La terza domenica di Avvento dell’anno B

Posté par diaconos le 7 décembre 2020

Tra di voi c’è quello che non conoscete...

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# La Domenica Gaudete (Dominica Gaudete in latino) è la terza domenica dell’Avvento, uno dei tempi dell’anno liturgico della Chiesa cattolica di rito romano latino. Il termine Gaudete è l’inizio dell’introito della Messa di questa domenica, tratto dalla Lettera ai Filippesi 4,4-6; nel messale di Giovanni XXIII, «Gaudete in Domino semper: iterum dico, gaudete. Modestia vestra nota sit omnibus hominibus : Dominus enim prope est. Nihil solliciti sitis: sed in omni oratione et obsecratione cum gratiarum actione petitiones vestræ innotescant apud Deum.» Nella forma ordinaria del rito romano, l’antifona di ingresso, più breve e identica al testo di una antifona del repertorio medievale, recita «Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino.» Ad ogni modo, il riferimento per il canto liturgico della celebrazione nella forma ordinaria del rito romano è dato dal Graduale Romano che riporta l’antifona introitale nella sua intierezza melodica e testuale Tutta la celebrazione domenicale è dedicata alla gioia del Natale che si avvicina: la terza domenica è infatti a metà del tempo di Avvento.

SII SEMPRE GIOIOSO

La gioia è quando un padre solleva il suo bambino tra le braccia e lo tiene vicino a sé, quando entrambi ridono ad alta voce e i loro occhi brillano l’uno nell’altro. La gioia è quando la sposa riposa teneramente tra le braccia del fidanzato, in silenzio e amore; è anche quando i bambini tornano a casa da scuola e, mentre si godono una fetta di pane e un bicchiere di latte, raccontano con fiducia la loro giornata alla madre, che li ascolta con amore.

La gioia è quando, dopo aver provato una grande angoscia, troviamo improvvisamente la pace per un nuovo inizio. La gioia è quando il nostro cuore, stanco della tristezza e del dolore, trova consolazione e conforto nelle persone che amiamo e che ci amano. E di nuovo la gioia, quando facciamo un regalo a un bambino o a qualcuno più povero di noi e vediamo i loro occhi brillare.  Com’è bello vivere questi momenti !

Se c’è la gioia degli uomini, c’è anche la gioia di Dio stesso. Dio, che ci manda suo Figlio per salvarci.  La gioia di Dio è quella di accompagnarci in tutti i nostri cammini, felici o infelici, buoni o cattivi, e di non abbandonarci mai. La gioia di Dio è di accoglierci sempre nella sua casa e ancor più quando torniamo da lontano, da così lontano che a volte lo abbiamo quasi dimenticato.

La gioia cristiana si basa principalmente sulla nostra fede nel nostro Dio che ci ama e ci salva in ogni momento. La gioia cristiana è sapere che Dio abita nel profondo del nostro cuore e che possiamo parlargli dove vogliamo, quando vogliamo, di ciò che vogliamo ; la gioia cristiana è scoprire Gesù in ogni persona, anche la peggiore…: « In mezzo a voi sta Colui che non conoscete » ( Gv 1, 26b).

Signore, aiutaci a riconoscerti dove ti nascondi. Aiutaci, Signore, a non perdere la tua presenza nascosta. Se scoprirete Gesù nascosto, sempre presente, avrete scoperto una fonte di gioia che nessuno, o niente, potrà portarvi via. Osare esprimere la nostra gioia per la presenza, oggi, di Cristo tra gli uomini. Osiamo cercare parole semplici che esprimano la nostra gioia, la nostra fede, a chi ci circonda. Parole che vengono dal cuore.

Nella seconda lettura, l’apostolo Paolo ci invita alla calma e alla gioia in ogni occasione e, per aiutarci, ci suggerisce alcuni atteggiamenti utili e necessari: essere felici, pregare con costanza, ringraziare, essere attenti a scegliere sempre ciò che è buono e ad evitare le tentazioni. Il Signore continua ad amarci e, se ci trova in questi atteggiamenti, potrà santificarci completamente, potrà riempirci della vita del suo Spirito Santo. Allora anche noi potremo dire con Gesù: « Lo Spirito del Signore è su di me… mi ha mandato a portare la buona novella ai poveri !  » (È 61, 1)

Condividiamo oggi la gioia dei poveri del Signore e che il Dio della speranza vi dia gioia e pace nella fede . (Rm 15, 13) Usciamo a incontrare l’altro e apriamo i nostri occhi alla sua luce : c’è infatti qualcuno tra noi che non conosci. Chi è quella persona ?

Il diacono Michel Houyoux

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◊ Qumran : clicca qui per leggere l’articolo → Testi – III Domenica di Avvento (Anno B) – Gaudete

◊  Maranatha (Italia)  : clicca qui per leggere l’articolo →Liturgia III Domenica di Avvento Anno B

III Domenica Tempo di Avvento (d.Gianfranco Calabrese)

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Seconda domenica di Avvento dell’anno B

Posté par diaconos le 30 novembre 2020

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# La salvezza è un concetto spirituale che significa « liberazione e liberazione ». Il credente che possiede la salvezza è così liberato e liberato dal peccato, dall’insoddisfazione e dalla condanna eterna (inferno). La soteriologia è un campo della teologia che studia le diverse dottrine della salvezza. La soteriologia è un campo della teologia che studia le varie dottrine della salvezza. Diversi testi del Nuovo Testamento sottolineano l’importanza centrale della salvezza eterna. Altre espressioni sono usate per indicare la salvezza, come « vita eterna » o « Regno di Dio ».

La venuta di Gesù è per la salvezza del mondo. La salvezza si ottiene con la grazia e la fede. La salvezza si ottiene anche attraverso le opere. Il pentimento è necessario per la nuova nascita. La salvezza è una garanzia, una certezza per il credente. La salvezza ci assicura il paradiso alla nostra morte. La salvezza si manifesta nella vita terrena del credente.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo San Marco

Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. È scritto in Isaia il profeta: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a voi, per aprirvi la strada. Voce di uno che grida nel deserto : « Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri ». Poi Giovanni, il battizzatore, apparve nel deserto. Ha proclamato un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.

Tutta la Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme andarono da lui e furono da lui battezzati nel Giordano, riconoscendo pubblicamente i loro peccati. John era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle intorno ai lombi ; si nutriva di cavallette e miele selvatico. Egli proclamò : « Ecco, colui che è più forte di me viene dietro di me; non sono degno di chinarmi per slacciare il cinturino dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo. « (Mk 1, 1-8)

Preparare la via del Signore

Cristo verrà come Signore del potere e pastore di mansuetudine : « Ecco, il Signore Dio viene con il potere. Come un pastore, guida il suo gregge ; il suo braccio raccoglie gli agnelli e li porta sul suo cuore » (Prima lettura). Non c’è dubbio che ci fa ancora aspettare : « Il Signore non è in ritardo nel mantenere la sua promessa ; è per il vostro bene che aspetta : perché non accetta di lasciare che alcuni si perdano, ma vuole che tutti abbiano il tempo di convertirsi.  »  (Seconda lettura). L’importante è preparare la strada per lui cambiando la sua vita.

Nel deserto, una voce grida : « Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri » Il Signore sta arrivando ; dobbiamo preparare una via per lui. Troviamo questa immagine della via attraverso la Bibbia. I sentieri e le strade sono un legame vitale tra le persone e le civiltà: sono ciò che permette alle persone di comunicare da un luogo all’altro e di incontrarsi.

Questo deserto che deve essere trasformato è il deserto del disagio sociale e religioso delle persone, il deserto della solitudine, il deserto della solitudine, il deserto che è anche causato dalla mancanza di rispetto per la dignità umana. Verso la fine dell’anno 27, Giovanni Battista, nel deserto, proclamò un battesimo di conversione per il perdono dei peccati; non risparmiò la sua udienza. Giratevi e giratevi ! Lo stavi facendo ? Ora fate il contrario. Questo male che stavi facendo, smettila di farlo.

Quel bene che non stavi facendo, inizia a farlo. Cambia! Cambia ! Con l’avvicinarsi del Natale, siamo invitati a ricevere il Sacramento della Riconciliazione per il perdono dei nostri peccati. D’ora in poi, prepariamoci a farne un processo serio, adulto e responsabile. E come le folle che sono venute al Giordano, cominciamo a riconoscere i nostri peccati, Signore apri i miei occhi !

La venuta di Gesù deve essere preparata per tutti. Cominciamo togliendo dalla nostra vita tutto ciò che è contrario a Dio; impariamo a non giudicare o condannare gli altri, anche se hanno sbagliato. Rifiutandoli, rifiutiamo l’amore di Dio per loro. A volte denunciamo e accusiamo in nome della verità. Questo modo di fare è spesso ipocrita e, soprattutto, non dà una possibilità a chi ne è vittima.

Cerchiamo di capirlo bene : Ogni peccatore è un uomo che Dio vuole salvare ! La vera conversione deve essere accompagnata dalla testimonianza della nostra vita. Giovanni Battista ha annunciato la venuta del Signore e l’ha preparata. Come lui, dobbiamo rimboccarci le maniche per costruire un mondo più giusto e fraterno. Ma come testimoni della fede, non dimentichiamo mai questa parola del Vangelo : « Chi viene dietro di noi, quello che proclamiamo, è più potente di noi ».

Questa preparazione natalizia ci rimanda agli altri. È una chiamata a testimoniare la nostra fede all’interno delle nostre famiglie. Diamo una dimensione religiosa a questa festa. La celebrazione del Natale, vissuta in famiglia, avrà un vero successo solo se la prepareremo in anticipo. Nessuno aspetta fino all’ultimo momento per inviare inviti e preparare regali. E se mettiamo almeno altrettanta energia nella preparazione della venuta di Gesù !

Il diacono Michel Houyoux

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◊ Qumran : clicca qui per leggere l’articilo →  Testi – II Domenica di Avvento (Anno B) – QUMRAN

◊ La Chiesa   : clicca qui per leggere l’articilo → II DOMENICA di Avvento. Anno B – Sito ufficiale 

Don Giorgio Zevini, decano emerito della Facoltà di Teologia dell’UP

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