Seconda domenica di Avvento dell’anno B

Posté par diaconos le 4 décembre 2023

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri - II Dom. Avvento  Anno B - YouTube
 Yohanan, è una figura importante necristianesimo e nell'Islam. Storicamente la sua esistenza è attestata da un passo di Flavio Giuseppe, fu predicatore ebreo ai tempi di Gesù di Nazaret. Il Vangelo 
secondo Giovanni colloca l'attività del Battista sulle rive del Giordano e a Betania al di là del Giordano. Gesù visse per qualche tempo nel suo entourage e lì reclutò i suoi primi apostoli. I Vangeli sinottici sincronizzano l'inizio dell'attività di Gesù con la prigionia di Giovanni. Il pubblico di questo profeta apocalittico continuò a crescere, al punto da provocare la reazione di Erode Antipa, il quale, vedendolo radunare i suoi sostenitori, temette che potesse scatenare una rivoluzione.

Nei Vangeli sinottici il Battista fu ucciso perché aveva criticato il matrimonio di Antipa con Erodiade. Nel cristianesimo, Giovanni Battista è il profeta che annuncia la venuta di Gesù di Nazareth. Lo battezzò sulle rive del Giordano, lasciando che si unissero a lui alcuni dei suoi discepoli.
Precursore del Messia, viene presentato nei sinottici come in comune con il profeta Elia per molti tratti. Viene festeggiato il 24 giugno, che ricorda la sua nascita, e il 29 agosto, ricordo della sua decapitazione.
 
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco

 Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. È scritto nel profeta Isaia: “Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero per aprirti la strada. Voce di chi grida nel deserto : " Preparate la via del Signore, rendete diritti i suoi sentieri. 
Allora apparve nel deserto Giovanni, il battezzatore. Ha proclamato un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Tutta la Giudea, tutti gli abitanti di Gerusalemme si avvicinarono a lui e furono battezzati da lui nel Giordano, riconoscendo pubblicamente i loro peccati. 
John era vestito di pelo di cammello, con una cintura di cuoio intorno alla vita; si nutriva di cavallette e miele selvatico.

 Ha proclamato : «Ecco dietro di me chi è più forte di me ; Non sono degno di abbassarmi per slacciare il cinturino dei suoi sandali, ti ho battezzato con acqua; egli vi battezzerà nello Spirito Santo». 
Preparate la via del Signore Cristo verrà come Signore di potenza e Pastore di mitezza : «Ecco il Signore Dio, egli viene con potenza. Come un pastore, guida il suo gregge ; il suo braccio raccoglie gli agnelli, li portano al cuore».
Senza dubbio ci fa ancora aspettare : «Il Signore non tarda a mantenere la sua promessa; è per voi che è paziente : perché non accetta di lasciare che alcuni si perdano: ma vuole che tutti abbiano tempo per convertirsi». 
L'importante era preparargli la strada cambiandogli la vita. Nel deserto una voce gridò : «Preparate la via del Signore, rendete diritti i suoi sentieri.» Il Signore viene ; dobbiamo preparargli un cammino.
 
Troviamo questa immagine del cammino in tutta la Bibbia. I sentieri e le strade sono un collegamento vitale tra popoli e civiltà : è ciò che permette alle persone di comunicare da un luogo all'altro e di incontrarsi. 
Questo deserto da trasformare è quello del disagio sociale e religioso delle persone, è quello della solitudine, anche quella causata dal mancato rispetto della dignità umana. Giovanni Battista, nel deserto, proclamò un battesimo di conversione per il perdono dei peccati ; non ha risparmiato il suo pubblico. (Mc 1, 1-8)
Stavi facendo questo ? Ora fai il contrario. Questo male che stavi facendo, smetti di farlo. Questo bene che non stavi facendo, comincia a farlo. Modifica ! Modifica ! Con l'avvicinarsi del Natale siamo invitati a ricevere il sacramento della riconciliazione per il perdono dei nostri peccati. 
D'ora in poi prepariamoci a rendere questo approccio serio, adulto e responsabile. E come la folla venuta al Giordano, cominciamo col riconoscere i nostri peccati, Signore, aprimi gli occhi !

È per tutti che bisogna preparare la venuta di Gesù. Cominciamo eliminando dalla nostra vita tutto ciò che è contrario a Dio, impariamo a non giudicare o condannare gli altri, anche se hanno commesso cattive azioni. 
Rifiutandoli, è l’amore di Dio per loro che rifiutiamo. A volte denunciamo e accusiamo in nome della verità. Questo modo di fare è spesso ipocrita e soprattutto non lascia scampo a chi ne è vittima. 
Cerchiamo di capire questo: ogni peccatore è un uomo che Dio vuole salvare ! 

La vera conversione deve essere accompagnata dalla testimonianza della nostra vita. Giovanni Battista annunciava la venuta del Signore e si preparava ad essa. 
Come lui, dobbiamo rimboccarci le maniche per costruire un mondo più giusto e fraterno. Ma come testimoni della fede, non dimentichiamo mai queste parole del Vangelo : «Colui che viene dietro a noi, colui che annunciamo, è più potente di noi.» 
Questa preparazione al Natale ci rimanda agli altri. È una chiamata a testimoniare la nostra fede nelle nostre famiglie. Diamo una dimensione religiosa a questa celebrazione. La festa di Natale, vissuta in famiglia, potrà avere un vero successo solo se la prepariamo in anticipo. 
Nessuno aspetta l'ultimo momento per inviare inviti e preparare regali. E se mettessimo almeno altrettanta energia nella preparazione alla venuta di Gesù !
Il Diacono Michel Houyoux 
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Deuxième dimanche de l’Avent dans l’année B

Posté par diaconos le 3 décembre 2023

Evangile et Homélie du dim 09 Déc 2018. Préparez le chemin du Seigneur,rendez  droits ses sentiers - Chorale Belgo-Burundaise CSFA

 

# Jean le Baptiste, de son nom de naissance Yohanan (hébreu : יוחנן), est un personnage majeur du christianisme et de l’islam. Sur le plan historique, son existence est attestée par un passage de Flavius Josèphe, il fut un prédicateur juif du temps de Jésus de Nazareth. L’Évangile selon Jean localisa l’activité du Baptiste sur les rives du Jourdain et à Béthanie au-delà du Jourdain.

Jésus vécut un temps dans son entourage et y recruta ses premiers apôtres. Les Évangiles synoptiques synchronisent le début de l’activité de Jésus avec l’emprisonnement de Jean. L’audience de ce prophète apocalyptique ne cessa de croître, au point de susciter la réaction d’Hérode Antipas, qui, le voyant rassembler ses partisans, craignit qu’il ne suscita une révolution.

Dans les Évangiles synoptiques, le Baptiste fut tué, parce qu’il critiqua le mariage d’Antipas avec Hérodiade. Dans le christianisme, Jean le Baptiste est le prophète qui annonça la venue de Jésus de Nazareth. Il le baptisa sur les bords du Jourdain, laissant certains de ses disciples se joindre à lui.

Précurseur du Messie, il est présenté dans les synoptiques comme partageant beaucoup de traits avec le prophète Élie. On le fête le 24 juin qui commémore sa naissance, le 29 août, mémoire de sa décapitation.

De l’Évangile de Jésus Christ selon Marc

Commencement de l’Évangile de Jésus, Christ, Fils de Dieu. Il est écrit dans Isaïe, le prophète : «Voici que j’envoie mon messager en avant de toi, pour ouvrir ton chemin. Voix de celui qui crie dans le désert : Préparez le chemin du Seigneur, rendez droits ses sentiers. Alors Jean, celui qui baptisait, parut dans le désert. Il proclamait un baptême de conversion pour le pardon des péchés. Toute la Judée, tous les habitants de Jérusalem    se rendaient auprès de lui, et ils étaient baptisés par lui dans le Jourdain, en reconnaissant publiquement leurs péchés.

Jean était vêtu de poil de chameau, avec une ceinture de cuir autour des reins ; il se nourrissait de sauterelles et de miel sauvage. Il proclamait : « Voici venir derrière moi celui qui est plus fort que moi ; je ne suis pas digne de m’abaisser pour défaire la courroie de ses sandales. Moi, je vous ai baptisés avec de l’eau ; lui vous baptisera dans l’Esprit Saint.» (Mc, 1, 1-8)

Préparez le chemin du Seigneur

Christ viendra comme Seigneur de puissance et berger de douceur : «Voici le Seigneur Dieu, il vient avec puissance. Comme un berger, il conduit son troupeau ; son bras rassemble les agneaux, ils les portent sur son cœur»).

Sans doute nous fait-il encore patienter : «Le Seigneur n’est pas en retard pour tenir sa promesse ; c’est pour vous qu’il patiente : car il n’accepte pas de laisser quelques-uns uns se perdre : mais, il veut que tous aient le temps de se convertir.»

Ce qui importait ce fut de lui préparer la route en changeant de vie. Dans le désert, une voix cria «Préparez le chemin du Seigneur, rendez droits ses sentiers. Seigneur vient ; il nous faut lui préparer un chemin.

Cette image du chemin, nous la retrouvons tout au long de la Bible. Les chemins et les routes sont un lien vital entre les hommes et les civilisations : c’est cela qui permet aux gens de communiquer d’un endroit à l’autre et de se rencontrer.

Ce désert qu’il faut transformer, c’est celui de la détresse sociale et religieuse des gens, c’est celui de la solitude, celui aussi qui est provoqué par le non-respect de la dignité humaine.

Vers la fin de l’an 27, Jean Baptiste, dans le désert, proclama un baptême de conversion pour le pardon des péchés ; il ne ménagea pas son auditoire. Changez totalement de conduite…retournez-vous !

Vous faisiez ceci ? Faites maintenant le contraire. Ce mal que vous faisiez, cessez de le faire. Ce bien, que vous ne faisiez pas, mettez-vous à le faire. Changez ! Changez !

À l’approche de Noël, nous sommes invités à recevoir le sacrement de réconciliation pour le pardon de nos péchés. Dès maintenant, préparons-nous, pour en faire une démarche sérieuse, adulte, responsable. Et comme les foules qui vinrent au Jourdain, commençons par reconnaître nos péchés, Seigneur ouvre mes yeux !

C’est pour tous que la venue de Jésus doit être préparée. Commençons par enlever de nos vies tout ce qui est contraire à Dieu, apprenons à ne pas juger, ni condamner les autres, même s’ils ont commis des actions mauvaises.

En les rejetant, c’est l’amour de Dieu pour eux que nous rejetons. Il nous arrive parfois de dénoncer et d’accuser au nom de la vérité. Cette manière de faire est souvent hypocrite et surtout elle ne laisse aucune chance à la personne qui en est victime.

Comprenons bien ceci : Tout pécheur est un homme que Dieu veut sauver ! La vraie conversion doit s’accompagner du témoignage de notre vie. Jean Baptiste annonçait la venue du Seigneur et la préparait.

Comme lui, nous avons à retrousser les manches pour construire un monde plus juste et plus fraternel. Mais en tant que témoins de la foi, n’oublions jamais cette parole de l’Evangile : «Celui qui vient derrière nous, celui que nous annonçons est plus puissant que nous.»

Cette préparation de Noël nous renvoie vers les autres. Elle est un appel à témoigner de notre foi à l’intérieur de nos familles. Donnons une dimension religieuse à cette fête.

La fête de Noël, vécue en famille, ne sera vraiment réussie que si nous la préparons à l’avance. Personne n’attend le dernier moment pour envoyer les invitations et préparer les cadeaux. Et si nous mettions au moins autant d’énergie à préparer la venue de Jésus !

Diacre Michel Houyoux

Liens avec d’autres sites chrétien sur Internet

Puiser à la source : cliquez ici pour lire l’article → 2ème dimanche de l’Avent (année B)

Père Damien Stampers : cliquez ici pour lire l’article → 2e dimanche de l’Avent B – 6 décembre 2020 — Diocèse de Blois

VidéoJean-Baptiste → https://youtu.be/jHrkXsg4SQs

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Mercredi de la trente et unième semaine du Temps Ordinaire-Année A

Posté par diaconos le 7 novembre 2023

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Trois conditions pour suivre Jésus

# L’exégèse contemporaine concernant le personnage de Jésus confronte les éléments de la vie de Jésus de Nazareth présents dans les textes antiques, essentiellement chrétiens, avec les connaissances historiques générales modernes. Elle soumet donc, depuis le XIXe siècle, les textes du Nouveau Testament à l’analyse dans le but de faire la part de ce qui est compatible avec l’histoire et ce qui ne l’est pas. Les débuts de la recherche historique sur la vie de Jésus sont traités dans l’article Quêtes du Jésus historique. Les thèses contestant son historicité sont regroupées dans l’article Thèse mythiste.

Dans les milieux gréco-romains, on lui donne très tôt le titre de Christos, ce dont témoignent quelques sources païennes ou gréco-romaines. Vers 116, dans ses Annales, l’historien romain Tacite parle de sectateurs de Christos, qui, sous Tibère, fut livré au supplice par le procurateur Ponce Pilate.Suétone vers 120, mentionne dans la Vie de Claude un Chrestos , dont il est généralement admis qu’il désigne Jésus-Christ qui, selon Suétone aurait été présent à Rome dans les années 4027 lors des troubles « messianistes à caractère politique et anti-romain27 » qui auraient agité la communauté juive de Rome, à l’encontre de laquelle Claude promulgue un édit d’expulsion.

 De l’Évangile de Jésus Christ selon Luc

En ce temps-là, de grandes foules faisaient route avec Jésus ; il se retourna et leur dit : «Si quelqu’un vient à moi sans me préférer à son père, sa mère, sa femme, ses enfants, ses frères et sœurs, et même à sa propre vie, il ne peut pas être mon disciple. Celui qui ne porte pas sa croix pour marcher à ma suite ne peut pas être mon disciple. Quel est celui d’entre vous qui, voulant bâtir une tour, ne commence par s’asseoir pour calculer la dépense

Car, si jamais il pose les fondations et n’est pas capable d’achever, tus ceux qui le verront vont se moquer de lui : “Voilà un homme qui a commencé à bâtir et n’a pas été capable d’achever!” Et quel est le roi qui, partant en guerre contre un autre roi, ne commence par s’asseoir pour voir s’il peut, avec dix mille hommes, affronter l’autre qui marche contre lui avec vingt mille ? S’il ne le peut pas, il envoie, pendant que l’autre est encore loin, une délégation pour demander les conditions de paix. Ainsi donc, celui d’entre vous qui ne renonce pas à tout ce qui lui appartient ne peut pas être mon disciple.» (Lc 14, 25-33)

Conditions nécessaires pour suivre Jésus

De grandes foules firent cortège à Jésus. Jésus les prévint que pour être son disciple, il fallut être capable de haïr les siens, et porter sa croix en le suivant. Jésus raconta deux paraboles destinées à enseigner la prévoyance.

  1. L’homme qui bâtit une tour: Jésus invita ceux qui voulurent bâtir une tour, qui calculèrent d’abord la dépense, de peur de s’attirer les moqueries, s’il ne purent venir à bout de leur entreprise.Que les rois qui firent la guerre fussent prudents, comme un roi qui n’entreprit la guerre que s’il se sentit de force à vaincre.

En conclusion, Jésus s’appuya d’une comparaison qui montra l’importance du rôle des disciples . Celui qui ne renonce pas à tout ne peut être un disciple de Jésus. Les disciples ont un beau rôle, celui du sel, mais s’ils ne le remplissent pas, leur condition sera misérable. Que celui qui a des oreilles pour entendre, entende ! Aimons notre prochain, nos ennemis mêmes, à plus forte raison nos proches. «Celui qui aime son père ou sa mère plus que moi n’est pas digne de moi, et celui qui aime son fils ou sa fille plus que moi n’est pas digne de moi.» (Mt 10, 37).

Jésus supposa que ces affections de la famille, entrant en conflit avec l’amour que nous lui devons, sont devenues un obstacle à notre communion avec lui et nous empêchent de devenir ses disciples. Tous devons haïr ce mal, cet éloignement de Dieu sous peine de renoncer à l’amour de Jésus : «Le père sera contre le fils et le fils contre son père ; la mère contre sa fille, et la fille contre sa mère : la belle-mère contre sa belle-fille, et la belle-fille contre sa belle-mère.» (Lc 12, 33)

C’est exactement par le même principe que toute personne qui souhaite devenir disciple de Jésus doit haïr sa propre vie, sa personnalité, son moi, dès que l’amour de lui-même s’oppose à l’amour de Dieu. Enfin, il est évident, d’après ces paroles, que tout chrétien doit être prêt à sacrifier sa vie terrestre tout entière pour la cause de Jésus. Mais qui est-il donc, ce Jésus, qui se pose ainsi comme l’objet de l’amour suprême de tous ses disciples ?

Ainsi le renoncement absolu que Jésus prescrivit ne suffit pas pour faire d’un homme son disciple ; il n’y a pas seulement des affections et des biens à sacrifier, il y a des souffrances à endurer dans cet esprit d’obéissance et d’amour dont Jésus lui-même futt animé, et dont il dut donner l’exemple jusqu’à son dernier soupir. Ces souffrances ont pour emblème l’instrument qui servit au supplice de Jésus. Comme Jésus, chaque disciple a sa propre croix, qu’il doit porter en le suivant. Or, la croix est toujours et pour tous un instrument d’ignominie, de souffrance et de mort.

«Cet homme a commencé à bâtir, et n’a pu achever» (Lc 14 31) Le but de cette parabole, comme de la suivante,fut de motiver  l’exhortation à s’examiner soi-même pour voir si l’on est capable de remplir ces sévères conditions. Être disciple de Jésus, le suivre, l’imiter en toutes choses, jusqu’à la croix, jusqu’à la mort, est une tâche difficile, bien plus au-dessus de nos forces que bâtir une tour ou une forteresse n’est au-dessus de la fortune d’un pauvre ; ce n’est donc pas avec l’enthousiasme éphémère d’une première émotion religieuse qu’on doit s’engager dans cette difficile carrière.

Il faut s’asseoir, se recueillir, calculer la dépense, avant de faire hautement profession d’être disciple de Jésus. Sans cette précaution, on court le risque de provoquer les moqueries du monde et de devenir une cause d’opprobre pour l’Évangile. La seconde parabole a le même sens que la première, avec cette nuance que la vie chrétienne n’est plus comparée à une tour dont la construction exige une grosse dépense, mais à une guerre périlleuse contre un ennemi dont les forces sont bien supérieures à celles que nous pouvons lui opposer par nous-mêmes. Mieux vaudrait rester en paix avec cet ennemi, que de s’exposer à de honteuses défaites.

«Plutôt rester un honnête homme religieusement obscur, que de devenir ce qu’il y a de plus triste au monde, un chrétien inconséquent.» (Godet)  Il y a quelque chose de saisissant dans ce mot répété pour la troisième fois : ne peut être mon disciple. Telle fut la conclusion de tout ce discours.

Diacre Michel Houyoux

Liens avec d’autre sites chrétiens sur Internet

Unit pastorale de saint Lambert (Liège) : cliquez ici pour lire l’article → Celui d’entre vous qui ne renonce pas à tout ce qui lui appartient ne peut pas être mon disciple

Servons la fraternité : cliquez ici pour lire l’article → Celui qui ne renonce pas à tout ce qui lui appartient ne peut pas être mon disciple

Vidéo Église protestante de Genève https://youtu.be/FBrr3l14mZE

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Trentunesima domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Posté par diaconos le 3 novembre 2023

Gesù condanna i farisei per le loro tradizioni e per la loro ipocrisia

GESÙ CONDANNA I FARISEI PER LA LORO IPOCRISIA

# I Farisei erano un gruppo religioso e politico di ferventi ebrei che, insieme ai Sadducei e agli Esseni, emerse in Palestina durante il periodo asmoneo, intorno alla metà del II secolo a.C., in risposta all’ellenizzazione voluta dalle autorità del tempo.

Estintosi verso la fine del I secolo, ci è noto attraverso varie fonti i cui rinnovati studi, a partire dalla fine del XX secolo, hanno evidenziato la difficoltà di comprenderne la complessità.Il loro movimento è chiamato farisaismo o fariseismo. Dall’applicazione rigorosa dei criteri di storicità alle fonti e dall’atteggiamento più scettico degli esegeti nei loro confronti, le informazioni considerate attendibili sul movimento farisaico si sono notevolmente ridotte.

 Paradossalmente, questo progresso esegetico ha reso i contorni del movimento meno chiari e meno certi. È ora necessario esaminare ciascuna di queste fonti separatamente, tenendo conto del periodo e del contesto in cui sono state scritte.I punti di convergenza tra fonti così varie e con interessi divergenti costituiscono un argomento favorevole almeno per stabilire la storicità del farisaismo. Bisogna ammettere, tuttavia, che in ultima analisi sappiamo molto poco di un gruppo così importante nei tentativi di ricostituzione del giudaismo nel periodo del Secondo Tempio.

Esistono tre fonti principali sul movimento farisaico, nessuna delle quali è priva di problemi. Cronologicamente, si tratta degli scritti del Nuovo Testamento dei primi credenti in Gesù di Nazareth, redatti in greco tra il 50 e il 100 d.C., delle opere dello storico ebreo Flavio Giuseppe, che scrisse in greco alla fine del I secolo.Egli è stato la fonte principale, così come la letteratura rabbinica, in particolare la Mishna e la Tosefta, che risalgono al periodo compreso tra il 200 e il 220. Più di recente, una parte significativa della ricerca contemporanea ha inserito tra le fonti alcuni Rotoli del Mar Morto, che menzionano un gruppo noto come i cercatori di cose illuminanti o lusinghiere, che possono essere identificati con i Farisei.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò alle folle e ai suoi discepoli dicendo : « Gli scribi e i farisei insegnano dal pulpito di Mosè. Qualsiasi cosa vi dicano, fatela e osservatela. Ma non date retta alle loro opere, perché dicono e non fanno.

Legano fardelli pesanti e difficili da portare e li mettono sulle spalle della gente, ma loro stessi non vogliono muovere un dito. Fanno di tutto per essere notati dalla gente : allargano i loro filatteri e allungano le loro frange; amano i posti d’onore nelle cene, i posti d’onore nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze; amano essere chiamati Rabbi dalla gente.

 Quanto a voi, non permettete a nessuno di chiamarvi Rabbi, perché avete un solo maestro che vi insegna e siete tutti fratelli. Non chiamate nessuno sulla terra padre vostro, perché avete un solo Padre, quello che è nei cieli. E nessuno vi chiami maestri, perché avete un solo maestro, Cristo.

 Il più grande tra voi sarà vostro servitore. Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato. (Mt 23, 1-12)


Discorso contro gli scribi e i farisei


Ai farisei era stata conferita l’autorità di successori di Mosè. Era quindi convenuto obbedire ai loro precetti, ma bisognava stare attenti a non seguire il loro esempio, perché non mettevano in pratica ciò che insegnavano, ma si limitavano a gravare sugli altri. Qualsiasi cosa facessero, la facevano per essere notati e lodati dagli altri.Alla stolta vanità dei farisei, Gesù contrapponeva l’atteggiamento umile che prescriveva ai suoi discepoli: non si facciano chiamare Rabbì, Padre, Direttore, perché sono tutti uguali davanti a Dio; il più grande tra loro sia il servo di tutti ; chi si umilia sarà esaltato.

Gesù ha messo a tacere i suoi avversari. Formulò la loro condanna: questo discorso fu rivolto prima alle folle e ai discepoli, che Gesù voleva proteggere dallo spirito dei capi del popolo; poi li prese di mira, esponendo e censurando i loro vizi in una serie di apostrofi taglienti.

Questo discorso fu pronunciato solo da Matteo; Marco e Luca ne riportarono solo alcuni frammenti, che collocarono in altre occasioni come la critica moderna attribuisce a Matteo. « È del tutto appropriato che a questo punto Gesù esprima tutto il suo pensiero sui suoi avversari ». (De Wette)

 « Questo discorso è così pieno di vita e di unità che non c’è dubbio che sia stato pronunciato in questo modo, anche se forse contiene alcuni elementi presi in prestito da altri discorsi di Gesù ». (MeyerLa cattedra di Mosè si riferisce all’attività e all’autorità che Mosè esercitava come legislatore e guida del popolo. Essi sedevano su questa cattedra come successori del grande servo di Dio. I rabbini usavano la stessa espressione per dire che un maestro succedeva a un altro nell’insegnamento.

Poiché gli uomini di questo partito avevano mostrato fino ad allora una crescente ostilità nei confronti di Gesù, poiché avevano resistito ai suoi avvertimenti e avevano progettato di impadronirsi di lui, egli rinunciò a ogni considerazione nei loro confronti e ruppe con loro Gli scribi, simili in tutto e per tutto ai farisei, avevano preso la stessa posizione. Erano i sopherim dell’Antico Testamento, gli uomini dei libri. Nei Vangeli sono chiamati scribi, o legalisti, o maestri della legge, perché l’oggetto principale dei loro studi era la legge di Mosè in sé e nelle sue varie applicazioni alla vita del popolo.

Poiché questa legge era sia religiosa che civile, gli scribi erano allo stesso tempo teologi e giureconsulti. Spesso venivano nominati con i farisei, perché la maggior parte di loro apparteneva a quella setta, o con i capi sacerdoti, di cui erano consiglieri nell’applicazione della legge e nei casi di coscienza Gli scribi ebbero sempre un ruolo molto attivo nell’opporsi a Gesù. Lo spiavano, criticavano la sua condotta e cercavano di sorprenderlo con domande insidiose. La maggior parte degli interpreti pone diverse restrizioni a questa raccomandazione di Gesù, dato che gli scribi e i farisei potevano insegnare cose false che, in questo caso, i discepoli non dovevano né osservare né fare.

 Gesù supponeva che essi insegnassero la Legge di Mosè sul pulpito dove sedevano. Legare pesi è un’espressione figurata che significa: raccogliere in un unico corpo tutti i comandamenti della legge, con le innumerevoli e minuziose prescrizioni cerimoniali che i farisei vi avevano aggiunto, per esigerne l’osservanza.Questi fardelli, pesanti e difficili da portare, dove né la grazia né l’amore aiutavano a portarli, i farisei li imponevano agli altri; ma, lungi dal prenderli su di sé, non li suscitavano nemmeno con il dito. « E tutte le loro opere le fanno per essere visti dagli uomini; infatti allargano i loro filatteri e allungano le frange delle loro vesti ». (Mt 23,5)

Gesù ha citato questi dettagli come esempi del loro vano e ipocrita desiderio di essere visti dalla gente. I filatteri, ancora usati dagli ebrei, sono strisce di pergamena su cui sono scritte parole delle Scritture.Durante la preghiera venivano attaccati al braccio sinistro o alla fronte. Per questo gli ebrei chiamavano queste pergamene tephillim, preghiere. A questi oggetti si attribuiva anche l’idea superstiziosa di amuleto o talismano.

Le hanno fatte più larghe », dice Gesù, « per essere ancora più sicuri di essere visti dalla gente ». Le frange, una specie di nappina che i Giudei portavano sul bordo dei loro mantelli, vi attribuivano un’idea religiosa.Rabbi significa maestro o dottore. Il titolo di padre, inteso in senso morale spirituale, è più alto di quello di maestro e indica una maggiore dipendenza dalla persona a cui è attribuito.Se Dio solo è il Padre di coloro che genera con il suo Spirito per una nuova vita, Cristo solo è il direttore di coloro che conduce con la sua parola e con il suo esempio nelle vie di questa nuova vita.

Tutti questi titoli: maestro, padre, direttore, se applicati alle persone, non fanno altro che privare Dio e il suo Cristo della gloria che spetta loro. È così che nascono i partiti e le sette.Questi segni di adulazione umana hanno trovato la loro strada nella Chiesa cristiana proprio come un tempo tra gli ebrei. Dall’umiltà alla grandezza, dall’umiliazione alla gloria: questo è il cammino verso il regno di Dio, il cammino che Gesù ha seguito, l’unico possibile per i suoi discepoli.

 Rivolgendosi direttamente agli scribi e ai farisei e gridando loro per sette volte : « Guai a voi ! Gesù censurava tutta l’ipocrisia del loro comportamento : l’ipocrisia della loro posizione di guida del popolo: essi stessi non entravano nel regno dei cieli e lo chiudevano agli altri.L’ipocrisia del loro comportamento faceva sì che le anime si perdessero più sicuramente. L’ipocrisia della casistica che applicavano ai giuramenti. L’ipocrisia del loro formalismo, che osservava le minuzie della legge e trascurava i doveri più importanti.

L’ipocrisia di pulire l’esterno e lasciare sporco l’interno. Tutta questa ipocrisia li rendeva come sepolcri imbiancati. Li ha portati a costruire i sepolcri dei profeti. Con accenti dolorosi, Gesù esprime la profonda pietà che prova per questa Gerusalemme che ha ucciso i profeti.Ricordò gli inutili sforzi che aveva fatto per attirarla a sé ; le annunciò la sua rovina e le disse che non lo avrebbe rivisto fino al giorno in cui avrebbe accolto il suo ritorno nella gloria.


Il diacono Michel Houyoux


Link ad altri siti cristiani


Qumran : clicca qui per leggere l’articolo → Testi – XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)

 Parroxhia Ostra Vetere : clicca qui per leggere l’articolo → Pensiero della Trentunesima Domenica del Tempo Ordinario

 
Padre Fernando Armellini : clicca qui per vedere il videohttps://youtu.be/9c6B_-Ug81Y

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