Ventinovesima domenica del Tempo Ordinario Anno B
Posté par diaconos le 15 octobre 2024
# Le tavole della legge sono menzionate nei libri dell’Esodo e del Deuteronomio. Dio decise di suggellare un’alleanza con lui e Mosè fu l’intermediario. Dio enunciò dieci Parole e le accompagnò con degli sviluppi, il codice dell’Alleanza. Mosè scrisse tutte le parole pronunciate da Dio su tavole di pietra, ricordando la legge e il comandamento che il popolo d’Israele doveva conservare in una cassa l’Arca dell’Alleanza da collocare su un tavolo e sistemare in una tenda.
Il popolo perse la pazienza e la fiducia e si rivolse ad altri dei. Quando Mosè scese dal Monte Sinai portando le due tavole, si rese conto che il suo popolo aveva infranto l’alleanza appena stipulata e gettò a terra le due tavole, che si ruppero. Una nuova alleanza fu siglata tra Dio e il suo popolo.Mosè fu incaricato di intagliare due nuove tavole simili alle precedenti, sulle quali furono nuovamente incisi i termini della legge. Le parole di Esodo 34-27 sono le parole dell’alleanza che Dio fece con Mosè. Mosè scese dal Monte Sinai con le tavole, che vennero conservate nell’Arca dell’Alleanza non appena fu costruita. Questo episodio è ricordato in Deuteronomio10. Oggi esistono tradizioni che le raffigurano in diverse parti del mondo
Il Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco
In quel tempo, Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo,vennero da Gesù e gli dissero : “Maestro, quello che stiamo per chiederti, vorremmo che tu lo facessi per noi, vorremmo che tu facessi per noi”.Egli disse loro : “Che cosa volete che io faccia per voi ? Gli risposero : “Facci sedere, uno alla tua destra e l’altro alla tua sinistra,nella tua gloria”. Gesù disse loro : “Non sapete quello che chiedete.”Potete bere il calice che io sto per bere ? essere battezzati con il battesimo in cui sto per essere immerso ? “Non sapete quello che chiedete.Potete bere il calice che io sto per bere ? essere battezzati con il battesimo in cui sto per essere immerso :“Non sapete quello che chiedete.
Potete bere il calice che io sto per bere ? essere battezzati con il battesimo in cui sto per essere immerso ? Gli risposero : “Possiamo”. Gesù disse loro : “Il calice che io sto per bere, lo berrete anche voi ; e sarete battezzati con il battesimo in cui io sto per essere immerso. Quanto al sedersi alla mia destra o alla mia sinistra, non sta a me concederlo ; ci sono quelli a cui è stato preparato.”.Gli altri dieci, che avevano sentito cominciarono a inveire contro Giacomo e Giovanni. Gesù li chiamò a raccolta e disse : “Voi sapete questo : coloro che sono considerati capi delle nazioni
li comandano come padroni ; I grandi fanno sentire il loro potere. Ma tra voi non deve essere così.Chi vuole diventare grande tra voi sarà il vostro servo. Chi vuole essere il primo tra voi sarà lo schiavo di tutti. non è venuto per essere servito, ma per servire,e dare la sua vita in riscatto per molti”. (Mc 10, 35-45)
L’ambizione dei discepoli
Erano già in cammino quando Gesù fu interrotto dall’arrivo del ricco. Ora continuavano il loro cammino, salendo a Gerusalemme, dove Gesù soffrì e morì. Gesù, che conosceva perfettamente tutto ciò che gli accadeva, come un condottiero impavido, camminava alla testa del corteo; quelli che gli stavano intorno, vedendo la determinazione di Gesù, furono colpiti dalla paura ed esitarono o si fermarono; altri che non erano così vicini a lui e che lo seguivano furono colti dalla paura.
Poi Gesù radunò i dodici intorno a sé per dire loro apertamente a quale prova andavano incontro. Marco è l’unico ad esprimere le impressioni delle persone che accompagnavano Gesù. Sebbene i discepoli non avessero ancora compreso le predizioni di Gesù sulla sua sofferenza, ebbero il presentimento del pericolo che li minacciava. Questa è la terza volta che Gesù introduce i suoi discepoli nel segreto delle sue sofferenze. Queste predizioni divennero più esplicite e più chiare,
Matteo, Marco e Luca le hanno conservate tutte con attenzione e con un unico accordo. Gesù aveva una visione molto chiara e precisa di tutto ciò che gli accadeva; segnò il momento esatto con queste parole : “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme”. Questa fu una commovente dimostrazione di coraggio eroico e di amore autosacrificante ; fu una chiara prova dell’assoluta necessità morale di questa morte, che egli affrontò volentieri. Se questo sacrificio non fosse stato la redenzione del mondo, sarebbe stato una sorta di suicidio.
Dopo la predizione di Gesù, le azioni di Giacomo e Giovanni sembravano incomprensibili, se non fossero state la prova che anche i discepoli più intelligenti non avevano capito questa predizione. Matteo dimostra che i discepoli, nonostante tutte le prospettive dolorose che Gesù mostrava loro, non avevano dubbi sul fatto che egli sarebbe stato in un futuro prossimo il capo di un regno glorioso. Quanto alle false idee che avevano, nulla poteva dissiparle più delle istruzioni che Gesù diede loro su questo argomento.
Secondo Matteo, fu la madre di Giacomo e Giovanni, Salomè, a chiedere per prima a Gesù i suoi figli, mentre secondo Marco furono i due discepoli stessi a fare la richiesta. Di queste due immagini delle sofferenze di Cristo : il calice e il battesimo, solo la prima è autentica in Matteo. Se il calice, nel linguaggio simbolico della Scrittura, è la misura del bene o del male destinata a ciascuno, il battesimo è un’immagine ancora più generale e profonda della sofferenza in cui si tratta di essere completamente immersi.
Con ciò, Gesù indica ai due discepoli la via della gloria e chiede loro : “Potete seguirmi fin là? Inoltre, vedeva quel momento di sofferenza come già arrivato. Per reprimere l’ambizione dei suoi discepoli, Gesù contrappose lo spirito del suo regno a ciò che accadeva nei regni di questo mondo. Per farlo, usò termini significativi. Prima di tutto, disse dei principi di questo mondo che pensavano di governare, o che avrebbero dovuto governare, o che immaginavano di governare. Che cosa intendeva.
Gesù con questo ? Secondo alcuni interpreti, significherebbe che questi principi pensavano soprattutto a stabilire e affermare la loro autorità, un’autorità che la gente riconosce. Altri dicono che questi potenti della terra sembravano esercitare un grande dominio, mentre essi stessi erano schiavi delle loro passioni. Quando Gesù era giunto a Gerico e stava lasciando la città con una grande folla, un cieco di nome Bartimeo, sentendo che era Gesù a passare, cominciò a gridare : “Figlio di Davide, abbi pietà di me !”.
Ma alcune persone cercarono di impedirgli di disturbare Gesù, ma lui gridò ancora più forte : “Abbi pietà di me !”. Gesù si fermò e chiamò il cieco, che si alzò in fretta, si tolse il mantello e corse da Gesù. “Che cosa vuoi che ti faccia?”.Gli chiese Gesù : “Rabbouni, che io riceva la vista !”. Gesù gli disse : “Vai, la tua fede ti ha salvato”. E subito recuperò la vista e seguì Gesù. Solo Marco fa conoscere il nome di questo mendicante cieco e persino il nome di suo padre. Bartimeo significa figlio di Timeo,
Il cieco guarito da Gesù divenne un cristiano molto conosciuto nella Chiesa apostolica, per cui il suo nome fu conservato dalla tradizione. Gesù si commosse e si fermò alla testa del suo numeroso corteo quando udì le grida di questo povero mendicante; questa compassione penetrò nel cuore della gente. Niente è più contagioso del vero amore.
Il diacono Michel Houyoux
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