La Sacra Familia
# La Presentazione di Gesù al Tempio è un evento della vita di Gesù raccontato nel Vangelo secondo Luca. Adempiendo a una prescrizione della legge ebraica – « Ogni primogenito maschio sarà consacrato al Signore » (Es 13, 2,11-13) – i genitori del piccolo Gesù lo presentarono e lo offrirono nel Tempio di Gerusalemme. Lì fu accolto dall’anziano Simeone. La relativa festa cristiana si celebra il 2 febbraio nel calendario gregoriano. Nelle Chiese orientali si celebra anche il due febbraio del calendario giuliano, che equivale al 14 febbraio del calendario gregoriano.
Per molto tempo il 2 febbraio è stata una data importante per i contadini, ricordata da un gran numero di proverbi. Questa data è tradizionalmente quella della Candelora, originariamente una festa pagana che celebrava la luce, sostituita dalla festa cristiana.La Candelora è anche un tema dell’iconografia religiosa, sia nei dipinti che nelle miniature, nelle sculture, nelle vetrate, negli arazzi e così via. Si ispira a una scena descritta nel Vangelo di Luca II, 22-39, in cui il figlio della Vergine Maria viene annunciato da Simeone come il Maestro e la luce che porterà la rivelazione ai gentili, cioè ai non ebrei.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca
Trascorso il tempo prescritto dalla Legge di Mosè per la purificazione, i genitori di Gesù lo portarono a Gerusalemme per presentarlo al Signore, come sta scritto nella Legge : Ogni primogenito maschio sarà consacrato al Signore. Vennero anche per offrire il sacrificio prescritto dalla Legge del Signore: una coppia di tortore o due colombelle.
A Gerusalemme c’era un uomo chiamato Simeone. Era un uomo giusto e religioso che aspettava la consolazione di Israele e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva detto che non avrebbe visto la morte finché non avesse visto Cristo, il Messia del Signore. Sotto l’influenza dello Spirito, Simeone si recò al Tempio. Mentre i genitori presentavano il bambino Gesù per adempiere al rito della Legge che lo riguardava, Simeone lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo : « Ora, o sovrano Maestro, puoi lasciare andare il tuo servo in pace, secondo la tua parola », in pace, secondo la tua parola.
Perché i miei occhi hanno visto la salvezza che stai preparando davanti ai popoli, la luce che si rivela alle nazioni e dà gloria al tuo popolo Israele. Il padre e la madre del bambino si stupirono di ciò che si diceva di lui. Simeone li benedisse e disse a Maria sua madre: « Ecco, questo bambino provocherà la caduta e l’ascesa di molti in Israele. Egli sarà un segno di contraddizione e tu avrai una spada che ti trafiggerà l’anima, rivelando i pensieri che vengono dal cuore di molti.
C’era anche una donna profeta, Anna, figlia di Fanuel, della tribù di Asher. Era molto anziana; dopo sette anni di matrimonio, era rimasta vedova e aveva ottantaquattro anni.Non lasciava mai il Tempio, servendo Dio giorno e notte nel digiuno e nella preghiera. Perché i miei occhi hanno visto la salvezza che stai preparando davanti ai popoli, la luce che si rivela alle nazioni e dà gloria al tuo popolo Israele ». Proprio in quell’ora, proclamò le lodi di Dio e parlò del bambino a tutti coloro che attendevano la liberazione di Gerusalemme. Quando ebbero terminato tutto ciò che la legge del Signore comandava, tornarono in Galilea, nella loro città di Nazaret. Ma il bambino cresceva e diventava forte, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui (Lc 2, 22-40).
Offerta di due tortore al Tempio
Tutta la famiglia dovette recarsi a Gerusalemme per una doppia cerimonia religiosa. Giuseppe non dovette purificarsi. La Legge di Mosè prescriveva che dopo sette giorni di contaminazione legale e trentatré giorni di clausura, la madre israelita doveva offrire un sacrificio per la sua purificazione : una coppia di tortore o due giovani piccioni. Ogni primogenito apparteneva al Signore e doveva essere dedicato esclusivamente al suo servizio; ma poiché la tribù di Levi era stata scelta per questo servizio, tutti i primogeniti delle altre tribù dovevano essere ricomprati a caro prezzo, affinché il diritto divino fosse stabilito e il futuro capofamiglia ricordasse sempre i suoi obblighi.
La madre doveva offrire un agnello come olocausto e un giovane piccione o una tortora per il peccato; ma, se i suoi mezzi non lo permettevano, poteva sostituire questo sacrificio con quello di due tortore o due giovani piccioni. Quando i giorni della sua purificazione saranno finiti – sia che si tratti di un maschio o di una femmina – porterà alla porta della Tenda di convegno un agnello del primo anno per l’olocausto e una colomba o una tortora per il sacrificio per il peccato, e li darà al sacerdote. Egli li presenterà al Signore, compirà il rito di espiazione per lei e sarà ritualmente purificata dalla perdita di sangue. Questa era la regola per la donna che partoriva un maschio o una femmina.
Se non ha abbastanza per offrire un agnello, prenderà due tortore o due piccioni, uno come olocausto e l’altro come sacrificio per il peccato; il sacerdote compirà per lei il rito di espiazione e sarà purificata. (Lev 12,6-8) Luca cita qui solo quest’ultimo sacrificio, quello dei poveri, perché era il sacrificio di Maria. Allora si realizza già una profonda parola di San Paolo : « Non sto dando un ordine, ma sto parlando della disponibilità degli altri a verificare l’autenticità della vostra carità.
Il padre e la madre del bambino si stupirono di ciò che si diceva di lui. Simeone li benedisse e disse a Maria sua madre : « Ecco, questo bambino causerà la caduta e l’ascesa di molti in Israele. Egli sarà un segno di contraddizione e tu avrai una spada che ti trafiggerà l’anima, rivelando i pensieri che vengono dal cuore di molti ». C’era anche una donna profeta, Anna, figlia di Fanuel, della tribù di Asher. Era molto anziana ; dopo sette anni di matrimonio, era vedova e aveva raggiunto l’età di ottantaquattro anni. Non lasciava mai il Tempio, servendo Dio giorno e notte nel digiuno e nellaEra molto anziana; dopo sette anni di matrimonio, era vedova e aveva raggiunto l’età di ottantaquattro anni. Non lasciava mai il Tempio, servendo Dio giorno e notte nel digiuno e nella preghiera.
Proprio in quell’ora, proclamò le lodi di Dio e parlò del bambino a tutti coloro che aspettavano la liberazione di Gerusalemme. Quando i giorni della sua purificazione saranno finiti – sia che si tratti di un maschio o di una femmina – porterà alla porta della Tenda di riunione un agnello del primo anno per l’olocausto e una colomba o una tortora per l’offerta per il peccato, e li darà al sacerdote. Egli li presenterà al Signore, compirà per lei il rito di espiazione e sarà ritualmente purificata dalla perdita di sangue. Questa era la regola per la donna che partoriva un maschio o una femmina.
Se non ha abbastanza per offrire un agnello, prenderà due tortore o due piccioni, uno come olocausto e l’altro come sacrificio per il peccato; il sacerdote compirà per lei il rito di espiazione e sarà purificata. (Lev 12,6-8) Luca cita qui solo quest’ultimo sacrificio, quello dei poveri, perché era il sacrificio di Maria. Allora si realizza già un detto profondo di San Paolo : « Non sto dando un ordine, ma sto parlando della disponibilità degli altri a verificare l’autenticità della vostra carità. Conoscete infatti il dono generoso del Signore nostro Gesù Cristo: egli, che era ricco, si è fatto povero per voi, perché voi, grazie alla sua povertà, diventaste ricchi » (2 Cor 8-9).
Simeone è sconosciuto alla storia. Era giusto e pio ; attendeva la venuta del Salvatore, qui definito la consolazione di Israele. Gli esempi di Simeone, Anna, Zaccaria, Giuseppe d’Arimatea e altri rivelano che c’erano umili israeliti pronti a ricevere Gesù sotto qualsiasi veste piacesse a Dio mostrarlo loro. Il sacerdozio ufficiale non ha accolto Gesù che, per la prima volta, entrava nel suo tempio : « Ecco, io mando il mio messaggero a preparare la via davanti a me ; e all’improvviso il Signore che cercate verrà nel suo Tempio. Il messaggero dell’Alleanza che voi desiderate, ecco, viene, dice il Signore dell’universo ». (Ma 3, 1)
Un sacerdozio libero era stato formato per prendere il suo posto; esso è rappresentato da Simeone e Anna. La fonte della vita religiosa di Simeone era chiaramente indicata : lo Spirito Santo era su di lui. Arrivò al tempio illuminato e guidato dallo Spirito, e fu attraverso questo Spirito che riconobbe immediatamente il suo Salvatore nel piccolo bambino.
Per lo Spirito che era in lui, Simeone divenne un profeta ; non parlava più di se stesso, ma il suo pensiero andava alla salvezza che Dio stava preparando per tutti i popoli e che tutti vedranno. Questa preparazione è avvenuta nel corso dei secoli attraverso tutte le rivelazioni dell’Antica Alleanza. Questa grande salvezza per tutti si divide in due correnti diverse. Da un lato, è luce per l’illuminazione delle nazioni pagane, per la rivelazione di nazioni che, per la rivelazione a loro destinata, sono immerse nelle tenebre più profonde ; dall’altro, è la gloria del popolo d’Israele che, pur partecipando a questa salvezza, avrà l’onore immortale di averla donata al mondo.
Queste visioni luminose sull’universalità della salvezza possono essere spiegate in Simeone solo dall’azione dello Spirito che era su di lui e dalla conoscenza che aveva delle profezie ; infatti, anche gli apostoli le compresero solo attraverso una rivelazione particolare e molti ebrei, dopo la loro conversione al cristianesimo, le trovarono fonte di scandalo. « Quando Pietro tornò a Gerusalemme, quelli che erano originariamente giudei lo attaccarono dicendo : « Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato con loro » (At 11,2-3). La croce, coronamento dell’opera del Messia, rivela tutta la profondità dell’opposizione umana e mette a nudo le loro disposizioni segrete, costringendoli a decidere a favore o contro Gesù.
Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani (1 Cor 23). Il termine profetessa indica che, come Simeone, Anna aveva ricevuto lo spirito di profezia, grazie al quale anch’essa riconobbe nel bambino il Salvatore promesso e ne glorificò Dio. Luca la elogia anche sottolineando che, dopo un breve matrimonio, visse una lunga vedovanza fino all’età di ottantaquattro anni, età considerata molto onorevole tra gli ebrei.
Frequentava le funzioni religiose la sera e la mattina prima dell’alba, oppure trascorreva parte delle sue notti in preghiera. Luca non ha menzionato diversi fatti riportati da Matteo: la visita dei Magi, la fuga in Egitto, l’uccisione dei bambini di Betlemme, o perché questi fatti non rientravano nel suo piano o perché li ha ignorati. Bisogna ammettere, dice M. Godet, che i due evangelisti hanno scritto ciascuno senza conoscere il libro dell’altro. La critica negativa si è affrettata a dichiarare i due racconti inconciliabili.
Ha dimenticato che durante i quaranta giorni che intercorsero tra la nascita di Gesù e la sua presentazione al tempio, molti eventi si svolsero a Betlemme. Ha dimenticato che il ritorno della santa famiglia a Nazaret non avvenne dopo la presentazione al tempio. Il viaggio in Egitto seguì la presentazione e la famiglia si stabilì a Nazareth solo dopo il ritorno dall’Egitto : Giuseppe si alzò, prese il bambino e sua madre, andò nel paese d’Israele e venne ad abitare in una città chiamata Nazareth, affinché si adempisse il detto dei profeti : « Sarà chiamato Nazareno » (Mt 2, 23)
Gli eventi raccontati si susseguono in modo naturale e le due narrazioni si completano a vicenda. La sapienza, che comprende la conoscenza di Dio e degli uomini, nella sua applicazione pratica alla vita, era la caratteristica saliente del carattere di Gesù bambino. Gesù ha attraversato tutte le fasi di uno sviluppo normale, l’unico che abbia avuto luogo sulla terra, l’unico che sia stato libero da tutti gli effetti deleteri del male e che sia stato perseguito in modo armonioso attraverso la costante comunione con Dio.
Il diacono Michel Houyoux
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Paolo Scquizzato : Clicca qui per leggere l’articolo → OMELIA Santa Famiglia. Anno B
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