Ventisettesima domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Posté par diaconos le 2 octobre 2024

Mater Verbi on X: "Venerdì 17 agosto 2018 + VANGELO (Mt 19,3-12): «È lecito  a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose:  «Non avete letto che il Creatore

Il divorzio è la rottura ufficiale di un matrimonio civile o religioso tra due persone, o tra più persone nel caso della poligamia. In diritto si distingue dalla separazione di fatto, che non ha conseguenze legali, e dalla separazione legale, che è legalmente riconosciuta ma lascia il matrimonio intatto. Non va confuso con l’annullamento del matrimonio, che consiste nel dichiarare che il matrimonio non ha mai avuto luogo.

Nell’antica Grecia il divorzio esisteva in forme diverse nelle varie città. Ad Atene poteva essere ottenuto di comune accordo o su iniziativa di uno dei due coniugi. In pratica, la dote fungeva da potente freno : quando il matrimonio veniva sciolto, la moglie riotteneva la sua dote – tranne nei casi di adulterio – con un interesse del 18%. La moglie, dal canto suo, aveva il diritto di chiedere il divorzio da sola, ma il più delle volte la richiesta veniva fatta tramite il suo tutore legale (padre, fratello o qualsiasi altro parente maschio): la richiesta, debitamente motivata, veniva presentata all’arconte, che la esaminava e decideva se concederla o meno. I maltrattamenti erano un motivo valido per la separazione, ma non l’infedeltà del marito.

Nel periodo ellenistico il divorzio diventa più formale : i documenti legali registrano il divorzio e ne stabiliscono le conseguenze. La disposizione più importante riguardava la dote, che veniva restituita all’ex moglie.La donna non aveva mai diritto ad alcuna quota del patrimonio familiare. Anche i Romani praticavano il divorzio. All’inizio il diritto di divorziare era riservato agli uomini, ma ben presto le donne lo ottennero.

Il matrimonio, inizialmente un rito religioso e sociale, si desacralizza come il resto della società romana. Fu codificato nella legge. Alla fine dell’Impero, il divorzio divenne appena formale, perché per ragioni di semplificazione il matrimonio fu assimilato a un contratto.   I single erano ancora svantaggiati dalla leggeNell’Alto Medioevo il matrimonio non era consacrato e i contratti scritti caddero in disuso. Il matrimonio serviva solo a sigillare le alleanze.

Era considerato normale poter rompere un matrimonio. La Chiesa cattolica romana non è molto favorevole al divorzio e considera il matrimonio indissolubile.   Tuttavia, le regole in questo campo si trovano principalmente nelle decisioni dei singoli concili, che spesso si sono occupati solo di casi specifici e hanno dato risposte contraddittorie.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono a Gesù e, per metterlo alla prova, gli chiesero : “È lecito a un marito mandare via la moglie ?”. Gesù rispose : Che cosa vi ha comandato Mosè ?”   Gli risposero : “Mosè disse che era lecito per un marito mandare via la moglie, a condizione che redigesse un atto di ripudio”. Gesù rispose : “A causa della durezza dei vostri cuori, egli stabilì per voi questa regola.”

Ma all’inizio della creazione, Dio li fece maschio e femmina. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due diventeranno una sola carne. Quindi non sono più due, ma una sola carne.   Ciò che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi”. Quando i discepoli tornarono a casa, gli chiesero ancora di questo. Egli disse loro “Chiunque manda via la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio con lei. Se una donna che ha mandato via il marito ne sposa un altro, ha commesso adulterio”.

Alcune persone portarono a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani, ma i discepoli li allontanarono. Quando Gesù se ne accorse, si arrabbiò e disse loro : “Lasciate che i bambini vengano a me; non glielo impedite, perché il regno di Dio appartiene a quelli che sono come loro.”.(Mc10,2-16)

 È lecito ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo ?

 Gesù aveva già risposto a questa domanda nel Discorso della montagna. I farisei gliela posero per tentarlo. A renderla una domanda capziosa era il fatto che all’epoca era molto dibattuta tra due scuole ebraiche, quella di Hillel e quella di Shamaï, la prima molto rilassata, la seconda più severa sul divorzio. Inoltre, l’esempio dato da Erode Antipa, che regnava sulla Perea, e la fine di Giovanni Battista, che l’aveva rilevata, rendevano piuttosto pericolosa una soluzione rigorosa della questione, mentre una soluzione più libera avrebbe messo Gesù in contraddizione con Giovanni Battista.

Questa era la tentazione, la trappola tesa a Gesù dai suoi avversari. L’idea completa e vera del matrimonio presuppone innanzitutto che i due siano un cuore solo e un’anima sola ; tutto ciò che ha a che fare con la carne, in senso ristretto, è solo l’anello inferiore di questa unione.  La parola carne, nella Scrittura, abbraccia tutto l’uomo, tutto il suo essere, e questa idea è ben espressa dalle parole: una sola       carne. Si tratta dell’intimità assoluta e indissolubile del matrimonio, che Dio aveva in mente fin dall’inizio della creazione dell’uomo e che Gesù ha confermato con la sua autorità.

Inoltre, questa dichiarazione condanna la poligamia, che distrugge co    mpletamente il vero concetto di matrimonio. I farisei pensavano di avere dalla loro parte l’autorità di Mosè. Ma esageravano la portata della disposizione legale che invocavano, perché Mosè non aveva né comandato né voluto facilitare il divorzio ; al contrario, lo scopo della formalità da lui prescritta era di ostacolarlo.Gesù corregge l’espressione dei farisei dicendo “permesso”. Non era questa l’intenzione di Dio.

Se Mosè l’aveva permesso, era come un male necessario, volto a evitare mali maggiori, e solo a causa di quella durezza di cuore che vi rendeva incapaci di elevarvi al pensiero divino e di metterlo in pratica. e ci chiediamo come Dio, che è immutabile, abbia potuto sancire questa deviazione dalla sua stessa legge, la risposta sta nel fatto della caduta e del peccato che si è verificato fin dalla creazione dell’uomo.   Gesù ammetteva una sola causa legittima di divorzio e proibiva di sposare una donna che era stata ripudiata.

Quando disse questo, parlava dal punto di vista del suo regno, e i suoi discepoli non dovevano conformarsi a questo principio, l’unico su cui poggia il matrimonio cristiano.    Nessuna Chiesa soggetta all’autorità di Gesù poteva sancirne un altro. Questo significa che la società civile, nei Paesi che portano il nome della cristianità, sbaglia a legiferare per altre cause di divorzio e a permettere ai coniugi separati di contrarre un secondo matrimonio ?         

Tutti i cittadini di un Paese dovrebbero essere vincolati da un principio cristiano ? A questa domanda, e a molte altre simili, il cattolicesimo ha risposto sì, perché è la religione della costrizione e pretende nientemeno che di dominare la società ; il protestantesimo risponde no, perché vuole soprattutto sincerità e libertà morale.  Ma le Chiese vedano se possono, senza infedeltà, prestarsi a sancire, per quanto le riguarda, unioni nuziali contrarie alle parole di Gesù : “Se questa è la condizione dell’uomo nei confronti della donna, non è vantaggioso sposar si. (Mt 19,10).

I discepoli fecero questa osservazione a Gesù dopo che i farisei se ne furono andati. Essi stessi pensavano che la condizione imposta da Gesù all’uomo nei confronti della donna fosse troppo severa.   Pensav ano che se l’uomo non poteva rompere un’unione mal assortita, se doveva sopportare tutti i difetti e i vizi della moglie, tranne quello indicato da Gesù, sarebbe stato meglio non sposarsi.

Stiamo parlando solo della condizione del marito rispetto alla moglie, perché in Oriente e nell’antichità non era riconosciuta la parità di diritti a quest’ultima. Nel Vangelo la situazione è ben diversa. Per comprendere meglio il suo pensiero e la natura del tutto morale del dono che aveva in mente, Gesù distingue tre casi : quelli che, fin dal grembo della madre, a causa della loro particolare organizzazione, non sono adatti al matrimonio e quelli che sono stati resi tali dagli uomini.

In questi primi due casi, il dono della continenza è inteso in senso corporeo e non ha alcun valore religioso ; infine, ci sono coloro che hanno preso volontariamente questa risoluzione per amore del regno dei cieli, non per meritarlo, ma per dedicarvisi interamente e senza impedimenti terreni. Così Gesù, rispondendo ai discepoli, ha preso atto di un fatto, ma non ha preteso questo sacrificio, così come Paolo ha fatto nei suoi consigli. Non c’è nulla in queste parole che sia sfavorevole al matrimonio cristiano, né che attribuisca una particolare santità al celibato, tanto meno un argomento a favore del celibato forzato di un’intera classe di uomini.

Il diacono Michel Houyoux

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Vingt-septième dimanche du Temps Ordinaire Année Paire

Posté par diaconos le 1 octobre 2024

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Le divorce est la rupture officielle d’un mariage civil ou religieux liant précédemment deux personnes ou plusieurs en cas de polygamie. En droit il se distingue de la séparation de fait, sans conséquence juridique, et de la séparation de corps qui est reconnue juridiquement mais qui laisse subsister le mariage. À ne pas le confondre avec l’annulation de mariage qui consiste à déclarer que celui-ci n’a jamais eu lieu. En Grèce antique, le divorce exista sous des formes diverses suivant les cités. À Athènes, il put être obtenu par consentement mutuel ou sur l’initiative de l’un des conjoints. En pratique, la dot constitua un frein puissant : lorsque le mariage est dissous, la femme récupère sa dot — sauf en cas d’adultère — avec un intérêt de 18 %.

De son côté, celle-ci a le droit de demander le divorce elle-même, mais le plus souvent la requête se faisait par l’intermédiaire de son tuteur légal (père, frère ou tout autre parent masculin) : la demande, dûment motivée, fut déposée auprès de l’archonte qui l’examina et choisit de lui donner suite ou non. Les mauvais traitements constituent un motif valable de séparation, mais non l’infidélité du mari.

À l’époque hellénistique, le divorce fut davantage formalisé : des documents légaux prirent acte du divorce et en déterminèrent les conséquences. La disposition la plus importante concerna la dot, restituée à l’ex-épouse. Celle-ci n’eut jamais droit à une quelconque part des biens du ménage. Chez les Romains, le divorce fut pratiqué. Au début, le droit de divorcer était réservé aux hommes, mais très rapidement les femmes obtinrent ce droit. Le mariage qui était dans un premier temps un rituel religieux et social se désacralisa comme le reste de la société romaine. Il était codifié dans le droit.

À la fin de l’Empire, le divorce devint à peine formel, car pour des raisons de simplification, le mariage fut assimilé à un contrat. Les célibataires restant cependant défavorisés par la loi. Au début du Moyen Âge, le mariage ne fut pas consacré et les contrats écrits tombèrent en désuétude. Le mariage ne permit que de sceller des alliances. Il fut considéré comme normal de pouvoir rompre le mariage. L’Église catholique romaine n’est guère favorable au divorce et considère le mariage comme indissoluble. Cependant, les règles en la matière apparaissent surtout dans des décisions des conciles particuliers, qui n’abordèrent souvent que des cas particuliers et apportent des réponses contradictoires.

De l’Évangile de Jésus Christ selon Marc

En ce temps-là, des pharisiens abordèrent Jésus et, pour le mettre à l’épreuve, ils lui demandaient :« Est-il permis à un mari de renvoyer sa femme ? » Jésus leur répondit : « Que vous a prescrit Moïse ? » Ils lui dirent : « Moïse a permis de renvoyer sa femme à condition d’établir un acte de répudiation. »   Jésus répliqua : « C’est en raison de la dureté de vos cœurs qu’il a formulé pour vous cette règle. 

De retour à la maison, les disciples l’interrogeaient de nouveau sur cette question. Il leur déclara :

« Celui qui renvoie sa femme et en épouse une autre devient adultère envers elle. Si une femme qui a renvoyé son mari en épouse un autre, elle devient adultère. »

Des gens présentaient à Jésus des enfants pour qu’il pose la main sur eux ; mais les disciples les écartèrent vivement. Voyant cela, Jésus se fâcha et leur dit : « Laissez les enfants venir à moi,
ne les empêchez pas, car le royaume de Dieu est à ceux qui leur ressemblent. Amen, je vous le dis :
celui qui n’accueille pas le royaume de Dieu à la manière d’un enfant n’y entrera pas. »
Il les embrassait et les bénissait en leur imposant les mains. (Mc 10, 2-16)

Est-il permis de répudier sa femme pour quelque motif que ce soit ?

Jésus avait déjà résolu cette question dans le sermon sur la montagne. Les pharisiens la lui posèrent pour le tenter. Ce qui en fit une question captieuse, ce fut qu’elle était alors vivement débattue entre deux écoles juives, celle de Hillel et celle de Schamaï, le premier très relâché, le second plus sévère sur le divorce. En outre, l’exemple donné par Hérode Antipas, qui régnait sur la Pérée, et la fin de Jean-Baptiste qui l’avait repris, rendaient assez dangereuse une solution rigoureuse de la question, tandis qu’une solution plus libre aurait mis Jésus en contradiction avec Jean-Baptiste.

Pour quelque tout sujet de plainte que le mari aurait contre sa femme :   ce fut dans ce sujet que se trouva la tentation, le piège tendu à Jésus par ses adversaires. L’idée complète et vraie du mariage suppose avant tout que les deux sont un cœur et une âme ; tout ce qui tient à la chair, au sens restreint, n’est que le lien inférieur de cette union.

Le mot chair, dans l’Écriture, embrasse tout l’homme, son être entier, cette idée est bien exprimée par cette parole : une seule chair. Telle est l’intimité absolue et indissoluble du mariage, que Dieu a eue en vue dès l’origine de la création de l’homme, et que Jésus confirma de son autorité.

En outre, cette déclaration est une condamnation de la polygamie, qui détruit de fond en comble la vraie notion du mariage. Les pharisiens pensèrent avoir pour eux l’autorité de Moïse. Mais ils exagérèrent la portée de la disposition légale qu’ils invoquèrent, car Moïse ne commanda pas ni ne voulu faciliter le divorce ; le but de la formalité qu’il prescrivit fut au contraire d’y mettre une entrave. Jésus rectifia l’expression des pharisiens en disant permis.

Telle n’était pas l’intention de Dieu. Si Moïse l’eut permis, c’était comme un mal nécessaire, destiné à éviter de plus grands maux, et uniquement à cause de cette dureté de cœur qui vous rendait incapables de vous élever jusqu’à la pensée divine et de la mettre en pratique. Si l’on demande comment Dieu immuable  put sanctionner cette déviation de sa propre loi, la réponse se trouve dans le fait de la chute et du péché intervenu depuis la création de l’homme. Telle fut la pensée que Jésus exprima par ce mot énergique : la dureté de votre cœur.

Jésus  n’admit qu’une seule cause légitime de divorce, et il interdit d’épouser une femme répudiée. En parlant ainsi, il se plaça au point de vue de son royaume, et ses disciples ne durent pas se conformer à ce principe, le seul sur lequel repose le mariage chrétien. Aucune Église soumise à l’autorité de Jésus ne saurait en sanctionner un autre. En résulte-t-il que la société civile, en des pays qui portent le nom de chrétiens, ait tort de statuer par sa législation d’autres causes de divorce et d’autoriser des époux séparés à contracter un second mariage ? Faut-il astreindre tous les citoyens d’un pays à la pratique d’un principe chrétien ?

À cette question, comme à une foule d’autres analogues, le catholicisme a répondu oui, parce qu’il est la religion de la contrainte, et ne prétend à rien moins qu’à dominer la société ; le protestantisme répond non, parce qu’il veut avant tout la sincérité et la liberté morale. Que la société civile ait donc égard, si elle le veut, à la dureté du cœur, qu’elle autorise un mal pour éviter des maux plus grands ; mais que les Églises voient si elles peuvent, sans infidélité, se prêter, en ce qui les concerne, à sanctionner des unions nuptiales contraires à la parole de Jésus.

« Si telle est la condition de l’homme à l’égard de la femme, il n’est pas avantageux de se marier. » (Mt 19, 10) Les disciples firent à Jésus cette observation, après que les pharisiens se fussent éloignés.  Eux-mêmes trouvèrent trop dure la condition que Jésus imposa à l’homme à l’égard de la femme. Ils estimèrent que si l’homme ne put rompre une union mal assortie, s’il dut supporter tous les défauts et tous les vices de sa femme, sauf celui indiqué par Jésus, il valut mieux ne pas se marier.

Il n’est question que de la condition du mari à l’égard de la femme, parce qu’en Orient et dans l’antiquité des droits égaux n’étaient pas reconnus à cette dernière. Il en est tout autrement sous l’Évangile.

Pour faire mieux comprendre sa pensée et la nature toute morale du don qu’il eut en vue, Jésus distingua trois cas : ceux qui, dès le sein de leur mère, par suite de leur organisation particulière, sont impropres au mariage, ceux qui ont été rendus tels par les hommes ; dans ces deux premiers cas le don de continence est entendu en un sens corporel et n’a aucune valeur religieuse, ceux enfin qui ont pris cette résolution volontairement à cause du royaume des cieux, non pour le mériter, mais pour s’y employer tout entiers et sans empêchements terrestres.

Ainsi Jésus, en répondant aux disciples, constata un fait, mais n’exigea pas ce sacrifice, pas plus que Paul dans ses conseils. Il  n’y a dans ces paroles, rien qui soit défavorable au mariage chrétien, ni qui attribue au célibat une sainteté particulière, bien moins encore un argument en faveur du célibat forcé de toute une classe d’hommes.

 Diacre Michel Houyoux

Liens avec d’autres sites chrétiens

Notre Dame des trois Vallées : cliquez ici pour lire l’article   VINGT SEPTIEME DIMANCHE DU TEMPS ORDINAIRE

Société du Verbe Divin : cliquez ici pour lire l’article   VINGT SEPTIEME DIMANCHE DU TEMPS ORDINAIRE

Vidéo Got.Questions.org : cliquez ici https://youtu.be/IdQ5GpADQf4

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Lundi de la vingt-sixième semaine du Temps Ordinaire – Année Paire

Posté par diaconos le 30 septembre 2024

 

L'humilité | Inspirations pour réussir sa vie

De l’Évangile de Jésus Christ selon Luc

ce temps-là, une discussion survint entre les disciples pour savoir qui, parmi eux, était le plus grand. Mais Jésus, sachant quelle discussion occupait leur cœur, prit un enfant, le plaça à côté de lui et leur dit : « Celui qui accueille en mon nom cet enfant, il m’accueille, moi. Et celui qui m’accueille accueille celui qui m’a envoyé. En effet, le plus petit d’entre vous tous, c’est celui-là qui est grand. »

Jean, l’un des Douze, dit à Jésus : « Maître, nous avons vu quelqu’un expulser des démons en ton nom ; nous l’en avons empêché,car il ne marche pas à ta suite avec nous. » Jésus lui répondit :« Ne l’en empêchez pas : qui n’est pas contre vous est pour vous. » (Lc 9 46-50)

Humilité et tolérance

Marc raconta avec plus de détails l’origine de cette discussion, tandis que Matthieu rapporta d’une manière plus complète l’instruction de Jésus dont   elle fut l’occasion. Jésus, d’après Marc, avait remarqué qu’une contestation s’était élevée entre les disciples en chemin, et, arrivés à la maison, il leur en avait demandé le sujet. Ce qui n’empêcha pas que le mot de Luc sachant la pensée de leur cœur, ne conserva toute sa signification. Jésus seul, en effet, pénétrait et appréciait à sa juste valeur morale la pensée d’orgueil qui était, selon les termes de l’original, entrée en eux.

Dans Matthieu, Jésus présenta tout d’abord ce petit enfant comme type d’humilité, ce qui fut certainement sa pesée. Luc l’exprima également.   À et quelques autres ont : contre vous ; pour vous. Cette dernière leçon est la plus probable dans Luc.   Ceux qui ne furent pas contre eux, furent pour eux.  L’intérêt bien entendu de la cause de Jésus les y invita et la charité leur en fit un devoir. Ils ne purent prétendre à une domination absolue sur les âmes comme Jésus a seul le droit de l’exercer.

Vidéo ÉlisenGilmor : cliquez ici https://youtu.be/678MXEeATLA 

 

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Двадцать пятое воскресенье в ординарном времени – год Б

Posté par diaconos le 30 septembre 2024

Зачем начальнику становиться слугой?

Сын Человеческий будет арестован и судим

Из Евангелия Иисуса Христа от Марка

В то время Иисус шел по Галилее с учениками Своими и не хотел, чтобы кто-нибудь знал об этом, потому что учил учеников Своих, говоря им: «Сын Человеческий предается в руки человеческие; убьют Его, и через три дня после смерти воскреснет.»    Но ученики не поняли этих слов и побоялись спросить Его.

Когда они пришли в Капернаум, Иисус спросил их дома: «О чем вы спорили по дороге?.Они молчали, потому что по дороге обсуждали между собой, кто из них больше. Когда же Иисус сел, то созвал Двенадцать и сказал им: если кто хочет быть первым, будь последним из всех и слугою всех. Затем Он взял ребенка, поставил его посреди них, поцеловал его и сказал им: «Кто примет такое дитя во имя Мое, тот Меня принимает. А кто принимает Меня, тот принимает не Меня, а Того, Кто послал Меня».

Но ученики не поняли этих слов и побоялись спросить Его. Когда они пришли в Капернаум, Иисус спросил их дома: «О чем вы спорили по дороге?.Они молчали, потому что по дороге обсуждали между собой, кто из них больше.  Когда же Иисус сел, то созвал Двенадцать и сказал им: если кто хочет быть первым, будь последним из всех и слугою всех. Затем Он взял ребенка, поставил его посреди них, поцеловал его и сказал им: «Кто примет такое дитя во имя Мое, тот Меня принимает. А кто принимает Меня, тот принимает не Меня, а Того, Кто послал Меня».

Иисус учит Своих учеников

Покинув Кесарию Филиппову, Иисус пошел по Галилее, стараясь остаться неизвестным, чтобы учить учеников о Своей скорой смерти и воскресении. Они не понимали и не смели спрашивать Его. Кто был. величайc ? В Капернауме Иисус спросил их, о чем они говорили по дороге.

Они замолчали, смутившись. Иисус торжественно сказал им, что тот, кто хочет быть первым, будет последним, слугой всех.  Он обнял маленького ребенка и сказа: «Кто примет одного из малых сих, того и Бог примет». Иисус сказал :«Лучше мне быть брошенным в море смельничным же рновом на шее, нежели злословить одного из малых сих, верующих в Меня».

Рука, нога, глаз должны быть принесены в жертву, если они служат поводом для нашего падения, чтобы мы не попали в ад, где червь не умирает, где огонь не угасает. Каждый человек будет просолен огнем, как и каждая жертва должна быть просолена солью. 

Они не понимали и не смели спрашивать Его. Кто был. величайc ? В Капернауме Иисус спросил их, о чем они говорили по дороге. Они замолчали, смутившись. Иисус торжественно сказал им, что тот, кто хочет быть первым, будет последним, слугой всех.

 Соль хороша до тех пор, пока она не теряет своего вкуса ; давайте же иметь соль в себе и оставаться в мире друг с другом. Выйдя оттуда, они пошли через Галилею, и он не хотел, чтобы кто-нибудь знал об этом. Иисус учил Своих у ерез три дня после смерти воскреснет. (Мк. 9, 31)

 Но они не поняли этих слов и побоялись спросить Его. Хотя они не поняли этого предсказания, они почувствовали в нем что-то болезненное; Матфей говорит, что они были сильно опечалены этим, и именно поэтому они боялись спросить Его. В Евангелии от Матфея именно ученики задали Иисусу вопрос : «Кто больше ?»

Лука рассказывает, что между ними произошел спор и что Иисус, зная об этом, поставил среди них ребенка.  По словам Марка, сначала Он спросил о предмете их разговора, и Марк заметил, что ученики молчали, потому что им было стыдно в Его присутствии задать вопрос, выдающий их честолюбие.

Когда же Он сел, то призвал двенадцать и сказал иU+043cbnnnn : «Если кто хочет быть первым, да будет последним из всех и слугою всех». В том, как Иисус готовился говорить, было что-то торжественное. Иисус не сказал : кто хочет быть первым, да будет последним и слугою всех, но: он им будет ; Oн не давал советов, как достичь истинного величия.

Он показал унижение, которое является неизбежным следствием гордыни, согласно вечному принципу Царства Божьего : «Кто возвышает себя, тот будет унижен». Он не предсказывал будущего суда, а констатировал настоящий факт: гордость – это понижение, смирение – это величие.

 Он показал унижение, которое является неизбежным следствием гордости, согласно вечному принципу Царства Божьего: «Кто возвышает себя, тот будет унижен». Он не предсказывал будущего суда, а констатировал настоящий факт: гордость – это понижение, смирение – это величие.

«Кто примет одного из малых сих во имя Мое, тот Меня принимает ; а кто Меня принимает, тот не Меня принимает, но Пославшего Меня» (Мк. 9, 37). Заявляя, что всякий, кто принимает Его, принимает Самого Бога, Иисус выразил мысль, которая часто встречается в Евангелии от Иоанна, например, в словах : «Я и Отец – одно».

 В параллельном отрывке из Евангелия от Матфея Иисус дает еще одно не менее важное наставление, касающееся маленького ребенка, которого Он представил в качестве примера.

Дьякон Мichel     Houyoux

Ссылки на другие христианские сайты

◊ Bible    Gateway: нажмите здесь, чтобы прочитать статью → От Луки 11 NRT – Иисус учит учеников

 ◊Преподавание Библии : нажмите здесь, чтобы прочитать статью → От Луки 6 глава — Библия — Новый русский перевод

 Ладивинская литургия : нажмите здесь → https://youtu.be/GuDj3e7EeIY

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