Twenty-fifth Sunday in Ordinary Time – Year B

Posté par diaconos le 25 septembre 2024

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Twenty-fifth Sunday in Ordinary Time – Year B

At that time Jesus was going through Galilee with his disciples, and he did not want anyone to know, for he was teaching his disciples, saying to them, ‘The Son of Man is being handed over into the hands of men ; they will kill him, and three days after his death he will rise again.’ But the disciples did not understand these words and were afraid to question him. When they got to Capernaum.Jesus asked them at home, ‘What were you discussing on the way ?They were silent, because on the way they had been discussing among themselves who was the greatest. When Jesus had sat down, he called the Twelve together and said to them, ‘If anyone wants to be first, let him be last of all and servant of all.

Then he took a child, placed him in their midst, kissed him, and said to them, ‘Whoever welcomes a child like this in my name welcomes me. And whoever welcomes me does not welcome me, but the One who sent me.

Jesus teaches his disciples

After leaving Caesarea Philippi, Jesus went through Galilee, trying to remain unknown so that he could teach his disciples about his imminent death and resurrection. They did not understand and dared not question him. Who was the greatest ?In Capernaum, Jesus asked them what they had been talking about on the way. They fell silent, confused. Jesus told them solemnly that whoever wanted to be first would be last, the servant of all. He put his arms around a little child and said : ‘Whoever receives one of these little ones receives him and receives God’.

Jesus said : ‘It would be better to be thrown into the sea with a millstone around my neck than to scandalise one of these little ones who believe in me.’ The hand, the foot, the eye must be sacrificed, if they are an occasion for us to fall, lest we fall into Gehenna where the worm does not die, where the fire is not quenched.Every person will be salted with fire, just as every sacrifice must be salted with salt. Salt is good, provided it does not lose its flavour; let us have salt in ourselves and let us remain at peace with one another.

When they had gone on from there, they went through Galilee, and he did not want anyone to know about it. Jesus was teaching his disciples, and he said to them : ‘The Son of Man will be handed over into the hands of men; they will kill him, and three days after his death he will rise again.’. (Mk 9, 31)But they did not understand these words and were afraid to question him. Although they did not understand the prediction, they sensed something painful in it. Matthew says that they were greatly saddened, and that is why they feared to ask him. In the Gospel according to Matthew, it was the disciples who asked Jesus the question : ‘Who is the greatest ?’.

Luke relates that a discussion had taken place between them and that Jesus, knowing this, placed a child in their midst. According to Mark, he first asked what they were talking about, and Mark remarked that the disciples remained silent because they were ashamed in his presence for having raised a question that betrayed their ambition. When he had sat down, he called the twelve and said to them : , ‘If anyone wishes to be first, he shall be last of all and servant of all.’ There was something solemn in the way Jesus prepared to speak. Jesus did not say : whoever wants to be first, let him be last and servant of all, but: he will be; he did not give advice on how to achieve true greatness.

He showed the humiliation that is the inevitable consequence of pride, according to that eternal principle of the kingdom of God : ‘Whoever exalts himself will be humbled’. He was not predicting a future judgement, but stating a present fact: pride is a lowering, humility is a greatness   Whoever receives one of these little children in my name receives me; and whoever receives me does not receive me, but Him who sent me’ (Mk 9:37). By declaring that whoever receives him receives God himself, Jesus expressed a thought that is often found in John’s Gospel, for example in the words: ‘I and the Father are one.

In the parallel passage in Matthew, Jesus gave another instruction of no less importance, concerning the little child he presented as a model.

Deacon Michel Houyoux

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Loyola Press : click here to read the paperTwenty-Fifth Sunday in Ordinary Time, Cycle B

Frcanicenjoku : click here to read the paperHomily for the 25th Sunday of Ordinary Time, Year B

Video Livestreaming SFA OKC : click here → https://youtu.be/rx76VujwUQw

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Venticinquesima domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Posté par diaconos le 24 septembre 2024

 

Vangelo del Giorno 10 Ottobre 2014 Chi non è con me è contro di me ...

 

 

n quel tempo, Gesù andava per la Galilea con i suoi discepoli e non voleva che nessuno lo sapesse, perché insegnava ai suoi discepoli, dicendo loro : “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini; lo uccideranno e tre giorni dopo la sua morte risorgerà”. Ma i discepoli non capivano queste parole e avevano paura di interrogarlo. Quando arrivarono a Cafarnao, Gesù chiese loro in casa : “Di che cosa stavate discutendo lungo la strada ?”. Essi tacevano, perché durante il cammino avevano discusso tra loro su chi fosse il più grande.,

Quando Gesù si fu seduto, chiamò a raccolta i Dodici e disse loro : “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. Poi prese un bambino, lo pose in mezzo a loro, lo baciò e disse loro : “Chi accoglie un bambino come questo nel mio nome, accoglie me. E chi accoglie me non accoglie me, ma Colui che mi ha mandato”

Gesù insegna ai suoi discepoli

Dopo aver lasciato Cesarea di Filippo, Gesù attraversò la Galilea, cercando di rimanere sconosciuto per poter insegnare ai suoi discepoli la sua imminente morte e risurrezione. Essi non capivano e non osavano interrogarlo. Chi era il più grande ? A Cafarnao, Gesù chiese loro di cosa avessero parlato durante il cammino. Essi tacquero, confusi. Gesù disse loro solennemente che chi voleva essere il primo sarebbe stato l’ultimo, il servo di tutti. Mise le braccia intorno a un bambino e disse : “Chi accoglie uno di questi piccoli accoglie lui e accoglie Dio”.

Gesù disse : “Sarebbe meglio essere gettato in mare con una macina al collo che scandalizzare uno di questi piccoli che credono in me”. La mano, il piede, l’occhio devono essere sacrificati, se sono occasione di caduta, per non cadere nella Gehenna dove il verme non muore, dove il fuoco non si spegne. Ogni persona sarà salata con il fuoco, così come ogni sacrificio deve essere salato con il sale. Il sale è buono finché non perde il suo sapore ; cerchiamo di avere sale in noi stessi e di rimanere in pace gli uni con gli altri. Quando furono partiti da lì, passarono per la Galilea, ed egli non voleva che nessuno lo sapess

Gesù stava insegnando ai suoi discepoli e disse loro : “Il Figlio dell’uomo sarà consegnato nelle mani degli uomini, lo uccideranno e tre giorni dopo la sua morte risorgerà.” (Mc 9, 31) Ma essi non compresero queste parole ed ebbero paura di interrogarlo. Sebbene non capissero questa predizione, vi percepivano qualcosa di doloroso; Matteo dice che ne erano molto rattristati e per questo temevano di interrogarlo.Nel Vangelo secondo Matteo, furono i discepoli a porre a Gesù la domanda : “Chi è il più grande ?” Luca ci dice che c’era stata una discussione tra loro e che Gesù, sapendo questo, mise un bambino in mezzo a loro.

Secondo Marco, egli chiese per prima cosa quale fosse l’argomento della loro conversazione e Marco osserva che i discepoli rimasero in silenzio perché si vergognavano in sua presenza di aver posto una domanda che tradiva la loro ambizione.Quando si fu seduto, chiamò i dodici e disse loro “Se qualcuno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. C’era qualcosa di solenne nel modo in cui Gesù si preparava a parlare. (Mc 9, 31) Ma essi non compresero queste parole ed ebbero paura di interrogarlo.

Sebbene non capissero questa predizione, vi percepivano qualcosa di doloroso. Matteo dice che ne erano molto rattristati e per questo temevano di interrogarlo. Nel Vangelo secondo Matteo, furono i discepoli a porre a Gesù la domanda : “Chi è il più grande ?” Luca ci dice che c’era stata una discussione tra loro e che Gesù, sapendo questo, mise un bambino in mezzo a loro. Secondo Marco, egli chiese per prima cosa quale fosse l’argomento della loro conversazione e Marco osserva che i discepoli rimasero in silenzio perché si vergognavano in sua presenza di aver posto una domanda che tradiva la loro ambizione.

Quando si fu seduto, chiamò i dodici e disse loro : “Se qualcuno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. C’era qualcosa di solenne nel modo in cui Gesù si preparava a parlare.Secondo Marco, egli chiese per prima cosa quale fosse l’argomento della loro conversazione e Marco osserva che i discepoli rimasero in silenzio, perché si vergognavano in sua presenza di aver sollevato una questione che tradiva la loro ambizione.Quando si fu seduto, chiamò i dodici e disse loro : “Se qualcuno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. C’era qualcosa di solenne nel modo in cui Gesù si preparava a parlare. Gesù non disse : chi vuole essere il primo, sia l’ultimo e il servitore di tutti, ma: lo sarà ; non diede consigli su come raggiungere la vera grandezza.


Ha mostrato l’umiliazione che è l’inevitabile conseguenza dell’orgoglio, secondo quel principio eterno del regno di Dio : “Chi si esalta sarà umiliato”. Non stava predicendo un giudizio futuro, ma affermando un fatto presente: l’orgoglio è un abbassamento, l’umiltà è una grandezza. 
“Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma Colui che mi ha mandato” (Mc 9, 37). Dichiarando che chi lo riceve riceve Dio stesso, Gesù ha espresso un pensiero che si ritrova spesso nel Vangelo di Giovanni, ad esempio nelle parole : “Io e il Padre siamo una cosa sola”.

Nel passo parallelo di Matteo, Gesù ha dato un’altra istruzione non meno importante, in occasione del piccolo bambino che ha presentato come modello.

Il diacono Michel Houyoux


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 ◊Maranatha Liturgia della XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Qumran : clicca qui per leggere l’articolo → XXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

VideoPadre Fernando Armellini : clicca qui →https://youtu.be/eXBBa8p5erc

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Saint Maurice et ses compagnons de la légion thébéenne

Posté par diaconos le 24 septembre 2024

Le Martyre de saint Maurice et de ses compagnons / Peintures XVIe - XXIe  siècles / Chefs-d'Œuvre / Collections - Palais des Beaux Arts de Lille

Le martyre de saint Mauricc

Dès que Maximien devint empereur d’Occident (286), il décida d’y exterminer les chrétiens. Pour cela il fit venir de Thèbes en Égypte la légion qui s’y trouvait cantonnée. Il n’aurait pu tomber plus mal. Les six mille soldats qui la composaient étaient chrétiens.

Ils refusèrent d’exécuter les ordres impériaux. Sur quoi ils furent massacrés jusqu’au dernier. Telle est du moins la légende de la Légion thébaine. Le décurion Maurice et plusieurs légionnaires refusèrent de prendre part à une cérémonie païenne. Ils furent arrêtés et ils furent exécutés. Au siècle suivant, une basilique s’élevait à cet endroit.

il est le saint patron du diocèse d’Angers : à la fin du IVe siècle, les reliques du saint furent déplacées à Angers. Il devint titulaire de la cathédrale et patron du diocèse.

- Lors de la persécution de Dioclétien (303-305) à Agaune dans le Valais, des soldats furent torturés et mis à mort pour leur foi. Un siècle et demi plus tard, l’évêque de Lyon, Eucher, rédigea les récits de leur martyre d’après des traditions orales.

Dès le début du VIIe siècle, saint Maurice fut en grande vénération à Vienne et dans le diocèse de Grenoble. À la fin du XIe siècle, il devint le seul titulaire de la cathédrale de Vienne.
- « Maurice fut exécuté, au début du règne de l’empereur Maximien (289). Voici la ‘légende’ tirée du bréviaire de Pamiers: Maximien appelé par Dioclétien à partager son pouvoir impérial se rendit en Gaule. Son armée comprenait une légion appelée thébéenne (habitants de Thèbes)

Les soldats étaient valeureux, très croyants; même sous les armes ils n’oublièrent pas les préceptes de l’Évangile. Maximien ordonna de sacrifier aux idoles à Octodorus (dans le Valais de la Suisse du Sud – 20km de Saint-Maurice).

Au début du VIIIe siècle, introduction du culte des reliques des martyrs de la légion thébaine, saint Maurice et ses compagnons, dans une annexe voûtée de la cathédrale. Officier d’un corps d’auxiliaires de l’armée romaine levés en Égypte et convertis au christianisme

Maurice souffrit le martyre vers 290. Refusant de poursuivre les chrétiens et de sacrifier aux dieux païens, Maurice et ses compagnons furent massacrés sur ordre impérial.
Le nom de la commune de Saint-Xandre vient, par déformation, de Saint Candide : Sanctus Scandidus.

On trouve écrit dans des textes anciens : st Candé, st Candre, Sanctus Xandrius (1262), Sancedrium (1573). Saint Candide, officier de la légion thébaine, fut martyrisé avec ses compagnons à la fin du IIIe siècle sur l’ordre de l’empereur Maximin pour avoir refusé de combattre contre des chrétiens.

À Agaune dans le Valais suisse, vers la fin du IIIe siècle, les saints martyrs Maurice, Exupère, Candide, soldats. Selon le récit de saint Eucher de Lyon, ils furent mis à mort pour le Christ avec leurs compagnons de la légion thébéenne et le vétéran Victor, sous l’empereur Maximilien, illustrant ainsi l’Église par leur glorieuse passion.

« Empereur, nous sommes tes soldats, mais aussi les serviteurs de Dieu. A toi, nous devons le service militaire, à Lui une conscience pure. Nous sommes prêts à porter les mains contre n’importe quel ennemi, mais nous estimons que c’est un crime que de les ensanglanter en massacrant des innocents. Nous avons d’abord prêté serment envers Dieu, ensuite nous avons prêté serment envers le souverain. Sois persuadé que le second n’a plus aucune valeur pour nous si nous avons rompu avec le premier » Actes des Martyrs de saint Maurice

Diacre Michel Houyoux

Vidéo Maât Ta Nétger : cliquez ici https://youtu.be/GYdq0ADC0mA

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Vingt-sixième semaine du Temps Ordinaire – Année Paire

Posté par diaconos le 23 septembre 2024

au souffle de esprit - Page 8

De l’Évangile de Jésus Christ selon Marc

En ce temps-là, Jean, l’un des Douze, disait à Jésus : « Maître, nous avons vu quelqu’un expulser les démons en ton nom ; nous l’en avons empêché, car il n’est pas de ceux qui nous suivent. »
Jésus répondit : « Ne l’en empêchez pas, car celui qui fait un miracle en mon nom ne peut pas, aussitôt après, mal parler de moi ; celui qui n’est pas contre nous est pour nous. Et celui qui vous donnera un verre d’eau au nom de votre appartenance au Christ, amen, je vous le dis, il ne restera pas sans récompense.

Celui qui est un scandale, une occasion de chute, pour un seul de ces petits qui croient en moi, mieux vaudrait pour lui qu’on lui attache au cou une de ces meules que tournent les ânes, et qu’on le jette à la mer. Et si ta main est pour toi une occasion de chute, coupe-la. Mieux vaut pour toi entrer manchot dans la vie éternelle que de t’en aller dans la géhenne avec tes deux mains, là où le feu ne s’éteint pas.

Si ton pied est pour toi une occasion de chute, coupe-le. Mieux vaut pour toi entrer estropié dans la vie éternelle que de t’en aller dans la géhenne avec tes deux pieds. Si ton œil est pour toi une occasion de chute, arrache-le. Mieux vaut pour toi entrer borgne dans le royaume de Dieu que de t’en aller dans la géhenne avec tes deux yeux, là où le ver ne meurt pas et où le feu ne s’éteint pas. » (Mc 9, 38-43.45.47-48)

Qui n’est pas contre nous est pour nous

Jean dit à Jésus  : « Maître, nous avons vu quelqu’un qui chassait des démons en ton nom et qui ne nous suit pas ; et nous l’en avons empêché, parce qu’il ne nous suivait pas ».  Matthieu et Luc établirent une relation étroite entre l’instruction précédente et la confession de Jean. Jésus en parlant de recevoir en son nom l’un de ces petits, fit naître chez Jean un scrupule concernant un homme qui chassait les démons au nom de Jésus. Mais cet homme, ajouta Jean, ne nous suivait pas, il fit son œuvre à part et nous l’en avons empêché uniquement par le motif qu’il ne nous suivait pas. Ce mot répété montre que c’était là la grande objection de Jean contre l’activité de cet homme. Cette erreur fut commise par les chrétiens, plus fréquemment qu’aucune autre et le plus souvent dans des circonstances où elle fut beaucoup moins excusable.

Mais Jésus dit : « Ne l’en empêchez pas ; car il n’y a personne qui fasse un miracle en mon nom et qui puisse aussitôt après parler mal de moi. » (Mc 9, 39)  Jésus admit que cet homme fit un miracle en son nom, en mettant sa confiance en lui et en Dieu, d’où il conclut que ce premier degré de foi et de zèle pour le bien le conduira plus loin, l’amènera jusqu’à lui et que, par conséquent, il fallait se garder de l’empêcher. Jésus dit : « C’est la  charité qui espère tout  »Respectons le moindre germe de foi et de vie religieuse, même en des personnes qui n’ont pas adopté les habitudes religieuses des chrétiens et ne se sont pas joints à l’Église. L’influence de Jésus s’exerçait bien au delà du cercle de ses disciples et de ses adhérents immédiats.

« Qui n’est pas contre nous est pour nous. » Cet homme ne fut pas contre Jésus et ses disciples, puisqu’il chassa des démons au nom de Jésus ; il inclina vers Jésus et   commença à se rapprocher de lui ; il se rattacha tout à fait à lui, puisqu’on ne put demeurer neutre en présence de Jésus. Que les disciples se gardèrent d’arrêter ce bon mouvement par leur intervention précipitée et intolérante ! Dans une circonstance différente, Jésus prononça une parole qui semble le contraire de celle-ci, mais qui exprime l’autre face de la même vérité : « Celui qui n’est pas avec moi est contre moi »  (Mt 12.30). 

 Jésus émet cette affirmation à l’occasion des exorcistes juifs, qui en apparence, travaillaient à la même œuvre que lui : combattre Satan. Mais comme ils le faisaient dans un esprit tout différent du sien, cette divergence intime devait les amener à une hostilité déclarée. « Autant il est vrai qu’un homme sympathique à notre cause, lors même qu’extérieurement il est parmi nos adversaires, doit être traité par nous en futur collaborateur, autant il est vrai qu’un homme appartenant extérieurement au même camp que nous, mais travaillant dans un esprit opposé au nôtre, doit être considéré comme un réel adversaire. » (Godet)

Jésus dit : «Quiconque vous donnera à boire un verre d’eau en mon nom, parce que vous êtes à Christ, je vous dis en vérité qu’il ne perdra pas sa récompense.» (Mc 9, 41) Et :«Quiconque scandalisera un de ces petits qui croient en moi, il vaut mieux pour lui qu’il ait au cou une meule de moulin et qu’il soit jeté dans la mer. »  Jésus revint  à la pensée qu’il exprima au moment où il fut interrompu par Jean.  Il faut recevoir avec tant amour les petits, les faibles, quel n’est pas le péché de celui qui les scandalise ! « Et si ta main est pour toi une occasion de chute, coupe-la ; il vaut mieux pour toi entrer manchot dans la vie, que d’avoir deux mains et d’aller dans la géhenne, dans le feu qui ne s’éteint pas » (Mc 9, 43) 

 Marc ajouta : « …dans le feu qui ne s’éteint pas, image redoutable d’une souffrance morale sans espoir. »  Où leur ver ne meurt pas et où le feu ne s’éteint pas : ces images terribles d’un ver qui ne meurt pas, d’un feu qui ne s’éteint pas furent empruntées à Ésaïe 66.24.

Diacre Michel Houyoux

Liens avec d’autres sites chrétiens

Notre Dame des Trois vallées : cliquez ici pour lire l’article → VINGT SIXIEME DIMANCHE DU TEMPS ORDINAIRE

Regnum Christi : cliquez ici pour lire l’article → Celui qui n’est pas contre nous est pour nous

Vidéo  Pasteur Marc Pernot : cliquez ici → https://youtu.be/Yow0cruir5o

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