrivarono a Cafarnao, Gesù chiese loro in casa : ambino, lo pose in mezzo a loro, lo baciò e disse loro : “Chi accoglie un bambino come questo nel mio nome, accoglie me. E chi accoglie me non accoglie me, ma Colui che mi ha mandato”.
Gesù insegna ai suoi discepoli
Dopo aver lasciato Cesarea di Filippo, Gesù attraversò la Galilea, cercando di rimanere sconosciuto per poter insegnare ai suoi discepoli la sua imminente morte e risurrezione. Essi non capivano e non osavano interrogarlo. Chi era il più grande ? A Cafarnao, Gesù chiese loro di cosa avessero parlato durante il cammino. Essi tacquero, confusi. Gesù disse loro solennemente che chi voleva essere il primo sarebbe stato l’ultimo, il servo di tutti. Mise le braccia intorno a un bambino e disse : “Chi accoglie uno di questi piccoli accoglie lui e accoglie Dio”.
Gesù ha detto : “Sarebbe meglio essere gettato nel mare con una macina da mulino al collo che offendere uno di questi piccoli che credono in me”. La mano, il piede, l’occhio devono essere sacrificati, se sono occasione di caduta, per non cadere nella Gehenna dove il verme non muore, dove il fuoco non si estingue. Ogni persona sarà salata con il fuoco, così come ogni sacrificio deve essere salato con il sale. Il sale è buono finché non perde il suo sapore; cerchiamo di avere sale in noi stessi e di rimanere in pace gli uni con gli altri”. Quando furono partiti da lì, passarono per la Galilea, ed egli non voleva che nessuno lo sapesse.
Gesù stava insegnando ai suoi discepoli e disse loro : “Il Figlio dell’uomo sarà consegnato nelle mani degli uomini; lo uccideranno e tre giorni dopo la sua morte risorgerà”. (Mc 9, 31) Ma essi non compresero queste parole ed ebbero paura di interrogarlo.
Sebbene non capissero questa predizione, vi percepivano qualcosa di doloroso; Matteo dice che ne erano molto rattristati e per questo temevano di interrogarl Ma essi non capirono queste parole ed ebbero paura di chiederglielo. Sebbene non capissero questa predizione, vi percepivano qualcosa di doloroso; Matteo dice che ne furono molto rattristati e per questo temevano di chiederglielo. Nel Vangelo secondo Matteo, furono i discepoli a porre a Gesù la domanda: “Chi è il più grande? Luca racconta che c’era stata una discussione tra loro e che Gesù, sapendo questo, mise un bambino in mezzo a loro.
Secondo Marco, egli chiese per prima cosa quale fosse l’argomento della loro conversazione e Marco osserva che i discepoli rimasero in silenzio perché si vergognavano in sua presenza di aver posto una domanda che tradiva la loro ambizione. Quando si fu seduto, chiamò i dodici e disse loro: “Se qualcuno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. C’era qualcosa di solenne nel modo in cui Gesù si preparava a parlare. Gesù non ha detto: chi vuole essere il primo, sia l’ultimo e il servitore di tutti, ma: lo sarà ; non ha dato consigli su come raggiungere la vera grandezza.
Ha mostrato l’umiliazione che è l’inevitabile conseguenza dell’orgoglio, secondo quel principio eterno del regno di Dio : “Chi si esalta sarà umiliato”. Non stava predicendo un giudizio futuro, ma affermando un fatto presente: l’orgoglio è un abbassamento, l’umiltà è una grandezza.“Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me non accoglie me, ma Colui che mi ha mandato” (Mc 9,37). Dichiarando che chi lo riceve riceve Dio stesso, Gesù esprime un pensiero che si ritrova spesso nel Vangelo di Giovanni, ad esempio nelle parole : “Io e il Padre siamo una cosa sola”.
Nel passo parallelo di Matteo, Gesù ha dato un’altra istruzione non meno importante, riguardante il piccolo bambino che ha presentato come modello.
Il diacono Michel Houyoux
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