Quarta domenica di Pasqua – Anno C
Posté par diaconos le 8 mai 2025

La pêche miraculeuse de Pierre est un événement biblique où Pierre, un pêcheur, fait une prise incroyable de poissons grâce à l’intervention de Jésus. Après avoir pêché toute la nuit sans succès, Pierre obéit à l’instruction de Jésus de jeter ses filets à nouveau, et il remplit deux bateaux de poissons, réalisant ainsi que c’était un acte divin. Cet événement est souvent interprété comme un moment de vocation pour Pierre, qui tombe à genoux devant Jésus, reconnaissant sa propre péché.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni
In quel tempo Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade, e così fu. C’era Simon Pietro con Tommaso, detto Didimo, cioè Gemello, e Natanaele, di Cana di Galilea, figli di Zebedeo, e altri due suoi discepoli. Simon Pietro disse loro : “Anche noi veniamo con te”, risposero. Così partirono e salirono sulla barca, ma quella notte non presero nulla. Allo spuntare del giorno, Gesù era in piedi sulla riva, ma i discepoli non sapevano che fosse lui.
Gesù disse loro : “Figlioli, avete qualcosa da mangiare ?” Risposero : “No”. Disse loro : “Gettate la rete dalla parte destra della barca e la troverete”. Allora gettarono la rete e questa volta non riuscirono a tirarla dentro perché c’erano molti pesci. Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro : “È il Signore !” Quando Simon Pietro sentì che era il Signore, si vestì, perché non aveva nulla, e si gettò in acqua. Gli altri discepoli arrivarono in barca, trascinando la rete piena di pesci; la terraferma era a soli cento metri. Quando scesero a terra, videro un fuoco di brace con dei pesci sopra e del pane. Gesù disse loro : “Portate un po’ del pesce che avete appena preso”. Simon Pietro salì e tirò su
Quando Simon Pietro sentì che era il Signore, si mise addosso un pezzo di vestiario, perché non aveva nulla, e si gettò in acqua. Gli altri discepoli arrivarono con la barca, trascinando la rete piena di pesci; la terra era a soli cento metri. Quando scesero a terra, videro un fuoco di brace con dei pesci sopra e del pane. Gesù disse loro : “Portate un po’ del pesce che avete appena preso”. Simon Pietro salì e tirò giù la rete piena di grossi pesci : erano centocinquantatré.
E nonostante fossero così tanti, la rete non si strappò. Allora Gesù disse loro : “Venite e mangiate”. Nessuno dei discepoli osò chiedergli : “Chi sei Quando Simon Pietro sentì che era il Signore, si mise addosso un pezzo di vestiario, perché non aveva nulla, e si gettò in acqua. Gli altri discepoli arrivarono con la barca, trascinando la rete piena di pesci; la terra era a soli cento metri. Quando scesero a terra, videro un fuoco di brace con dei pesci sopra e del pane. Gesù disse loro: “Portate un po’ del pesce che avete appena preso”. Simon Pietro salì e tirò giù la rete piena di grossi pesci: erano centocinquantatré.
E nonostante fossero così tanti, la rete non si strappò. Allora Gesù disse loro : “Venite e mangiate”. Nessuno dei discepoli osò chiedergli : “Chi sei ?” Sapevano che era il Signore. Gesù si avvicinò ; prese il pane e lo diede loro ; e lo stesso fece con il pesce. Era la terza volta che Gesù, risorto dai morti, si mostrava ai suoi discepoli. Gesù gli disse : “Simone, figlio di Giona, mi ami tu più di costoro ?” Egli rispose : “Sì, Signore! Tu sai che io ti amo”. Gesù gli disse : “Sii il pastore dei miei agnelli”. Una seconda volta gli disse : “Simone, figlio di Giovanni, mi ami davvero ?” Egli rispose : “Sì, Signore !”
“Giovanni, mi ami tu ?”. Pietro si rattristò perché Gesù gli chiese per la terza volta : “Mi ami tu ?” Rispose : “Signore, tu sai tutto : sai che ti amo”. Gesù gli disse : “Sii il pastore dei miei” Sapevano che era il Signore. Gesù si avvicinò; prese il pane e lo diede loro ; e lo stesso fece con il pesce. Era la terza volta che Gesù, risorto dai morti, si mostrava ai suoi discepoli. Gesù gli disse : “Simone, figlio di Giona, mi ami tu più di costoro ?” Egli rispose : “Sì, Signore ! Tu sai che io ti amo”. Gesù gli disse : “Sii il pastore dei miei agnelli ”. Una seconda volta gli diss : “Simone, figlio di Giovanni, mi ami davvero ?” Egli rispose : “Sì, Signore ! ”
“Giovanni, mi ami tu ? Pietro si rattristò perché Gesù gli chiese per la terza volta : “Mi ami tu ?” Rispose : “Signore, tu sai tutto : sai che ti amo”. Gesù gli disse : “Sii il pastore dei miei Egli rispose : “Sì, Signore ! Tu sai che ti amo”. Gesù gli disse : “Sii il pastore dei miei agnelli”. Una seconda volta gli disse : “Simone, figlio di Giovanni, mi ami davvero ?” Egli rispose : “Sì, Signore !” “ Giovanni, mi ami tu ?” Pietro si rattristò perché Gesù gli chiese per la terza volta : “Mi ami tu ?” Rispose : “Signore, tu sai tutto : sai che ti amo”.
Gesù gli disse : “Sii il pastore delle mie pecore. Amen, amen, io ti dico: quando eri giovane, ti cingevi per andare dove volevi; quando sarai vecchio, tenderai le mani e qualcun altro ti cingerà per portarti dove non vuoi”. Gesù disse questo per mostrare che tipo di morte Pietro avrebbe dato gloria a Dio. Poi gli disse: “Seguimi”. (Gv 21, 1-19)
La miracolosa cattura dei pesci
Dopo la risurrezione e le prime apparizioni di Gesù ai suoi discepoli, egli si manifestò nuovamente presso il mare di Tiberiade (Gv 6,1). Tutti i suoi discepoli vi si recarono per ordine di Gesù, confidando nella sua promessa di apparire loro in quel luogo (Mt 26,31-32; Mt 28,7-10) Il racconto di Giovanni è in armonia con quello di Matteo (Mt 28,7; Mt 16-20) e di Paolo (1 Co 15,6). Dopo la risurrezione e le prime apparizioni di Gesù ai suoi discepoli (Gv 5, 1; Gv 6, 1; Gv 7, 1). Gesù apparve di nuovo presso il mare di Tiberiade. Solo Giovanni ha dato questo nome al lago che Matteo chiama mare di Galilea (Mt 4,18), dove tutti i discepoli tornarono, seguendo il comando di Gesù e confidando nella sua promessa di apparire loro lì (Mt 26,31-32 ; Mt 28,7-10).
Il racconto di Giovanni è in armonia con quello di Matteo e di Paolo (1 Co 15,6), che hanno reso note le apparizioni di Gesù in Galilea. Dei sette discepoli presenti alla scena che segue, cinque sono nominati e ben conosciuti: Simon Pietro (Gv 1,43) ; (Gv 11,16), Natanaele (Gv 1,46), i figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni (Mt 4,21). Altri due discepoli non sono stati nominati perché non erano tra gli apostoli sempre nominati in testa. M. Godet dice giustamente che questo fatto è significativo e che la spiegazione più plausibile che si può dare è che Giovanni, l’autore di questo racconto, si sia attribuito l’ultimo posto per modestia.
I discepoli, tornati in Galilea, avevano momentaneamente ripreso le loro precedenti occupazioni. Pietro, come sempre, prese l’iniziativa. Senza dubbio a causa del cambiamento avvenuto in lui dopo la sua risurrezione (Gv 20,14). Gesù disse loro : “Figlioli, non avete nulla da mangiare ? La natura miracolosa di questa pesca consisteva nella conoscenza divina con cui Gesù sapeva che sul lato destro della barca c’era una grande quantità di pesce. A questa vista, i discepoli devono essersi ricordati delle parole di Gesù, che li chiamava all’apostolato : “Seguitemi e vi farò diventare peccatori di uomini” (Mt 4,19) e dell’evento simile a cui avevano assistito (Lc 5,4).
Era anche una magnifica immagine delle immense benedizioni che Gesù avrebbe elargito al loro futuro ministero. Il significato simbolico di questa abbondante pesca non poteva sfuggire alla mente dei discepoli. semplice fatto un miracolo. Alcuni dissero che Gesù aveva creato il fuoco e il cibo; altri, che erano stati preparati dagli angeli. Al miracolo si aggiungeva poi l’allegoria: per alcuni, il cibo preparato era un’immagine della Cena del Signore ; per altri, un simbolo delle grazie con cui il Signore ristora e rafforza i suoi che lavorano nel suo regno; per altri ancora, un emblema del banchetto celeste promesso ai beati.
Ciò che Gesù voleva, per manifestarsi ai suoi discepoli, era convincerli completamente della sua risurrezione ; e per farlo, entrò in una relazione personale con loro, la più diretta delle quali fu quella di mangiare con loro, proprio come aveva fatto due volte prima.(Lc 24,30-42) Gesù gli disse : “Se voglio che rimanga fino alla mia venuta, che ti importa ?” Gesù continuò a parlare con il discepolo e con questa solenne dichiarazione, che appartiene esclusivamente al quarto Vangelo : “In verità, in verità”, gli disse cosa gli sarebbe successo nella vocazione a cui era appena stato restituito.
Gesù disse loro : “Portate un po’ del pesce che avete appena pescato”. I discepoli si stupirono di trovare un pasto preparato, pesce e pane. Molti interpreti videro in questo semplice fatto un miracolo. Alcuni dissero che Gesù aveva creato il fuoco e il cibo; altri, che erano stati preparati dagli angeli. Al miracolo si aggiungeva poi l’allegoria: per alcuni, il cibo preparato era un’immagine della Cena del Signore ; per altri, un simbolo delle grazie con cui il Signore ristora e rafforza i suoi che lavorano nel suo regno; per altri ancora, un emblema del banchetto celeste promesso ai beati.
Ciò che Gesù voleva, per manifestarsi ai suoi discepoli, era convincerli completamente della sua risurrezione; e per farlo, entrò in una relazione personale con loro, la più diretta delle quali fu quella di mangiare con loro, proprio come aveva fatto due volte prima (Lc 24,30-42). Gesù gli disse : “Se voglio che rimanga fino alla mia venuta, che ti importa? Gesù continuò a parlare con il discepolo e con questa solenne dichiarazione, che appartiene esclusivamente al quarto Vangelo : “In verità, in verità”, gli disse cosa gli sarebbe successo nella vocazione a cui era appena stato restituito.
Fu attraverso grandi prove che Pietro dimostrò a Gesù l’amore che gli aveva dichiarato per tre volte. Questa predizione assume la forma di un’immagine vivente: Potersi cingere, legare intorno ai lombi, per camminare o per lavorare, il lungo costume orientale; andare dove si vuole, è il segno dell’indipendenza, dell’attività della forza. Tale era Pietro in quel momento: quando eri più giovane di Gesù, dal punto di vista del futuro che gli annunciava. Pietro fece un uso abbondante di questa libertà, secondo la natura del suo carattere ardente e veloce. Quando Gesù gli parlò in questo modo, non era più un giovane, poiché era sposato (Mt 8,14).
La sua vecchiaia lo rendeva dipendente da qualcun altro e lo costringeva a rinunciare alla sua volontà e alla sua attività. Per un uomo del carattere di Pietro, una tale rinuncia doveva già essere un sacrificio doloroso. Ma fu ancora peggio : si ridusse a tendere le mani e ad abbandonarsi passivamente a quest’altro che lo avrebbe cinto, legato e condotto con la forza alla morte. Allora dimostrò a se stesso e agli altri di amare Gesù, al quale sacrificò la sua vita. Questo era il significato della predizione. Gli interpreti erano divisi sul significato di queste parole : “Stenderai le tue mani”. Alcuni, dai Padri a de Wette, Tholuck, Hengstenberg ed Ewald, hanno preso questa espressione alla lettera per significare che Pietro avrebbe sofferto il supplizio della croce.
Questo fatto è stato riportato da Tertulliano, Origene, Eusebio (Storia ecclesiastica III, 1), che Pietro fu crocifisso. Altri esegeti: Meyer, Weiss, Luthardt e Godet ritengono che le parole : “stenderai le mani” non possano riferirsi all’atteggiamento dell’uomo che si lascia inchiodare alla croce, immagine con cui Gesù rappresenta la passività che non oppone resistenza. È attraverso questa morte che Pietro ha glorificato Dio. Morire al servizio di Dio e per la verità divina era il modo più eminente per contribuire alla sua gloria in questo mondo (Fl 1,20 ; 1 Pt 4,16). Così, tra i cristiani dei primi secoli, glorificare Dio divenne sinonimo di subire il martirio.
Seguitemi in questo cammino che avete intrapreso, di cui vi ho appena preannunciato l’esito e che, per voi come per me, si concluderà con la morte (Gv 21,22 ; Gv 13,36; Mt 10,38; Mt 9,9). A questo comando solenne, che riguarda tutti i cristiani, è stato dato un nuovo significato. Gli interpreti moderni hanno adottato questa spiegazione : “Tuttavia, non ne consegue che il significato del comando: seguimi, sia puramente esteriore. È chiaro che, facendo questo primo passo, Pietro intraprende il cammino di obbedienza a Gesù che lo porterà alla tragica fine del suo apostolato”. (Godet)
È con questa morte che Pietro ha glorificato Dio. Morire al servizio di Dio e per la verità divina è il modo più eminente per contribuire alla sua gloria in questo mondo (Fil 1,20; 1 Pt 4,16). Tra i cristiani dei primi secoli, la glorificazione di Dio divenne sinonimo di martirio. “Seguitemi in questo cammino che avete intrapreso, di cui vi ho appena preannunciato l’esito e che, per voi come per me, si concluderà con la morte ”. In questo modo, Gesù avrebbe voluto dire : “Seguimi dove ti porterò per poterti parlare da solo”. (Gv 21,22 ; Gv 13,36 ; Mt 10,38 ; Mt 9,9)
Gli interpreti moderni hanno adottato questa spiegazione: tuttavia, non ne consegue che il significato del comando: seguimi, sia puramente esteriore. È chiaro che, facendo questo primo passo, Pietro intraprende il cammino di obbedienza a Gesù che lo porterà alla tragica fine del suo apostolato. In questo modo, il senso superiore è naturalmente legato a quello inferiore, come Giovanni (Gv 1,44). Per quanto riguarda gli elementi di questo pasto, era difficile procurarsi pesce e pane sulle rive di un lago dove c’erano sempre pescatori? Il cibo preparato non era sufficiente per le otto persone che dovevano partecipare al pasto,
Il diacono Michel Houyoux
Link a siti cristiani
◊ Ufficio per la liturgia : clicca qui per leggere l’articolo→ QUARTA DOMENICA DI PASQUA – C
◊ Qumran,net : clicca qui per leggere l’articolo : clicca qui per leggere l’articolo → Texts – IV Easter Sunday (Year C)
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